Autore di una “tripletta” di successo, pubblicata da Delos Digital, Marco Canella si è sottoposto volentieri (acc… niente tavolaccio, stavolta!) alle nostre domande.

Buongiorno, Marco. Comincio con qualche domanda semiseria, tanto per non abbatterti con le altre duemila domande.

Fai pure, Babette, basta che no mi infili in quella Stanza Rossa…

Colore preferito: Verde come la speranza.

Cibo preferito: Da buon ferrarese, salamina e cappelletti.

In cucina, come te la cavi? Male. Preferisco mangiare. Solo la grigliata di carne mi riesce piuttosto bene.

Status sentimentale: Convivo con Gianna, e insieme abbiamo un figlio, Matteo.

Attrice preferita: Cristiana Capotondi.

Attore preferito: Raoul Bova.

La donna dei tuoi sogni: Dolce, tenera, sensibile… come la mia compagna.

L’uomo che vorresti essere: Un uomo che mette onestà e dignità sempre al primo posto.

Tornassi a nascere, uomo o donna, e perché: Uomo con la sensibilità di una donna. Perché riuscire a dare voce ai propri sentimenti è un qualcosa di cui andare fieri.

Serie Tv preferita: Willy, il principe di Bel Air.

Genere di lettura preferito: Mainstream, romance e thriller.

Scrittore preferito: Scrittori made in Italy (se proprio devo fare un nome dico Gramellini).

Musa ispiratrice: La mia compagna, naturalmente.

Genere musicale preferito: Pop.

Cantante preferito: Come gli scrittori anche in questo caso dico cantanti made in Italy (se proprio devo fare un nome dico Ligabue).

Band musicale preferita: Negramaro.

Social network: sì o no? Sì, perché mi stanno facendo conoscere tante persone meravigliose.

OoO

Bene. Adesso che ti sei scaldato, passiamo alle domande serie. Perché scrivere? Come è nata questa “necessità” e quando?

Perché, oltre a farmi stare bene, sento di avere qualcosa da dire. E quando questo qualcosa emerge nei commenti dei lettori, la soddisfazione è grande. Questa “necessità” ho cominciato ad averla presto, attorno ai dieci anni, mai poi è esplosa come uno tsunami attorno ai venti.

Come scrivi? Carta e penna, moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, ipad, iphone?

Tutto sul computer, mentre per gli appunti o per le bozze uso smartphone e tablet.

C’è un momento particolare nella giornata in cui prediligi scrivere i tuoi romanzi?

Alla mattina quando sono più “fresco”, anche se, lavorando, non sempre è possibile.

Che cosa significa per te “scrivere”?

Significa mettere su carta i miei sentimenti e, soprattutto, i miei pensieri. E i pensieri, quando sono scritti, sono destinati a diventare eterni.

Ami quello che scrivi, sempre, dopo che l’hai scritto?

A volte sì, a volte no.

Rileggi mai i tuoi libri, dopo averli pubblicati?

Non troppo spesso a dire il vero. Forse perché temo, ricollegandomi alla domanda precedente, di non esserne più soddisfatto; questo accade soprattutto a distanza di tempo. Tante volte mi chiedo: ma sono stato io a scrivere questa roba qua?

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi libri?

Qualcosa di mio lo metto sempre; a volte, però, lo nascondo in profondità e solo i lettori attenti, e chi mi conosce molto bene, sono in grado di portarlo alla luce.

Quando scrivi, ti diverti, oppure soffri?

Mi diverto sempre. Soprattutto in fase di prima stesura; un po’ meno in fase di revisione.

Trovi che nel corso degli anni la tua scrittura sia cambiata? E se sì, in che modo?

Credo che lo studio mi abbia portato a migliorare, anche se ho ancora tantissimo da imparare. Però, grazie a esperti del settore, Franco Forte su tutti, ho acquisito maggiore consapevolezza e alcuni errori che commettevo in passato, ora riesco (spero) a non commetterli più. Comunque una cosa è certa: senza sacrificio e passione è difficile riuscire a tagliare qualche traguardo. E poi non c’è niente di più bello di riuscire a tagliarlo dopo avere versato sudore.

Come riesci a conciliare vita privata e vita creativa?

Grazie soprattutto alla mia compagna che mi capisce e non mi ostacola quando decido di dedicarmi alla scrittura.

La scrittura ti crea mai problemi nella vita quotidiana?

Direi di no, visto che la vita quotidiana viene facilitata dalla scrittura, perché mi permette di evadere.

Come trovi il tempo per scrivere?

Cerco di crearmelo… tratto la scrittura come se fosse un terreno da coltivare un po’ ogni giorno, se si vuol sperare di avere poi un buon raccolto.

Gli amici/i parenti ti sostengono, oppure ti guardano come se fossi un alieno?

La maggior parte di loro mi sostiene; non sempre leggono ciò che scrivo, ma quando pubblico qualcosa sono felici per me, si vede che sono sinceri. La mia compagna e i miei genitori, però, hanno sempre letto tutto ciò che ho scritto, fornendomi il loro parere sincero.

Nello scrivere un romanzo, navighi a vista come insegna Cotroneo, oppure usi la scrittura architettonica, metodica consigliata invece da Bregola?

Dipende dal genere. Se scrivo un mainstream o un romance mi concedo il lusso di “navigare”; se invece scrivo un giallo o un thriller (anche se li scrivo pochissimo) uso una metodica, ovvero studio il tutto prima “a tavolino”, per evitare il rischio di non arrivare in fondo.

Quando scrivi, lo fai con costanza, come faceva Trollope, oppure ti lasci trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?

Cerco di essere costante perché, secondo me, se si vuol un giorno sperare di fare della scrittura un lavoro, la costanza è fondamentale. Cerco di scrivere anche quando ne ho poca voglia.

Tutti dicono che per scrivere bisogna prima leggere. Sei un lettore assiduo? Leggi tanto? Quanti libri all’anno? Qual è il genere letterario che prediligi? È lo stesso genere che scrivi, o è differente? E se sì, perché?

Sono d’accordissimo! Leggo tanto, non saprei dire quanti titoli all’anno, perché perdo il conto. Leggo di tutto e di più perché credo che, anche se scrivo di pochi generi, qualsiasi lettura abbia un qualcosa che mi può aiutare comunque a migliorare nei generi che scrivo. Soprattutto al giorno d’oggi, in cui due generi si possono fondere tra di loro (come nel caso, ad esempio, dei romance storici).

Autori e autrici che ti rappresentano, o che ami particolarmente. Citane due italiani e due stranieri.

Non vorrei fare nomi, ma visto che mi è stato chiesto non posso esimermi. Italiani: Ilaria Tuti e Mariangela Camocardi. Stranieri: Stephen King e Melissa Hill.

Di gran voga alla fine degli Anni Novanta, più recentemente messi al bando da molte polemiche in rete e non solo: cosa puoi dire dei corsi di scrittura creativa che proliferano un po’ ovunque? Sei favorevole, o contrario?

Sono favorevole se sono seri, ovvero se sono tenuti da persone competenti. Sono stato una settimana a Grottammare per un workshop con Franco Forte e vi posso assicurare che mi ha cambiato la vita; quella parte che dedico alla scrittura, naturalmente. Ho capito cose che difficilmente senza quel corso avrei potuto capire, dalle tecniche di scrittura, a come funziona il lavoro in redazione, a come ci si presenta nel modo giusto a un editore, e tanto altro.

Dei tuoi romanzi precedenti, ce n’è uno che prediligi e senti più tuo? Se sì, qual è? Vuoi descrivercelo e parlarci delle emozioni che ti ha suscitato scriverlo?

Il romanzo che mi rappresenta in tutto e per tutto non l’ho ancora scritto… ma conto prima o poi di riuscire a portarlo alla luce. Però, concedimi di non svelare l’idea, è ancora prematuro parlarne.

Hai partecipato a concorsi letterari? Li trovi utili a chi vuole emergere e farsi valere?

Sì, ho partecipato a parecchi, soprattutto in passato. Credo, però, che solo alcuni possano rappresentare un trampolino di lancio. Soprattutto quelli che in giuria hanno persone di “peso” nel settore.

A cosa stai lavorando, ultimamente, e quando uscirà il tuo nuovo romanzo? Vuoi parlarcene?

Come ho accennato prima, l’idea per un romanzo c’è e ci sto lavorando… ma per ora è ancora un “work in progress”. L’unica cosa che posso svelare è il genere: un mainstream, ovvero un romanzo non di genere. Punto molto su questo romanzo, e spero in un futuro non troppo lontano di riuscire a realizzare il mio sogno, che è quello di riuscire a diventare uno scrittore senza “se” e senza “ma”; un autore a cui non manchi mai la curiosità e la voglia di sacrificarsi, per migliorare giorno dopo giorno, anche grazie alle critiche costruttive dei lettori, che sono di fondamentale importanza.

Grazie Babette per l’ospitalità; è stato entusiasmante parlare della mia scrittura nel tuo bellissimo blog, e sono felice che i lettori possano leggere ciò che penso in proposito.

OoO

I libri di Marco Canella li trovate qui:

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