Maria Masella, Nessun ricordo muore (Fratelli Frilli Editori)

Teresa Maritano, dopo aver lasciato la polizia, ha aperto un bar in una piazzetta poco lontana dal Ponte di Sant’Agata sperando in giorni tranquilli e anonimi. Ma nella sua vita ritorna il commissario Marco Ardini perché è scomparsa Carlotta, una bambina che frequenta la scuola elementare situata nella piazzetta, e Ardini sa che se qualcuno ha notato qualcosa di potenzialmente utile, quel qualcuno è l’ex ispettore Maritano. Poco per volta Teresa, nonostante l’iniziale resistenza e il disagio di lavorare nuovamente con Ardini, si lascia prendere dalle ricerche, perché conosceva bene Carlotta. Altri delitti confermano che proprio quella piazzetta è fondamentale nelle indagini che coinvolgono anche il passato. Ma più trascorrono i giorni e più le speranze di ritrovare viva la bimba scomparsa si affievoliscono. E rintracciarla in tempo, sembra per Ardini sempre più una questione personale. Seguendo le tracce di Carlotta, della sua amichetta Paola e della “strana” madre di quest’ultima, Teresa comincia a capire anche qualcosa di più su di sé e sul commissario Ardini che già la incuriosiva quando lavoravano insieme…

Un commissario molto diverso (e più complessato) * * *

Contrariamente al solito, mi ci sono volute ben tre settimane per decidermi a comprare questo giallo. E ciò a causa di un attacco di gelosia, gelosia per Antonio, tradito qui dalla sua creatrice per la tormentata figura di Marco Ardini. Probabilmente è per tale motivo che non posso definirmi soddisfatta di questo romanzo, che a torto ho definito un giallo, visto che più propriamente si potrebbe chiamare un noir, o qualcosa di simile. Insomma manco riesco a definirlo.

La vicenda è molto complicata e, rispetto al solito, la Masella non aiuta la lettrice, almeno una come me, a capirla bene. Innanzitutto è un po’ forzato, mi pare, il modo in cui Teresa viene coinvolta nell’indagine e non riesco proprio a immaginare come la nuova serie potrà andare avanti. Poi a fine lettura ci si ritrova più amareggiati del solito, anzi un po’ depressi. E non è che nei Mariani mancassero tematiche di questo genere.

Una stella in meno per i refusi.

Sarah Bean (Roberta Ciuffi), Amore, perdonami! (Serie Gli amori dei Bawden, volume IV; Self-Publishing).

Cinque anni prima, Lady Elizabeth Bawden era sfuggita a uno scandalo, quando il fratello maggiore l’aveva rincorsa fino a Gretna Green separandola dall’uomo che avrebbe voluto sposare. Lucien non era stato che un maestro di ballo, e francese per di più, e una gentildonna come lei non poteva abbassarsi a una simile mésalliance.

Da allora Beth non si è più interessata a nessun uomo e la sua situazione preoccupa i famigliari, che decidono di mandarla a soggiornare a Rutherfield dai loro parenti acquisiti, i Woodward. Un breve periodo lontano da Londra non potrà farle che bene. E proprio a Rutherfield Beth fa la conoscenza di un gentiluomo russo, il Conte Alexander Dimitrov, che per la prima volta da anni sembra attirare il suo interesse. Il gentiluomo è reduce dalla battaglia di Waterloo, dove ha subito diverse importanti ferite. La più grave, però, potrebbe essere quella che gli è stata inflitta da una gentildonna inglese…

Gran finale della serie * * * * *

Ho letto tutta la serie, eppure confesso che le prime pagine hanno messo a dura prova la mia memoria, perché mi confondo sempre nei romanzi corali affollati di personaggi. Però fra i quattro volumi questo è senza dubbio il più gratificante, insomma il migliore. Due storie d’amore di cui una con sorpresa per un finale romance perfetto.

Henny Hale, Il regalo più grande (Leggereditore)

Allison Richfield, single trentaduenne con un diploma in pedagogia e un passato da tata, ha appena ottenuto un nuovo impiego come direttrice di una dimora storica di gran lusso, e ora è raggiante. Nonostante l’edificio sia in vendita, nell’attesa di un acquirente dovrà gestire le faccende quotidiane e, soprattutto, occuparsi dell’organizzazione delle feste natalizie dei proprietari. Con uno stipendio da capogiro e un intero team a disposizione, quanto potrà essere difficile? Lo scoprirà quando incontrerà i Marley… Il primogenito, Robert, è uno schianto, peccato sia anche gelido come la neve. E poi ci sono suo fratello Kip, playboy incallito che non perde occasione per flirtare, e Sloane, la sorella, che irrompe in casa per le feste con un divorzio e dei bagagli griffati sulle spalle. Per non parlare della nonna ultranovantenne, Pippa, che trascorre le giornate brontolando a bordo del suo scooter elettrico.

Ma Allie non demorde: organizzerà delle feste che la famiglia Marley non potrà dimenticare facilmente… anche se per farlo le servirà tutta la magia del Natale!

Una favola moderna piena di dolcezza, tra decorazioni, gite in slitta, cioccolate bollenti e un pizzico di sensualità.

Un romanzo sconcertante *

Ho voluto dare un’altra possibilità alla Hale, visto anche il gran numero di sue ammiratrici, ma è andata addirittura peggio della prima volta. Tanto più che, nonostante personalmente detesti il Natale, mi piacciono i romanzi stile La vita è meravigliosa.

Innanzitutto, Allison viene assunta come direttrice della dimora Marley in vendita: lavoro precario a dir poco. Qui si trova ad avere a che fare con i fratelli Robert e Kip e tutti e tre, pur essendo cresciutelli, si comportano come adolescenti, anzi come bambini addirittura: basta dire che la protagonista ama Robert, ma va più volte a letto con Kip, però (udite! udite!) solo per dormire. Per cui non so quale sia il pizzico di sensualità che ci preannuncia la sinossi.

La narrazione si perde in infinite minuzie e in numerosi giochi per bambini (perché ci sono anche bambini, naturalmente). Finale assurdo, perché per niente preparato.

L’autrice dovrebbe essere condannata a vedere tutti i giorni il film di Capra e forse (forse) capirebbe come si scrive un romanzo natalizio. Ma temo si tratti di un caso disperato.

Le recensioni de L’Artiglio Rosa (Matesi)