Roberta Ciuffi: Sposami, bugiarda (Self-Publishing)

Cosa farebbe una ragazza del ghetto londinese del Nido dei Corvi per sfuggire al suo destino? Praticamente, tutto. Ma Melly Wotton è diversa, lei ha dei principi… non sufficienti però a impedirle di afferrare una buona occasione, quando se ne presenta una. La vita come assistente alla Casa di Accoglienza per Donne Sole di Clerkenwell è dura e quando una giovane vedova sconosciuta appena arrivata in città le muore tra le braccia, Melly pensa che la sua occasione sia arrivata. Indossare i suoi abiti, appropriarsi del suo nome, dei suoi documenti, della sua vita… della sua famiglia… La tentazione è troppo forte. L’unica cosa di cui non può appropriarsi è la sua educazione, ma Melly non ritiene che sia troppo importante. Ed è così che una sera una sorta di spazzacamina dai disordinati riccioli dorati, i modi di un monello da strada e un accento terribile bussa alla casa della distinta famiglia Jeffer, a Hampstead, annunciando di essere la moglie del defunto Anthony Jeffer.

Frederick Jeffer, capofamiglia e titolare – ormai unico – della Ditta di Importazioni Coloniali Jeffer e Figli, ha sempre saputo di non godere dello stesso apprezzamento del fratello minore, Anthony. Lui è la roccia della famiglia (gli altri direbbero: il tiranno), il cavallo da tiro, perennemente caricato dei problemi di tutti, costretto a rimediare ai pasticci del fratello e mettere mano al portafoglio per sistemarli. Anthony, al contrario, era un ‘gentiluomo per le signore’: affascinante, giocatore, dissipato, pronto a ogni rischio. No, Frederick non aveva grandi aspettative su suo fratello, ma di certo non pensava che sarebbe morto giovane in una stupida gara di calessini. E, soprattutto, non si aspettava di trovarsi in salotto una sorta di vagabonda con indosso l’anello della sua bisnonna e la pretesa di essere la vedova di Anthony. Una vagabonda che ha la sfrontatezza di volersi insediare nella sua casa, nella sua famiglia, come una specie di cuculo pronto a distruggerne la serenità e ogni aspirazione sociale.

Forse non sono mai esistite al mondo due persone meno adatte ad apprezzarsi, a stimarsi o… ad amarsi. Ma si sa, la freccia errabonda di Cupido può colpire e unire chiunque… anche gli amanti meno probabili.

Una deliziosa commedia brillante * * * * *

La trama fonde un tipico elemento rosa (la sostituzione di persona) con uno più dissacrante, vagamente ispirato al Pigmalione di Shaw o, se preferite, a My fair lady, nella figura di Melly, che certo è l’opposto dell’eroina romantica tradizionale. Non che Frederick assomigli davvero a Higgins, almeno ad un occhio appena smaliziato.

Sempre divertente, talvolta addirittura commovente per la capacità che ha l’autrice di avvincere e insieme approfondire la psicologia di due personaggi sulla carta improbabili. Un esempio eclatante e davvero riuscito di quella che si definisce la sospensione dell’incredulità, tipica del romance.

Finale malizioso e “trasgressivo”.

S. M. May, Le viaggiatrici d’inverno (Self-Publishing)

(Antologia fantasy/fantascienza – non M/M)

Sette creature per sette racconti.

Guerriere, streghe e fate.

Capitani d’astronave, sognatrici e ladre d’anime.

Tutte in viaggio, durante un lungo e gelido inverno,

verso una meta.

O, forse, verso nessun luogo.

L’amore poggia su un piatto, ma la bilancia ne ha due. E il peso di una carezza è in grado di affossare anche il più difficile degli equilibri.

S.M. May vive nel nord-est d’Italia, cercando di trovare il giusto equilibrio tra lavoro, famiglia, letture e scrittura. Alcune cose le riescono bene, altre meno. Però tutte sono fatte con passione.

Una bella antologia * * * *

Una strana antologia di racconti, a partire dal titolo, criptico. Non parliamo poi della sinossi. Qua e là abbiamo echi culturali: per esempio la rivisitazione del mito di Narciso o di quello di Eva che viaggia su un’astronave che si chiama Paradise. A volte può esserci un lieto fine come in L’inizio dell’ombra, altre volte no. A volte come in Torture e parole si può intravedere addirittura in filigrana il passaggio dal medioevo al rinascimento. Nell’insieme un’antologia molto bella.

Una stella di meno per refusi e punteggiatura.

Caroline Linden, Duca per sempre (Passione 153, Mondadori)

“L’ultimo appassionante capitolo sui fratelli De Lacey.” (RT Book Reviews)

Londra, 1810. Destinato a diventare duca, Charles de Lacey si è abbandonato a una vita di piaceri dissoluti, dopo aver lasciato la casa paterna a causa di un violento litigio col genitore. Quando però il vecchio duca di Durham muore, i figli hanno un’amara sorpresa: il titolo e il patrimonio spetterebbero a Charlie, ma ben presto si scopre che il duca aveva un segreto che mette a rischio l’intera eredità. Intenzionato a scovare l’autore delle misteriose lettere ricattatorie al padre, Charlie conosce Tessa Neville, una donna bella e intelligente che si offre di aiutarlo nell’impresa…

Note: Con DUCA PER SEMPRE (The Way to a Duke’s Heart) si conclude la trilogia cosiddetta della “verità sul Duca” (Truth About the Duke), che racconta le vicende dei fratelli de Lacey, figli del duca di Durham.

I romanzi precedenti della serie, QUELLA NOTTE A LONDRA… (One Night in London) e IL DILEMMA DI DURHAM (Blame It on Bath), sono già stati pubblicati nella collana I Romanzi Passione – nr. 137 e 143 rispettivamente.

Tra le opere di Caroline Linden già pubblicate da Mondadori, ricordiamo AL VOLERE DELLA LADY (What a Woman Needs) nella collana I Romanzi Passione; NON SOLO UN BACIO (A View to a Kiss), UNA MOGLIE IN ARRIVO (What a Gentleman Wants), UN AMORE MALANDRINO (What a Rogue Desires) e GUIDA ALLA SEDUZIONE (A Rake’s Guide to Seduction), nella collana I Romanzi Classic.

Ambientazione: Inghilterra, 1810 (periodo regency).

Un gran finale della serie * * * * *

In quest’ultimo volume l’autrice riesce magnificamente ad intrecciare il filone giallo (sul ricatto) con quello sentimentale ed erotico, fino a far tornare tutto. Le psicologie sono approfondite e inoltre ci sono almeno un paio di scene davvero commoventi. Mi è piaciuto molto.

Qualche errore di troppo.

Le recensioni de L’Artiglio Rosa (Matesi)