Ornella Albanese, L’ombra del passato

Storie dal Passato

Self-Publishing

Un matrimonio per forza
Un inganno svelato
Una fuga nel blu
Pietro Licati è un uomo di mare, tempeste e burrasche hanno devastato la sua anima. Ha un passato buio come il suo sguardo e profonde ferite non ancora dimenticate. La vita non è stata gentile con lui e gli ha insegnato a prendersi senza scrupoli tutto quello che desidera. Anche una donna.
Diletta di Altavilla si sveglia in una torre diroccata, nuda sotto una camicia da uomo. Sembra che per lei non ci sia altra via che un matrimonio riparatore. Ma l’uomo che è costretta a sposare è molto lontano dal mondo aristocratico a cui appartiene. Si tratta di quel Pietro Licati che tutti chiamano il Pirata.
Sullo sfondo di Pantelleria, isola battuta dal vento e circondata da un mare impetuoso come le loro passioni, Pietro e Diletta scopriranno presto che il passato si può sconfiggere e che le cose sono spesso molto diverse da come appaiono.
L’ombra del passato è stato già pubblicato da Mondadori in due edizioni, prima Classic e poi Oro.

Un romanzo d’appendice * * * *

(#copiaacquistata)
Il volume si inserisce nel genere del romanzo d’appendice e anche della telenovela latinoamericana (basta notare le somiglianze con Cuore selvaggio, più la prima edizione che la seconda). L’autrice sviluppa la vicenda con abilità, grazie a qualche colpo di scena introdotto al momento giusto.

Qualche refuso in via di correzione.

OoO

Matteo Strukul, I Medici. Un uomo al potere

Serie “I Medici”, Volume II

Newton Compton Editori

Firenze, 1469. Lorenzo de’ Medici sta vincendo il torneo in onore della sua sposa, Clarice Orsini, appena giunta a Firenze per le nozze con l’uomo che diventerà il Magnifico. Questo matrimonio non è un passo facile per Lorenzo: il suo cuore – ne è convinto – appartiene e sempre apparterrà a Lucrezia Donati, donna di straordinaria bellezza e fascino. Eppure asseconderà il volere della madre e rafforzerà l’alleanza con una potente famiglia romana. Chiamato a governare la città e ad accettare i costi e i compromessi della politica, diviso fra amore e potere, Lorenzo sottovaluta i formidabili avversari che stanno tramando contro di lui per strappargli la guida di Firenze. Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV, dopo aver sobillato Jacopo e Francesco dei Pazzi, storici nemici della famiglia de’ Medici, e stretto alleanza con Francesco Salviati, arcivescovo di Pisa, concepisce una congiura il cui esito per Lorenzo sarà terribile: il fratello Giuliano verrà brutalmente ucciso davanti ai suoi occhi. E da quel momento si aprirà un periodo di violenza e vendetta da cui in pochi si salveranno…

Inferiore al primo volume * * *

(#copiaacquistata)
Da grande ammiratrice di Lorenzo il Magnifico senza dubbio mi aspettavo di più. Poco convincente mi pare questo romantico amore per Lucrezia Donati, sacrificato alla ragion di stato, e che si prende tutta la parte intima del protagonista. Come alcuni hanno sottolineato, ci sono scene di sesso non giustificate, anche se ‘romanzo pornografico’ mi pare una definizione un tantino esagerata. Eppure certo anch’io mi sarei risparmiata volentieri il tema dell’incesto, superfluo, così come il ritorno di Laura Ricci, che non mi pare abbia alcun senso.
Senza dubbio, leggendo questo romanzo nessuno penserebbe che Lorenzo sia stato l’importante intellettuale rinascimentale che la storia ci ha tramandato. Parimenti non mi pare attendibile l’episodio sull’accusa di omosessualità per cui Leonardo finì sotto processo e che, se ricordo bene, si risolse felicemente per lui, ma non nelle circostanze narrate da Strukul.
Forse però la cosa più grave è il tentativo di edulcorare totalmente l’operare politico del Magnifico, che non era certo un chierichetto o non sarebbe rimasto al potere fino alla morte, e la cui funzione fu però basilare nella storia italiana dell’epoca secondo i contemporanei (gente come Guicciardini e anche Machiavelli addirittura), cosa che in questo romanzo non c’è quasi per niente.
La parte migliore del libro, quindi, alla fine è quella sulla congiura dei Pazzi, anche se non metterei la mano sul fuoco per tutti gli episodi e neanche per questa assoluta innocenza di Lorenzo a proposito della repressione violenta, che la seguì.

OoO

Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso

Grandi classici BUR

Il corpo di un uomo viene ritrovato, privo di vita e senza alcuna traccia di violenza, in una casa disabitata. Unici oscuri indizi per sciogliere il mistero, la parola Rache tracciata con del sangue su una parete, un biglietto dal testo sibillino e una fede nuziale. Sono queste le coordinate che segnano, nel 1887, la prima comparsa sulla pagina di uno dei più amati e indimenticabili eroi dell’indagine poliziesca: Sherlock Holmes. Misterioso, solitario, dotato di straordinarie capacità analitiche, Holmes affascina il lettore – e il suo nuovo amico e coinquilino, il dottor Watson – e lo conduce, passo dopo passo, a ripercorrere la storia di un’antica vendetta che da Londra risale a luoghi molto lontani. Con “Uno studio in rosso” nasce l’investigatore letterario per eccellenza, capace come nessuno di sfruttare la scienza della deduzione e il rigore di una razionalità inflessibile: un mito destinato a non tramontare mai.

Un pilot fuori dal comune * * * *

(#copiaacquistata)
Lessi la prima volta Uno studio in rosso tanti anni fa, da ragazza, quando fu pubblicato, non so perché, nella collana della Rosa. L’avevo preso incuriosita dalla serie televisiva che veniva trasmessa all’epoca e rimasi tremendamente delusa.
Il romanzo è diviso in due parti con stile e atmosfera molto diversi fra loro. La seconda consiste in un lunghissimo flashback che dalla Londra vittoriana ci trasporta in un’America di vari decenni prima, in ambiente mormone, con una storia di sopraffazione femminile, poligamia e sangue, decisamente orrenda.
Nella prima parte, invece, ci viene presentato il metodo investigativo di Sherlock Holmes, di stampo induttivo e positivistico, basato su varie conoscenze chimiche e psicologiche, più la sua capacità di “leggere” le impronte e di collegare fra loro i vari indizi (con l’aiuto anche di un po’ di fortuna nel tirare a indovinare).
Riletto oggi, il romanzo continua a non piacermi perché è in gran parte noioso, ma bisogna ammettere che si tratta di uno dei testi basilari nella letteratura europea di genere.

Le recensioni dell’Artiglio Rosa