Tiziana Lia nasce a Roma nel novembre del 1971.

Da sempre coltiva la passione per la lettura (romance e gialli), finché non avverte l’esigenza di dare sfogo alla propria fantasia.

Pur scrivendo da giovanissima, soltanto nel 2009 pubblica il suo primo romance: “Dimmi che mi ami” (Lulu). Dopo averlo ampliato nella storia, negli aspetti psicologici dei personaggi e nei temi trattati, si ritrova tra le mani un romanzo del tutto nuovo e diverso, tanto da decidere di pubblicarlo nel 2015 con un altro titolo: “Ai confini del cuore”.

Negli anni che intercorrono tra la sua prima pubblicazione e il 2015, collabora con riviste di tiratura nazionale per le quali scrive quasi cento tra racconti, romanzi brevi e “da staccare”.

Da grande sognatrice, adora i romanzi a lieto fine e il romance è il genere che ama raccontare. Nel 2017, sempre da autrice self, pubblica “Noi all’orizzonte”. E come sempre nella storia dà ampio spazio agli aspetti psicologici dei personaggi, toccando argomenti attuali e problematiche sociali.

È prevista infine la pubblicazione del suo ultimo romanzo, un romantic suspense dal titolo “Pericolosamente, tu”, che unisce i due generi tanto apprezzati dall’autrice come lettrice, edito da Gilgamesh Edizioni, per il quale è stata appena presentata la cover. Un romance storico, invece, è ancora al vaglio, mentre sta lavorando al suo primo romance new adult.

1. Benvenuta. Raccontaci di te.

Sono nata e cresciuta a Roma, ma per tanti anni io e mio marito abbiamo scelto di vivere in provincia. Da qualche mese, invece, ci siamo trasferiti al nord, in Lombardia. Di me posso dirvi che sono una mamma a tempo pieno, che ho sempre seguito i miei tre figli, ma ho abbandonato la scrittura solo quando erano piccole le prime due. Da quando ho ripreso, nel 2009, non ho più smesso. So che ormai non riuscirei più a privarmi di una parte essenziale di me. Amo molto leggere e ascoltare la musica ad alto volume, cosa che in casa è complicato, quindi sfogo questo piacere quando sono in auto. Sono una persona solare, pronta a dare una mano, allegra. Adoro il colore giallo.

2. Che tipo di scrittrice sei e qual è il genere che più ti rappresenta?

Sono una sognatrice incallita, che vede sempre il lato positivo, e questo si rispecchia in pieno in ciò che scrivo. Non ci saranno mai storie che non abbiano il lieto fine, ciò che ti fa sognare, che ti fa vivere mille vite come le vorresti. Ovviamente il genere che più mi rappresenta è il romance, nel sottogenere contemporaneo, romantic suspense, o storico.

3. Hai un autore (o un’autrice) al quale (alla quale) ti ispiri?

Non ho un autore vero e proprio cui mi ispiro, perché mi lascio andare alla fantasia. Quello che vorrei donare nei miei scritti è la complessità, intendendo per questa “un po’ di tutto” : amore, passione, suspense, intrecci, colpi di scena, intrighi, riflessione, ciò che ritrovo nel mio autore preferito: Ken Follett.

4. Qual è il primo romanzo che hai pubblicato?

Il primo romanzo in assoluto che ho pubblicato è stato “Dimmi che mi ami” sulla piattaforma di Lulu. Era il 2010. Poi, grazie a un tarlo che mi ha messo una lettrice, ho pensato di fare delle verifiche, rimettendoci mano. Alla fine ho talmente ampliato il testo, anche con aspetti psicologici che mancavano del tutto, aggiungendo personaggi secondari e le loro storie, che mi sono ritrovata con una trama diversa, più profonda e un testo così diverso che ho deciso di cambiarne il titolo. Nel gennaio 2015, ho pubblicato da self “Ai confini del cuore”. Nel gennaio 2017, sempre da self, è stata poi la volta di “Noi all’orizzonte”, una vera scommessa per me.

5. Quale sarà il prossimo?

Il prossimo romanzo uscirà a breve (19 febbraio 2018, N.d.R.) e si tratta di un romantic suspense, che terrà parecchio col fiato sospeso. Il titolo è “Pericolosamente, tu”, scelto per la collana Inanna da Gilgamesh Edizioni.

6. Da dove arriva l’ispirazione?

L’ispirazione arriva da qualsiasi cosa. Una frase ascoltata in un film, una persona incrociata al supermercato, il testo di una canzone, un luogo visitato, una notizia al telegiornale o uno speciale. Basta una scintilla e la mia fantasia vola.

7. Hai un luogo speciale nel quale ti rifugi per scrivere?

Non ho un luogo particolare dove rifugiarmi. Sicuramente aspetto di immergermi nelle mie storie appena sono sola in casa, è il momento più fruttuoso.

8. Qual è il tuo metodo di scrittura?

Se per metodo di scrittura intendi una sorta di scaletta o simili, no, non ne ho. Di solito quando una storia bussa alla mia mente, sviluppo un embrione dell’inizio, dello svolgimento dei fatti e del finale. Se poi vedo che per la complessità che voglio donare agli eventi o agli aspetti psicologici faccio fatica a ricordare tutto, butto giù una sorta di brogliaccio con i punti salienti. Molte volte però neppure lo rispetto del tutto: durante la stesura molto spesso sono i personaggi a richiedermi variazioni, soprattutto quando mi dedico all’aspetto psicologico, alla loro storia pregressa.

9. Come tieni separate (se ci riesci) la vita di tutti i giorni e l’attività di scrittrice?

Questa è la parte più dura. Scrivo quando i figli sono a scuola, a volte dopo cena, sperando di non urtare nessuno con il mio dileguarmi. Di solito tutti mi appoggiano, ma può capitare che in certi periodi si sentano trascurati e allora iniziano con le frecciatine. Non posso neppure negare che forse io mi immergo così tanto in ciò che faccio, che veramente non guardo altro. Lì entro in crisi, perché da una parte la storia irrompe nella mia testa e devo correre con le dita alla tastiera, dall’altra non posso tirare troppo la corda. Ammetto che in questi frangenti non mi sento per nulla compresa e aumenta il mio nervosismo. Per non parlare del tempo che poi un autore deve spendere per il post scrittura e pubblicazione: la promozione porta via molto tempo e trovarne senza sacrificare la famiglia non è sempre semplice. Ma questa è la mia passione, la mia vita. Gli altri prima o poi se ne faranno una ragione.