di te. Ciao Babette e ciao a tutte! Ti ringrazio per questa intervista. Di me ti
posso dire che sono napoletana doc e innamoratissima della mia città. Sono una
futura mamma e lavoro nel campo della comunicazione. Ora sto cercando di far
realizzare quello che da sempre il mio
sogno nel cassetto: diventare scrittrice a tempo pieno.
genere che più ti rappresenta? Sono una scrittrice abbastanza incostante, perché non
riesco a scrivere tutti i giorni ma faccio passare tanti giorni tra una parola
e l’altra. Sto lavorando per darmi un metodo, sperando di riuscirci. Ma sono
anche una scrittrice che vuole sempre
imparare, migliorarsi. Così quando non scrivo studio e leggo, molto. Il genere
che più mi rappresenta è di sicuro il romance, che è il genere di cui scrivo.
Le storie d’amore mi hanno sempre appassionato. Ricordo che ero poco più che
adolescente quando leggevo gli Harmony di mia nonna, poi col tempo ho iniziato
a leggere di tutto. Adoro anche i gialli e i thriller.
(alla quale) ti ispiri? Più che fonte di ispirazione, alcuni scrittori sono
dei veri e propri modelli da seguire per imparare questo mestiere. Ne ho
diversi e non tutti appartenenti al romance. Adoro Calvino e ho letto quasi
tutto di Hemingway. Rimanendo nei classici, non posso non citare Jane Austen.
Ma adoro anche Ken Follet e l’americano Joe Lansdale, che sono lontani anni
luce dal romance. Tra le autrici di romance che preferisco ti cito due nomi:
Danielle Steel e l’italiana Mariangela Camocardi.
pubblicato? Il primo romanzo che ho pubblicato è Quando
l’amore chiama, pubblicato a luglio 2014 per Rizzoli You Feel. Da poco per
la stessa collana è uscito Chiedimi se ti
amo ancora. Sono due romanzi differenti tra di loro, il primo è romantico e
molto ironico, il secondo è emozionante.
mi fa compagnia da circa un paio d’anni, è arrivato il momento di portarlo in
vita. Ho scritto solo pochi capitoli e più la trama sedimenta in me, più le
scene si delineano nella mia immaginazione. Come sempre sarà una storia
d’amore.
in giro, dai film che vedo. Anche dalle canzoni che ascolto. È come se
assorbissi tutto e poi al momento opportuno riemerge nella mia mente quel
particolare, che mi aiuta a descrivere un sentimento o costruire una scena.
Ormai ho una sorta di deformazione che mi accompagna e ogni cosa che mi
colpisce viene romanzata.
rifugi per scrivere? Col tempo ho capito che non ho un luogo preferito, perché riesco a scrivere
ovunque se riesco a isolarmi. Molti capitoli dei miei romanzi li ho scritti con
lo smartphone o con il tablet. Poi riporto tutto sul pc, che essendo portatile,
è sempre in giro per caso. Solitamente scrivo di sera, sul divano anche con la
tv accesa. Però mi è capitato di scrivere in aereo, in sala d’attesa dal medico
oppure sui mezzi pubblici. Se arriva l’ispirazione e ho le mani libere, ne
approfitto subito.
darmi un metodo per essere più costante, sono ancora troppo dipendente dai
momenti d’ispirazione. Quando lavoro a un romanzo scrivo su carta la trama e
cerco di schematizzarla già dividendo tutto in capitoli. Prima di fare questo
ho bisogno di raccontare la trama a qualcuno per capire meglio i punti deboli.
Ascoltarla fa bene anche a me. Solitamente il malcapitato è il mio compagno, se
lui non c’è mi rivolgo a mia sorella o a qualche mia amica. Detto ciò, la trama
mi accompagna sempre ed elaboro tutto a mente, qualsiasi idea la lascio
sedimentare bene prima di metterla su carta quando ho tutti i passaggi chiari.
vita di tutti i giorni e l’attività di scrittrice? Forse ho già risposto involontariamente
a questa domanda. Diciamo che tutto il mio tempo libero lo dedico alla
scrittura e cerco di non accavallare mai questa passione con il resto, fino a
che non riuscirò a farlo a tempo pieno. Se mentre sono al lavoro o impegnata a
fare altro mi viene in mente qualche idea o l’ispirazione, cerco di fermare
tutto su un pezzo di carta o sullo smartphone e riprendo il filo dei pensieri
appena possibile.
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