Babette Brown e Regin la
Radiosa hanno incontrato Linda Bertasi e l’hanno sottoposta a una serie di
domande. Le risposte sono state molto interessanti.

Chi è Linda Bertasi?
Cosa fai nella vita, quando non scrivi?
Ciao e grazie per questa intervista! Sono mamma
di una bellissima bambina di due anni, sono sposata e gestisco una piccola
realtà commerciale in provincia di Ferrara. Sono un’appassionata di storia e
letteratura inglese, amo dilettarmi nei montaggi video quando il tempo me lo
consente e, dal 2013, gestisco il mio blog dove do spazio agli emergenti con
recensioni, interviste e prefazioni.
Ci presenti i tuoi libri?
Ho pubblicato quattro romanzi. Il primo uscito
nel 2010 è un romance contemporaneo dal titolo “Destino di un amore”. E’ la storia di due famiglie legate dal
vincolo del sangue e racconta una storia d’amore lunga cinquant’anni. Philippe
e Francesca sono due adolescenti quando si incontrano e si innamorano a Parigi,
ritrovarsi a Ferrara profuma di speranza, ma il destino ha ben altro in serbo
per loro.
Nel 2011 esce il paranormal-romance “Il rifugio – un amore senza tempo” che
viene premiato nel 2012 come secondo classificato al Premio Letterario Valle
Senio. Racconta la storia di Anna, una diciassettenne che durante una vacanza
dal padre, nell’Hampstead Heat, si ritroverà protagonista di un’avventura che
corre sul filo del paranormale. Tratto temi come i viaggi astrali, le
dimensioni temporali e la reincarnazione.
Nel 2013 pubblico il romance storico “Il profumo del sud” (Butterfly
Edizioni) che mi vale una qualifica di merito come ‘autore commendevole’ al VII
Premio Letterario Europeo “Massa città fiabesca di marmo e mare”. Racconta la
storia di Anita, una donna che venuta a conoscenza del proprio passato, decide
di lasciare l’Italia per tentare di ricostruirsi una vita nel Nuovo Mondo. Qui
si ritroverà inserita in una società dilaniata da una profonda guerra
intestina, tra Nordisti e Sudista, sarà conquistata dalle bianche distese di
cotone e vivrà una passionale storia d’amore con Justin Henderson, ignara dei
venti di guerra che le alitano sulle spalle.
Nel 2014 pubblico il paranormal-fantasy “L’erede di Tahira” (Butterfly Edizioni). La storia inizia nel lontano 1561 quando una strega viene data alle fiamme.
Anni dopo Arianna si ritroverà protagonista di un’avventura incredibile:
catapultata in una dimensione parallela e privata dei propri ricordi, dovrà
rimettere insieme le tessere di un puzzle essenziali ai fine della propria
sopravvivenza e di quella degli altri. E’ una storia, questa, che affonda le
sue radici nell’antico Egitto e mescola elementi come la magia, la superstizione,
l’avventura e la storia.
Da quanto tempo scrivi? Hai pubblicato subito,
oppure i tuoi romanzi sono rimasti a lungo nel cassetto?
Scrivo da che ne ho memoria, non ricordo un
periodo della mia vita che non fosse legato alla scrittura. Il primo tentativo
lo feci a diciotto anni, mi misi davanti alla mia macchina da scrivere e
sfornai un volume di 400 pagine che ancora custodisco gelosamente. In seguito,
dopo il mio viaggio di nozze a Parigi, scrissi la storia di “Destino di un amore”. Devo ringraziare
mio marito per aver insistito a inviare il manoscritto alla casa editrice che,
entusiasta, lo pubblicò. In seguito ho scritto i miei romanzi e spedito
immediatamente, ottenendo riscontri positivi.
Come e dove scrivi? Usi il PC? Hai una stanza
tutta per te?
Scrivo sempre al PC per un unico motivo: se mi
azzardo a prendere appunti o annotare incipit su carta, sistematicamente questi
mutano non appena poso le dita sulla tastiera. Solitamente scrivo al portatile,
quando mia figlia dorme, ed è la cucina il luogo in cui do sfogo al mio estro.
Cosa dicono della tua scrittura parenti e amici?
Ti apprezzano, sono solidali, oppure ti prendono in giro?
Accanto a me, a supportarmi, ho sempre avuto la
mia famiglia; mio marito per esempio è il primo lettore ancora in fase di
stesura, senza il suo ok non si procede. Successivamente è mia madre la prima a
leggere il manoscritto completo alla ricerca di possibili refusi o inesattezze,
essendo una divoratrice di libri instancabile. I parenti mi leggono, ma non
sono sostenitori attivi, diciamo che nella mia famiglia la lettura non ha mai
occupato un posto primario, infatti ancora si chiedono da chi io abbia preso
questa passione. Gli amici mi leggono, mi apprezzano, ma sono pochi: la lettura
non è di certo l’aspetto che ho in comune con loro. Da quando esiste il social
Facebook, però, ho trovato molte amicizie sincere con cui condividere questa
grande passione. Ci sosteniamo a vicenda e il cameratismo è palpabile.
Progetti a breve e lungo termine?
Sono in
attesa di una risposta per il mio nuovo lavoro, un romanzo breve in cui mescolo
storia ed eros. Il progetto a lungo termine che mi impegnerà assiduamente è
ancora una volta uno storico in cui la mia città sarà al centro della scena.
Come sono i protagonisti maschili dei tuoi
romanzi? Ti ispiri a qualche attore, come fanno molte tue colleghe?
No, io scrivo sotto ispirazione, il personaggio
compare davanti ai miei occhi e me ne innamoro. Non ci sono regole. Se devo
trovare qualche similitudine posso dire che nel mio romance storico il
personaggio di Justin Henderson è un incrocio tra il protagonista de “Il cavaliere d’inverno” di P. Simmons e
il protagonista di “Ritratto di donna in
cremisi
” di S. Ahrnstedt.
Grazie per essere stata con noi.
Ringrazio ancora una volta per questa opportunità e saluto tutti i lettori dei vostri blog.
“Il profumo del sud”
“L’erede di Tahira”
In attesa di link, al momento non disponibile.

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