Camille Mofidi è la responsabile per l’Europa di Kobo Writing Life, la piattaforma di selfpublishing di Kobo. Babette Brown e Christiana V Verazzo hanno incontrato Camille in occasione del Women’s Fiction Festival che si è svolto a Matera dal 24 al 27 settembre 2015.

Buongiorno, Camille. Grazie del tuo tempo.

Grazie a voi.

1. Quale ruolo rivesti in Kobo?

Il mio ruolo in Kobo è quello di dirigente europeo per Kobo Writing Life, la piattaforma di auto-pubblicazione Kobo. Lavoro con gli autori indipendenti europei che vogliono auto-pubblicare i loro libri su Kobo Writing Life. Spiego loro come funziona la piattaforma e cosa devono fare per pubblicare i loro libri. Li aiuto se hanno domande riguardanti i loro testi: per esempio come caricare un libro, come convertirlo in formato ePub, come promuoverlo, etc. In pratica, aiuto gli autori nel loro viaggio nel self-publishing, e faccio sì che il processo sia il più agevole e semplice possibile.

2.  Quanti autori self sono iscritti a Kobo WL?

Kobo Writing Life è stato creato tre anni fa, nel 2012. Da allora è disponibile in tutti i Paesi in cui Kobo vende, il che significa in 190 Stati in tutto il mondo. La piattaforma stessa è disponibile in sei lingue: inglese, italiano, francese, tedesco, spagnolo e olandese. Pertanto gli autori italiani hanno accesso alla piattaforma nella propria lingua, con una guida in italiano e una pagina FAQ per trovare risposte alle loro prime domande. Nel complesso, ci sono 45 000 autori che pubblicano i loro libri su Kobo in tutto il mondo.

3. Quanti libri di autori self ci sono in Kobo?

Nel catalogo ebook di Kobo ci sono più di 4 milioni di ebook provenienti da autori auto-pubblicati e non, inclusi i titoli di pubblico dominio. Il catalogo self-publishing su Kobo rappresenta oltre 400 000 libri elettronici pubblicati in 82 lingue e provenienti da autori di 165 paesi del mondo.

4. Qual è la percentuale dei libri  auto-pubblicati in Kobo?

I libri elettronici pubblicati sul Kobo attraverso la piattaforma Kobo Writing Life rappresentano una percentuale tra il 12% e il 18% delle vendite in Kobo. Il che rende KWL il primo editore di Kobo!

5. Kobo è simpatico perché ricorda il piccolo Davide contro il colosso Golia/Amazon. Perché piace così tanto alla gente?

È vero che Kobo ha questa nomea simpatica. Siamo davvero Davide che combatte contro Golia. Autori e lettori ci vedono come lo sfidante per eccellenza. Siamo quelli che uniscono la tecnologia all’umanità, siamo e diamo la percezione di essere persone reali. Abbiamo un rapporto smart con tutte le persone del settore. È un bene questa rivalità, perché così gli autori hanno diverse aziende e persone con cui lavorare.

Inoltre, noi cerchiamo di non essere solo una soluzione tecnica e una piattaforma, ma anche una società di persone in grado di aiutare e di parlare con l’autore dei suoi libri. La relazione personale dietro la tecnologia è molto importante, anche se siamo una società digitale e stiamo parlando di ebook. Per gli autori è molto importante vedere un volto umano e sentire una voce durante il processo di pubblicazione dei libri.

5. Progetti per il futuro?

Abbiamo tantissimi progetti: cerchiamo di migliorare la piattaforma di continuo e riceviamo molti feedback da autori in tutto il mondo. Ci dicono cosa cercano, come utilizzano la piattaforma, che cosa vorrebbero fare. Per esempio, consentiamo agli autori di avere accesso a tutte le loro vendite in tutto il mondo su un database presente nel loro account Kobo Writing Life. Questo comprende le loro vendite per libro e per Paese; così l’autore è in grado di monitorare le vendite e i prezzi dei suoi ebook a lungo termine.

I nostri ultimi miglioramenti riguardano l’aggiunta di nuovi servizi per gli autori. Fino ad ora ci siamo concentrati sugli ebook; ma sempre più autori ci chiedono il libro in formato cartaceo. Così vorremmo fornire un servizio di POD (print on demand) per libri che potrebbero servire agli autori per le loro presentazioni o per altri eventi. Il POD consentirebbe ai lettori di andare in libreria e ordinare una copia stampata del libro di un autore self. Puntiamo a fornire questo servizio nel prossimo anno e in tutti i Paesi.

6. Politica dei prezzi?

Un punto importante da tenere a mente per il processo di self-publishing è questo: l’autore è l’editore e ha il controllo su tutto: questo include i diritti sul libro e il prezzo. Gli autori mantengono i loro diritti e possono disporre di tutto, compreso il prezzo dei loro ebook. Possono collocare i loro libri gratuitamente, senza alcuna penalità da parte di Kobo, se lo desiderano. Oppure possono cambiare il prezzo tutte le volte che vogliono, senza alcuna limitazione.

Certo, hanno bisogno di sapere quale sarà il prezzo corretto per il loro ebook. Questo dipende dal tipo di libro: saggistica, o letteratura, o narrativa di genere (romance, thriller, fantasy…). Gli autori dovrebbero fare riferimento ai libri che si trovano nella stessa categoria del proprio libro sul negozio Kobo e scoprire la fascia di prezzo a cui vengono venduti; questo darà loro un’idea del prezzo corretto per l’ebook che intendono vendere.

7. Cosa ne pensi delle formule di abbonamento illimitato?

L’annuncio della chiusura di Oyster (uno dei primi start-up americani che hanno sviluppato un’offerta di abbonamento N.D.R.) dovrebbe ricordarci che la sottoscrizione è ancora nella sua fase iniziale e il modello non è ancora completamente stabilito.

La domanda principale da porsi potrebbe essere: quale business model è alla base della sottoscrizione? I lettori possono essere attratti dalla formula all-you-can-eat su tutto il catalogo, come Netflix per i video. Ma allora quale sarà il valore della creazione? E che ricompensa otterrà l’autore per suo lavoro, se i lettori pagano solo un importo fisso al mese e possono leggere tutti i libri che vogliono? Qual è l’equilibrio tra ciò che il lettore vuole e ciò che l’autore metterà in tasca alla fine del mese? L’abbonamento può essere pericoloso se dà l’idea che la cultura non abbia alcun valore e che questa concezione valga per ogni singolo libro. Dovremmo essere cauti riguardo a questo modello e cercarne uno che possa essere sostenibile per tutti (lettori e autori) a lungo termine.

8. Situazione del self-publishing in Italia?

Questa è la seconda volta che partecipo al Women Fiction Festival, a Matera. L’anno scorso una intera giornata era stata dedicata all’editoria indipendente. Quest’anno il self-publishing è stato presente in tutti i panel e in tutte le discussioni. Questo dimostra che il self-publishing sta diventando parte del settore e parte dello scenario: è vero per gli Stati Uniti, che è il primo mercato degli ebook. Ma questa tendenza è arrivata anche in Europa: se guardiamo con attenzione al mercato italiano, possiamo vedere il crescente interesse tra gli scrittori, anche se sono già pubblicati (in formato cartaceo e/o ebook) dall’editoria tradizionale. Questo non vuol dire che vogliono abbandonare il loro editore e passare al self-publishing per sempre. Ma in questo momento gli autori in Italia, come in altri Paesi, vogliono essere in grado di decidere della loro carriera a seconda delle opzioni a loro disposizione e una di queste possibilità viene offerta da piattaforme di self-publishing come Kobo Writing Life. Ora gli autori possono scegliere e decidere se vogliono auto-pubblicare il loro prossimo libro, oppure servirsi di un editore tradizionale.

9. L’anno scorso ci sono stati molti grandi autori americani indipendenti come Bella Andre, Debra Holland, ecc. Quest’anno non così tanti…

Probabilmente uno dei motivi è che l’anno scorso per la prima volta l’auto-pubblicazione era parte del programma al WFF. Per cui si comprende l’importanza di avere grandi nomi per parlare della loro esperienza positiva ed essere d’ispirazione per altri scrittori. Quest’anno, gli autori self erano dappertutto: nei panel, come David Gaughran, ma anche tra il pubblico. Ad esempio, Elle Casey, un’autrice canadese che vive in Germania, ha posto alcune domande interessanti agli agenti letterari. Un’altra autrice self presente era Giulia Beyman, una scrittrice italiana che ho incontrato al WFF lo scorso anno. Da allora abbiamo lavorato a stretto contatto per promuovere con successo i suoi libri su Kobo.

Potremo vedere sempre più autori diventare quelli che spesso vengono definiti autori “ibridi”, ossia quegli autori che pubblicano sia con l’editoria tradizionale che con auto-pubblicazione, decidendo ogni passo della propria carriera.

10. Qualcosa di personale: come si fa a bilanciare il proprio lavoro con la famiglia?

Lavoro in Kobo da due anni. È un ambiente molto stimolante, perché parecchio dinamico. Si tratta di una società digitale, con molti strumenti digitali, ma anche con molte squadre dislocate in tutto il mondo, il che lo rende un luogo accogliente in cui lavorare. Ho colleghi in Francia, Italia, Germania, Regno Unito… e il resto della squadra è in Canada dove si trova la sede principale di Kobo. Il tocco internazionale di Kobo lo rende un luogo davvero piacevole in cui lavorare! Inoltre, avendo base in Europa, io lavoro da casa, il che mi permette di organizzare il mio tempo. Mi dà molta libertà di assistere ad alcuni eventi in Europa, come il WFF, e di confrontarmi con gli autori in queste occasioni. È un aspetto che amo del mio lavoro: incontrare gli scrittori e discutere del loro processo di scrittura, dei loro libri e aiutarli con i loro progetti ancora da pubblicare.

Grazie, Camille, per essere stata con noi. È stato un piacere, che condivideremo con i nostri lettori.

Grazie per l’intervista, Babette e Christiana! Spero che piaccia ai vostri lettori!

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Se volete saperne di più su Kobo Writing Life, potete dare un’occhiata qui: https://www.kobo.com/writinglife

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Curriculum? Lo trascrivo così come me l’ha mandato via mail Camille Mofidi.

“After my master in publishing, I worked first as an editor within the Hachette Book Group in Paris for 5 years. Then I became digital counsellor at the French Publishers’ Association for another 5 years, before working for Kobo as European Manager for Kobo Writing Life since 2 years.”