Siamo riuscite a trascinare in Redazione una recalcitrante Rebecca Quasi che, come al solito, ha poca voglia di parlare di sé, preferendo affidarsi solo ai suoi romanzi per imbastire un colloquio con i lettori.

Finalmente sei qui! Avanti, presentati ai lettori e alle lettrici.
Rebecca Quasi è lo pseudonimo di una signora di mezza età che scrive per hobby e che nella vita fa l’insegnante di scuola primaria.
Scrivo prevalentemente romance contemporanei. Ho scritto qualche romance storico commettendo scivoloni storiografici (ma poi sono arrivati i Bridgerton che hanno sancito che c’è posto per tutti); ho una compagna di banco, Amalia Frontali, con cui scrivo romance storici senza errori storiografici e il 21 giugno è uscito il mio primo (e forse ultimo) giallo – rosa intitolato “Incidente Franciacorta” (QUI la recensione di Babette Brown)..

Abbiamo cominciato bene. Vedi che con qualche incentivo (accenna ai ceppi alle caviglie di Rebecca) riesci a scioglierti un po’? Come, quando e dove scrivi? Computer, penna d’oca…
Scrivo esclusivamente su pc, dal primo capitolo all’ultimo rileggendo molte volte, anche in fase di stesura.
Scrivo quando posso, per lo più di sera perché alzarmi presto è contro i miei principi morali.

Brava… (allunga un biscotto) Sei molto coinvolta in quello che scrivi, o riesci a distaccartene?
Un po’ distaccata e un po’ coinvolta. A volte anche le due cose insieme. Perché una storia sia interessante da raccontare deve necessariamente essermi cara e interpellarmi in modo esistenziale; tuttavia se mi riguardasse in modo viscerale non credo che riuscirei a scriverla e se anche riuscissi, non la pubblicherei.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Una traccia nel cervello a maglie molto larghe. Solo per “Incidente Franciacorta” ho compilato una scaletta con le date perché erano fondamentali nell’incastro della trama.

Metodica, oppure quando-posso-non-so-se-posso?
Sono metodica, quando posso. La scrittura è un hobby per cui viene dopo il lavoro, però cerco di essere fedele agli impegni che prendo con me stessa. Capita che una storia mi ispiri per un po’, poi cessi di dirmi qualcosa, in quel caso l’abbandono temporaneamente e passo a un altro progetto. Essendo un divertimento non mi cruccio se ho delle pause, dei tempi morti, degli abbandoni e delle riprese.

Leggi tanto? Come saprai, noi amiamo i topi di biblioteca.
Leggo tanto e di tutto (tranne l’horror). Da quando scrivo non ho mutato gusti, ma mi sono accorta che il mio palato si è affinato sui tecnicismi. Da un lato sono orgogliosa di questa raffinatezza acquisita, dall’altra mi ha penalizzata un po’ sul versante emozionale.

Concorsi: sì, o no? Opportunità, o nota dolente?
Tendenzialmente propendo per il no, soprattutto per pigrizia, perché ci sono tonnellate di scartoffie da compilare. Con Amalia Frontali abbiamo partecipato a Storyteller 2020 di Amazon e siamo arrivate in finale con il romanzo “Centro”. È stata una bella soddisfazione, anche se a livello di visibilità del libro non abbiamo notato nessun miglioramento.

Progetti per il futuro?
Al momento sto revisionando alcuni romanzi storici per ripubblicarli in self e sto scrivendo un romanzo storico con Amalia Frontali.

Mentre scappa, Babette urla “Le chiavi dei ceppi sono lì, vicino alla tua sedia. Visto che non è stato nulla di drammatico?”

Se ti prendo…