Uscito il 14 gennaio, il romance contemporaneo “I Due Mondi”, di Deanike, sta avendo successo. Recensioni entusiaste e un’ottima posizione nella classifica di Amazon. Abbiamo intervistato l’autrice, reduce dalla sua prima “fatica” letteraria.

1. Parlaci un po’ di te: quanti anni hai, dove vivi, sposata, figli… le solite cose. Un inizio “blando” e rassicurante…

Innanzi tutto ringrazio te Annamaria per questa opportunità. Amo parlare di me stessa, non per mania di protagonismo, ma perché credo nella comunicazione. Dare un pezzo si sé agli altri crea un circolo virtuoso di intime confidenze che a parer mio sono alla base della costruzione di una solida rete sociale che sia di comprensione e di sostegno per tutti, ma soprattutto del mondo femminile. Iniziamo bene… prolissa come poche! Comunque, Ho trentacinque anni, sono sposata con un adorabile bastardo e sono madre di due piccole canaglie. Una famiglia normale. insomma: confusa e felice.

2. Che genere di attività svolgi? E quali studi hai seguito per arrivare a questo lavoro?

Sono un libero professionista, o almeno lo ero prima di essere travolta dall’inesorabile crisi economica che ha sconvolto il nostro paese, cibandosi, in maniera prediletta, di tutti quelli che fanno parte della mia generazione. Ho una laurea quinquennale in scienze dell’educazione e sono specializzata in criminologia e psicologia forense. Lo so, lo so, sembra “tanta Roba”, probabilmente lo è. Fatto sta che le mie specializzazioni prendono la muffa inutilizzate. Pazienza, me ne farò una ragione, come di tutto il resto d’ altronde.

3. Viviamo da anni un periodo di crisi che ha colpito soprattutto la tua generazione: uomini e donne con una buona preparazione, che non riescono a trovare un lavoro adatto alle loro competenze (a meno che non vogliamo parlare dei vari cocopro, call center, e così via).

Disillusi, annichiliti e nutriti a pane e cinismo. Sembrerò dura, ma è esattamente quello che sento.

4. Ti sei messa in gioco con questo tuo primo romanzo. Una scommessa con te stessa? Il desiderio di metterti alla prova?

Ambedue le cose. Amo la lettura e la scrittura da sempre. Non mi sono mai misurata in questo ambito perché ero impegnata nel raggiungimento di altri obiettivi. Nel momento in cui mi sono ritrovata a casa, disorientata, amareggiata e inquieta, mi sono detta “Perché no?” e questo è stato l’incipit della mia avventura.

5. Perché proprio un “romance”? È nelle tue corde, oppure hai solo cercato un genere più commerciabile di altri?

Perché mi piace da lettrice e questa è già un ottima motivazione. Inoltre volevo scrivere un genere che potesse “arrivare” a tutti. Che fonda le sue basi sul “sogno”, quello del lieto fine, rassicurante come non lo è la vita.

6. Il “romance” è spesso vilipeso, considerato da molti animi paludati come una letteratura di serie B. Eppure, è un genere amatissimo.

Riporto parte dei ringraziamenti scritti ne “I Due Mondi”. Non saprei esprimere meglio ciò che sento:

“Grazie e ancora grazie alle lettrici della narrativa “rosa” che da una larga schiera di intellettuali frustrati si vedono accusate di ignoranza.
Grazie a noi donne che rifuggiamo da qualsiasi etichetta, che leggiamo Nietzsche la mattina e un rapporto sadomaso la sera, che non amiamo essere preconfezionate in un prodotto stereotipato che la società vorrebbe per noi. Perché nei nostri amati romanzi, cerchiamo il sogno, quella leggerezza che troppo spesso ci è negata nella realtà. Quindi, lasciateci le nostre storie e quando volete parlare di noi, soffermatevi a guardarci, per davvero. Vedrete un universo dentro di noi, siamo casalinghe, studentesse, lavoratrici, mamme, mogli, amanti e… da millenni reggiamo il mondo!”

7. Come hai scritto “I due mondi”? Carta e penna, moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, ipad, iphone?

Tutto è nato d’impeto. Una storia che tormentava, per immagini, la mia mente. Lo scheletro è nato in cartaceo. Un quaderno a righe della prima elementare, rubato a mio figlio, che ancora me lo rinfaccia e una matita. Tutto qua. Dopodiché ho sempre lavorato al computer, seguendo lo schema che non è mai cambiato. Come dire… Buona la prima!

8. Scrivi tutti i giorni, oppure sei incostante?

Incostante cronica. Seguo la “pancia”.

9. Per scrivere bisogna prima leggere. Sei una lettrice assidua? Quanti libri leggi all’anno?

Non posso fare una stima perché varia da anno in anno. Posso dire che ci sono periodi da un libro alla settimana e periodi da un libro al giorno. O per meglio dire, a notte. In ogni caso leggo tanto e di tutto.

10. Qual è il genere letterario che prediligi?

Nessuno in particolare. Prediligo i libri belli. Non ridete!

11. Cita due autori italiani e due stranieri che ti hanno ispirato.

Pirandello e il suo parossismo, Grazia Deledda e il suo sublime raccontare la mia terra, Baudelaire e il suo essere “maledetto” e Nietzsche che con il suo enunciato mi ha cambiato la vita: «Dio è morto!»

12. Hai mai seguito un corso di scrittura creativa? Oppure, pensi di seguirne uno? Ritieni che questi corsi siano utili?

Mai! Però potrebbe essere un’esperienza interessante.

13. Quali emozioni ti ha suscitato la scrittura de “I due mondi”? Ti sei divertita, oppure hai sofferto? O entrambe le cose?

Mi sono divertita tantissimo. Soprattutto con le mie beta. Un esercizio costante di ironia e autoironia. Ho anche sofferto. Scrivere significa esporsi. Guardarsi dentro. Riesumare cadaveri che imputridivano nel dimenticatoio.

14. Parlaci dell’ispirazione che ti ha spinto a scrivere il romance.

Una notte di agosto, e vi assicuro che in Sardegna sono davvero magiche, ho scritto quattro righe e le ho spedite a due amiche del gruppo di lettura. Una suggestione che ha portato alla nascita di una storia. Poche parole che sono state l’alfa e l’omega del mio romance.

15. Qualche annotazione sui protagonisti, Aurora e Jeremy.

Aurora è forte e sagace. Ancorata a un sistema valoriale che è il riferimento della sua esistenza. Combattuta tra ragione e passione, cede all’una pur non abbandonando l’altra.

Jeremy, invischiato in un mondo che rende opaco tutto ciò che tocca. Viaggiatore inconsapevole, alla ricerca di se stesso. Lui è un uomo che fa male. Tanto male ma…

16. La vicenda de “I due mondi” si svolge a New York e in Sardegna. Quest’isola meravigliosa è la tua terra natale, ci vivi con la famiglia: non hai avuto bisogno, quindi, di “studiare” e prepararti. Per New York, invece, location molto amata dagli autori di romance (ma poco conosciuta… ho letto certi svarioni!), come ti sei documentata? Ho visto che sei stata molto precisa. Google Maps e così via?

Ho usato tutti i mezzi a mia disposizione per fare ricerche il più accurate possibile. Per fortuna il mio amico Google è sempre ben informato. Questo fra i tanti è l’insegnamento più importante che ho appreso, nel mio percorso di editing, “la ricerca è alla base di un buon lavoro.”

17. “I due mondi” è ben piazzato in classifica su Amazon. Ti aspettavi questo successo?

Assolutamente no! E la parola “successo” mi mette molta ansia. (Gattino che sbatte la testa al muretto!)

18. Sei in piena pausa post-pubblicazione, oppure hai già qualche idea per la prossima storia? Se sì, ci vuoi dare qualche accenno? Giusto per ingolosire i lettori?

Sono decisamente in pausa post pubblicazione, ma ho due progetti che aspettano solo di essere sviluppati. Uno di questi, “Sisters in Love”, vede parte del suo prologo pubblicato in appendice de “I Due Mondi”. Parla di tre sorelle che la vita ha sottoposto a prove pesanti. Nel prologo le conosceremo bambine. In seguito assisteremo alle vicende di tre donne diventate adulte che nel vivere il loro presente, devono costantemente fare i conti con il passato.

Vi lascio un piccolo estratto inedito:

Mentre la macchina si parcheggiava nel posto che un tempo era stato della vettura del padre, le tre sorelle respiravano appena. Nei lunghi anni trascorsi non una volta erano entrate nella loro vecchia casa. Qualche volta si fermavano all’esterno e la guardavano. Da fuori potevano ignorare l’assenza e guardando le vetrate immaginare tavole imbandite, compleanni e feste di Natale. Grida, risate e profumo di cibo. Ciò che non era e non sarebbe mai stato.

Come una mamma chioccia, Sofia fece da frangivento: aprì la porta di casa e le sorelle come pulcini la seguirono fiduciose. Il silenzio era assordante, gli odori, gli oggetti e l’aria stessa gridavano casa. La loro dimora, paziente, le stava aspettando e con lei, forse, in qualche modo, anche i loro genitori.

Le tre ragazze si abbracciarono, piansero. Le loro lacrime, copiose, penose, sofferte, non erano solo lo sfogo di tre donne che a causa della loro infanzia rubata, in qualche misura sarebbero sempre rimaste quelle bambine spezzate, ma un rituale purificatore che cercava di cancellare il dolore a favore della vita. Un’esistenza da scrivere, insieme, in quella magica dimensione fatta di sangue e parole che si chiama essere sorelle.

OoO

Diapositiva1http://www.amazon.it/I-Due-Mondi-Deanike-ebook/dp/B01AMZIY96/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1453549071&sr=8-1&keywords=i+due+mondi