Simona Gervasone vive a Cuneo ed è originaria di Collegno.
Scrive per passione, ma è “una squallida impiegata” per necessità.
Ama tutto ciò che le permette di creare; conosciuta per le sue pirografie, ha costruito da sé molti mobili che ora sono nella sua casa. Adora il legno in tutte le sue forme.
Ama viaggiare, il sole, il mare, la natura in generale.
Vive in una sit-com con suo marito e sua figlia.

Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Ho scritto diversi generi. Horror, Fantasy, Young Adult, Romance. Attualmente i romance sono in valutazione, mentre gli altri sono stati pubblicati. Sono molto attratta dall’Horror da sempre ed è un genere che mi piace molto leggere, ma con il passare degli anni ho voluto sperimentare altri generi. È stato un percorso forse accompagnato al fatto di essere diventata madre e che mi ha avvicinato a una tipologia di romanzi differente. Ancora oggi comunque porto avanti diversi progetti, passando dal romance allo YA, a seconda di come mi sento. Dello Young Adult che scrivo mi piacciono le sensazioni, le storie senza i risvolti più problematici e oscuri dell’età adulta.
Senza voler cercare paragoni che non ci sono, mi piacciono i libri che possono far circolare storie intriganti come Stranger Things.

Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Dipende. Se ho il pc acceso prendo appunti a video. Diversamente ho un quadernone in cui, in una calligrafia degna di un egiziano ai tempi di Cleopatra, butto giù quello che mi passa per la testa.

C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
Sì, la sera, anche se non sempre è fattibile e devo organizzare la giornata in maniera da ritagliarmi più tempo possibile. Capita spesso che salti la cena per approfittare del momento in cui gli altri mangiano.

Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Mi diverto moltissimo e soffro moltissimo.

Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Credo entrambe. O meglio; faccio uno scalettone ben preciso, addirittura suddiviso per quantità di pagine, ma mentre scrivo non è raro che la storia mi porti da un’altra parte o che io veda un nuovo orizzonte. Spesso i personaggi hanno reazioni che non mi aspetto.

Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Tutti i giorni. Penso sia necessario per mantenere “il filo teso”. Trovo che lasciar passare troppo tempo mi faccia perdere interesse, dimenticare le sensazioni; mi allontana dai personaggi.

Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Adesso sì. Una volta per niente. Credo di avere una scrittura più fluida e più matura. In genere adesso mi stupisco e mi chiedo: ma l’ho scritto io?

Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
A distanza di tempo sì. Lascio che la storia venga un po’ archiviata per così dire, in modo da leggerla senza saperla a memoria.

C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
Sempre. Piccoli particolari, lati del carattere o esperienza vissute.
È inevitabile che sia così.

Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è una lettrice assidua? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Leggo da quando ero una bambina. Ho sempre letto tanto e non posso vivere senza leggere. Pur ritagliando molto tempo per scrivere, non rinuncio alla lettura. In media leggo due libri al mese circa. Se sono in vacanza diventano uno a settimana.
E secondo me è vero che per scrivere bisogna leggere. Non puoi fare il cuoco se non assapori prima i piatti. Poi, puoi farli meglio o peggio di quelli che hai assaggiato, ma se non hai un’idea del loro gusto è difficile che tu possa eguagliarli.

Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
Sì, francamente non ricordo benissimo tutto. Diciamo che però ricordo abbastanza bene il fatto che gli altri concorrenti fossero piuttosto cattivelli.

A cosa sta lavorando ultimamente?
Al momento sto lavorando a un Romance e a uno Young Adult.

Texas. È un’estate calda e sonnolenta. Due ragazzi, amici per la pelle, con una situazione familiare simile per certi versi, ma anche molto diversa per altri, e un’invenzione strabiliante che potrebbe cambiare la vita di tutti. Ma cosa si nasconde dietro il successo dello scienziato senza scrupoli che l’ha inventata? In una pericolosa avventura, nasceranno amicizie, verranno a galla segreti sepolti sotto bugie e sotterfugi. L’unione fa la forza. Sembra questo il motto per uscirne indenni.  E noi non possiamo che correre di fianco ai protagonisti per vivere con loro forti emozioni.

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