È arrivato il gran giorno, Maria: finalmente, “Il Prigioniero” viene ripubblicato. Un successo che Mondadori ha deciso di mettere nuovamente sul mercato, nel formato digitale. Una scelta indovinata, secondo me, che faciliterà le lettrici giovani, che non si separano mai dal loro ereader.

A proposito di “romance”. Ti ho conosciuto come autrice di noir (è rimasta famosa fra gli amici la maratona: quattordici giorni = quattordici volumi delle avventure di Antonio Mariani) e fino a poco tempo fa, non avevo mai letto qualcosa di “rosa” a firma Maria Masella. Ho scartabellato fra la documentazione che avevo messo da parte per questa chiacchierata, e ho trovato la risposta che desti, parecchi anni fa, su questo tuo amore per il romance (Corriere Mercantile (supplemento de La Stampa, 2 marzo 2004):

…le adolescenti sono interessate ai sentimenti. E di questo tratta il romanzo rosa. Ma direi di più, ognuno di noi coltiva la speranza che i sentimenti, oggi come ieri, siano ancora importanti e fondamentali. Il problema, se mai, è un altro: nessuno si vergogna di andare in libreria o in edicola e di acquistare un giallo; chi legge rosa, invece, spesso non lo dice. … A torto si ha l’idea che la scrittura rosa sia di serie zeta, di una categoria inferiore. Il concetto di “genere” andrebbe abolito: esistono bei romanzi o brutti romanzi, questa è l’unica vera distinzione….

Sai che anch’io dico la stessa cosa? Separate alla nascita…

A questo punto, ti faccio la domanda che tutte le lettrici vorrebbero porti: quando è nato e dove Nicolò? Di tutti i miei romanzi, noir o romance, ricordo con discreta precisione il momento del “concepimento”, cioè quando idee sparse e confuse sono improvvisamente diventate una storia, raccogliendosi attorno a un’immagine centrale.

Non mi dire che Nicolò è nato… Il prigioniero è, ovviamente, nato in un cella! Non in una cella qualsiasi, ma in una della torre Grimaldina, che è parte integrante di Palazzo Ducale a Genova.

Ducale? La veneta che è in me digrigna i denti. Ducale, sì, perché era la residenza non di un duca ma del Duca, quello che a Venezia chiamavano Doge. La torre è stata adibita per secoli, fino alla seconda guerra mondiale inclusa, a prigione. Stavo visitando le celle, e non era la prima volta, anche per ammirare il panorama che dal piano più alto è eccezionale, quando ho visto un uomo, rinchiuso innocente.

L’ho sempre detto che voi scrittori siete strani… Mai negato. All’improvviso i fili sparsi hanno trovato spazio in un unico disegno: la passione per un periodo storico, quei pochi anni fra la Rivoluzione Francese e l’Impero Napoleonico, e la passione, strettamente legata alla prima, per le opere di Ugo Foscolo, di cui conosco molti brani a memoria.

Un genio, non amato abbastanza secondo me. Parlavi della Torre Grimaldina e del Palazzo Ducale. Sempre Genova, vero? Sempre. Dalle mie finestre vedo uno dei forti che circondano Genova. Per tanti anni ho abitato poco lontano dal ponte in cui Massena ha firmato la resa della città dopo un terribile assedio da parte delle forze austriache, quando Genova era rimasta l’unico avamposto francese nella Penisola e accoglieva fuoriusciti da Venezia, Napoli, Milano. E conosco abbastanza bene le Ville del Ponente genovese, non è rimasto molto ma abbastanza da poter immaginare come erano al tempo del loro massimo splendore.

E a Genova tu fai nascere un uomo che già nel nome ha tutta la sua storia. Su questo scenario si è imposta la figura di Nicolò Negri, NN, non casuale. Perché il mio protagonista è un bastardo, un baro, un mezzano… Diciamo pure un gigolò. Un uomo che ha usato qualsiasi mezzo per sopravvivere in un mondo difficile per chi è nato dalla parte sbagliata. Un uomo che non si è mai potuto permettere l’onore o l’amore.

L’amore porta Nicolò a trovare in se stesso quell’onore che era sicuro di non possedere. È a questo punto che tu trasmetti ai lettori il messaggio che fa da base ai tuoi romance. Penso che in tutte le opere di un autore ci sia qualche tema costante, ricorrente: nei miei romance metto in scena uno degli effetti dell’amore, quello di portare alla luce il meglio di una persona. Nicolò si innamora e comincia a cambiare, facendo per amore quello che non aveva mai fatto: anteporre la felicità di un’altra persona alla propria.

L’altra persona mi sembra inconsapevole all’inizio dei sentimenti devastanti che Nicolò comincia a nutrire. Già, proprio così. Lo faccio innamorare di Lavinia, una giovane donna che neppure si rende conto del sentimento che ha suscitato. Ma l’amore, anche se non riconosciuto e non ricambiato, ha il potere di cambiare anche lei, spazzando via arroganza e vanità.

Posso concludere citando la risposta che desti al Blog “Una passione e oltre”, rispondendo alla solita domanda “Come concilia il lavoro di insegnante di matematica con quello di scrittrice?” Se devi proprio… Guarda che sono in pensione, ormai.

“Ho un saldo e affettuoso matrimonio, non del tutto d’interesse: il mio lavoro d’insegnante. Ho una relazione extraconiugale da anni, un vero amore, e ci frequentiamo spesso in ore notturne: la scrittura creativa. Ciò non esclude che abbia anche qualche altro amorazzo qua e là… la pittura per esempio.”

OoO

51ZOpuKgZwL._SX320_BO1,204,203,200_Genova, 1799. Nicolò Negri è un libertino, un baro, un mantenuto, che sembra non conoscere il significato della parola onore… e non esita a cogliere un affare, quando gli si presenta. Come la proposta della contessa Elisa: far innamorare la sua figliastra Lavinia in cambio di un magnifico cavallo. Ma Lavinia non è una donna qualsiasi e con la sua sdegnosa bellezza è in grado di trasformare Nicolò in una persona molto diversa, leale e altruista. Tuttavia, lei non è ancora pronta ad accorgersene…

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Ho  sempre desiderato scrivere,
ma ho tenuto questa passione sotto controllo per anni,
poi mi sono arresa.
Scrivere è appassionante!
Mi piace passare dal noir al romance, ma spesso l’ambientazione è genovese,
perché amo Genova, la mia città, e percorrendola trovo voci e volti
per i  miei romanzi.

Maria Masella nel Blog è una presenza che ci onora: https://babettebrown.it/?s=Maria+Masella