Giovanna Barbieri nasce a Verona il 15/01/1974 e risiede a Tione di Treno. Laureata in Scienze Politiche con indirizzo internazionale, per alcuni anni lavora come contabile e impiegata amministrativa.
Dal 2014 lavora come editor.
Appassionata da anni di Medioevo, nel 2013 apre un blog a tema medievale, dove posta numerosi articoli riguardanti la vita del periodo. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati dai blog e siti di storia: Italia medievale, Il Medioevo non è stata un’epoca buia, Medioevo tra luce e buio; racconti; recensioni di libri e film e altro ancora.
Nel 2017 ha tenuto alcuni corsi di scrittura creativa presso l’UTL di Negrar (Verona).
Nel 2014 pubblica come indipendente il suo primo romanzo (un time travel-storico): La stratega, anno domini 1164.
Nel 2015pubblica Cangrande paladino dei ghibellini (XIV secolo d.C.) con Arpeggio libero.
Nel 2016 pubblica i volumi 2 e 3 della trilogia della stratega, anno domini 1164: il sole di Gerusalemme e il Ritorno, ambientati nel XII secolo d. C.
Nel 2017 pubblica Dell’amore e della spada (XVI secolo).
Nel 2018 pubblica il primo giallo storico della serie dedicata a Goffredo Fortespada ed Edmundo de la Turre: L’accusa del sangue (XV secolo).
Nel 2019 pubblica il racconto lungo La figlia di Freyja, ambientato nel VI secolo d. C.
Nel 2019 pubblica la seconda indagine della serie gialla dedicata a Goffredo ed Edmundo: il palio insanguinato (XV secolo).
Nel 2020 pubblica Silfrida la schiava di Roma (V secolo d. C.)
1. Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Ciao a tutti, sono un’amante di Storia italiana, soprattutto tardo medievale. Scrivo romanzi d’avventura/ amore e gialli investigativi.
Ho iniziato a scrivere nel lontano 2009, per diletto, senza secondi fini; mi è piaciuto e ho continuato fino a ora. Mi piace tantissimo immergermi in epoche antiche, odorare e gustare il cibo che mangiavano i nostri antenati, camminare per le strade ancora decenti create dagli antichi romani; cavalcare giorni e giorni, guidare un carretto per la vendita della merce; cercare d’entrare nella mentalità dell’epoca sui nemici, guerre, donne, schiavi, servi.
2. Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Per gli appunti volanti ho un quadernetto sempre con me, molto utile anche se devo riassumere per punti dei capitoli spinosi, intricati. Altrimenti mi piace scrivere a pc.
3. C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
Sono più produttiva la mattina. Mi sveglio presto, alle 8 sono già al pc. Prima d’iniziare la mia giornata come editor, mi piace scrivere un’oretta.
4. Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Dipende da quello che devo scrivere. Mi diverto nella prima stesura dei gialli e degli altri miei romanzi, ma soffro molto durante la riscrittura della seconda bozza e le modifiche. Certo volte resto anche parecchio su un capitolo perché mi sembra che non sia mai abbastanza buono (come stile), che sia ripetitivo o che le battute siano banali.
5. Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
I gialli, per forza di cose, devo costruirli a tavolino. Non posso improvvisarli. Ma non scrivo di getto neppure quelli d’avventura perché gli eventi che accadono ai protagonisti s’intrecciano con la Storia e non posso scrivere anacronismi.
6. Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
In questo periodo sto lavorando molto come editor e di sera sono distrutta (gli occhi), non scrivo più molto. Tendo a essere una che programma a tavolino, non aspetto l’ispirazione.
7. Ama quello che scrive, sempre, dopo che l’ha scritto?
Non amo quasi mai quello che ho scritto. Sono una di quelle pazzoidi che riscrive intere parti del romanzo. Poi se trovo qualche inesattezza storica, la voglio correggere. Non mi piace lasciare anacronismi.
8. Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Sì, mi capita.
9. C’è qualcosa di autobiografico nei suoi libri?
Le mie protagoniste sono sempre forti, determinate e non si lasciano mai piegare dagli eventi drammatici. Anch’io ho un carattere forte. Gli uomini che descrivo di rado sono romantici, emotivi, sentimentali, piagnucolosi, anche perché quasi tutti sono guerrieri e loro non hanno né il sentimentalismo né la lacrima facile. Sono attratta dagli uomini con un carattere determinato. Solo Edmundo lo speziale è diverso, più intelligente della media, vizioso, curioso, desideroso d’aiutare il prossimo sia con i rimedi d’erbe e spezie sia con le indagini.
10. Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è una lettrice assidua? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Tra editing, quelli scelti da me con Aubile, Kobo, cartacei e saggi direi sulla cinquantina.
11. Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
No, non ho mai partecipato a un concorso. Ci proverò a breve.
12. A cosa sta lavorando ultimamente?
Devo terminare il terzo giallo storico della serie con Goffredo, Fiamma ed Edmundo. Sto creando anche un’altra protagonista, la strigaria Laoise. Vi racconto solo che è una donna gallese cresciuta nel rispetto della religione celtica.
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