Oggi ci fa compagnia Elen T. D., al secolo Elena Taroni Dardi, che ho conosciuto con la pubblicazione della trilogia romantic suspense “Sisters”.

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1.     Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Scrivo per intrattenere, invento storie d’amore calate in vari contesti, dallo storico al contemporaneo e oltre, ma ho pubblicato ben poco di quello che ho scritto.
In questa fase della mia vita sono particolarmente attratta dal Romantic Suspense un genere che mischia Amore e Azione, Pericolo e Passione.
Per chi non conosce il genere, viene facile richiamare film e serie TV che sicuramente si è sentito nominare tipo Il Santo con Val Kilmer (Film) opure Alias con Jennifer Garner (serie TV) che quindi hanno una trama ricca di intrighi internazionali o misteri dove però c’è anche una convincente storia d’amore.
Ho scelto questo genere perché “manca” in Italia quindi fatico molto a trovare letture che soddisfino la mia voglia di azione e amore, in lingua inglese c’è tantissima scelta ma solo la minima parte viene tradotta e quindi ho deciso di “fare da sola” e poi, dopo aver scritto, ho fatto un passo in più pubblicando e rendendo disponibili i romanzi anche ad altre lettrici e, perché no?, lettori.

2.     Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Tutto a video, se non esistessero i PC io non scriverei proprio niente e le storie resterebbero tutte nella mia testa perché se scrivessi a mano non potrei star dietro a quello che immagino. Il PC portatile è una mia appendice, appena so che devo star fuori anche solo una notte lo porto con me. Ho anche un quadernetto che uso per fissare alcune idee, in caso che proprio non possa mettermi al PC.

3.     C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
A me piacerebbe scrivere di mattina presto, purtroppo questo mi è possibile solo di sabato o domenica, per il resto mi arrangio e spesso, purtroppo, non scrivo affatto perché la sera sono troppo stanca oppure ho la mente piena di troppi pensieri.

4.     Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Mi diverto, tantissimo. Scrivere è la parte divertente, sono al contempo narratrice e fruitrice prima della storia.

5.     Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Navigo a vista ma con il cannocchiale. In pratica inizio a scrivere, rigorosamente in ordine cronologico, scena dopo scena. Quando sono circa a un terzo necessito di una pausa in cui penso alla struttura che sta venendo fuori e a come inserire correttamente il background dei personaggi e le descrizioni. La parte “strutturale” del romanzo mi piace quanto quella narrativa, credo che le due cose siano strettamente connesse e mi piace non essere scontata. Inoltre, dato che come ho detto spesso scrivo solo nel weekend, durante la stesura rileggo e revisiono più volte ciò che ho scritto utilizzando tecniche di autoediting che ho appreso e affinato negli anni in cui frequentavo un forum di scrittura creativa.

6.     Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Diciamo che sarei costante ma la vita “vera” mi rende incostante: per immergermi nella storia ho necessità di solitudine e zero pensieri e purtroppo non sempre le cose convogliano.

7.     Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Sì, certo. Magari le cose più vecchie le guardo con tenerezza e mai mi sognerei di condividerle all’esterno, ma le amo comunque.

8.     Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Sempre! All’inizio per cercare gli odiati refusi e vedere se il lavoro (autodidatta) di impaginazione è venuto bene e poi anche più avanti per “testare” il mio gradimento iniziale sul lungo periodo.

9.     C’è qualcosa di autobiografico nei suoi libri?
Proprio autobiografico no, però ci sono emozioni del mio vissuto o di quello di qualcuno vicino a me, magari anche qualche atteggiamento, ma tutte piccole, infinitesime cose.

10.  Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è un lettore assiduo? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Come dicevo, scrivo quello che vorrei leggere, quindi sì, leggo abbastanza anche se non quanto vorrei. L’anno scorso ho letto 27 libri, me ne ero prefissata 24, quest’anno spero di tenere una media al mese di 3, quindi 36 ma sono un po’ indietro sulla tabella di marcia!

11.  Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
Sì, ho partecipato ad alcuni concorsi ma solo in due ho ottenuto dei risultati. In un concorso Mondadori sono arrivata nella cinquina finalista, il Premio Salento in love invece mi ha assegnato uno splendido 2° posto: è stata un’emozione fortissima! Purtroppo, causa il lavoro che facevo allora, non potei andare a riscuotere il premio nell’evento che era stato organizzato: me ne pentirò per sempre.

12.  A cosa sta lavorando ultimamente?
Sto scrivendo uno spin off della serie Sisters. Si tratta di una novella stand-alone su due personaggi secondari che meritavano di essere messi su byte/carta e poi… ah, be’, per scaramanzia non lo dico!