Questa volta, il Gruppo si è scatenato (se volete far parte del mucchio selvaggio, andate QUI e iscrivetevi). Ecco la seconda puntata.

Riprende il discorso Fernanda Romani: Non avevo mai sentito dire che chi legge romance considera il fantasy di serie B, ma l’unico motivo che mi viene in mente è che criticando gli altri ci si sente migliori e chi legge romance di frustrazioni ne deve sopportare parecchie visto quanto è bistrattato. Purtroppo, si tende a giudicare un intero genere invece di analizzare il fatto che i libri scadenti sono sempre esistiti e sono trasversali. Nel romance ce ne sono di più perché è un tipo di narrativa molto “frequentato”.
Per quanto riguarda il fantasy, la storia è vecchia. Considerato genere per ragazzini o per adulti immaturi, in quanto “di evasione”. Idea becera, ma portata avanti sia come forma di ideologia per promuovere libri “realistici” come unica forma di narrativa accettabile, sia per ignoranza vera e propria. Ho perso il conto di tutte le persone che, quando iniziai a dire che scrivevo fantasy, mi chiesero: “Ah, scrivi libri per ragazzi?”. Purtroppo questo è un atteggiamento difficile da cambiare. Io lo vedo anche al cinema. Ho visto famiglie con bambini assistere a film violenti oppure con tematiche troppo adulte, e questo soltanto perché c’era l’eroe in costume, oppure gente che combatteva con le spade, quindi si faceva l’equazione “avventura = storia per bambini”.
Vi avverto, i miei fantasy non sono per bambini. Nella saga di Endora, tutti e tre i protagonisti maschili si prostituiscono oppure si prostituivano in passato. Spesso stanno nudi, per un motivo o per l’altro, e sono pure oppressi dalle donne, visto che si tratta di un società matriarcale.
Io vi ho avvisato.
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Amalia Frontali: Argomento interessante. Perché adoro il fantasy e perché sono una lettrice di gusti difficili, qualsiasi sia il genere.
Il fatto che il bue dia del cornuto all’asino non mi pare una novità. Quel che è innegabile è che romance e fantasy sono considerati serie B, cosa che non accade, o accade meno, ai gialli o alla fantascienza.
Perché?
Credo che la risposta sia nelle aspettative del lettore. Quella romantica e fantasy è letteratura che viene divorata, come fosse junk food (e lo dobbiamo ammettere che il junk food è “buono” di sapore, purché sia caldo e consumato al momento e quindi in fretta, possibilmente abbuffandosi), al punto che ci si dimentica di autore e titolo dopo tre minuti e non si pretende di trovare nella storia nient’altro che un po’ di schermaglie galanti, un (bel) po’ di sesso, un abbrivio ai sogni.
Succede nel romance senza dubbio e anche nel fantasy, che sono i generi d’evasione per eccellenza, in misura molto minore nel giallo, che prevede nei canoni di genere un intreccio, una serie di indizi, una certa suspence… tutti elementi che portano dal fast food almeno al pizzettaro.
Non sto denigrando fantasy e romance, sto dicendo che, per chi scrive, fa poca differenza produrre vegano, lasagnona di nonna, cucina molecolare o nuggets di pollo, tanto viene tutto ingollato allo stesso modo, con lo stesso voglioso entusiasmo, in un’orgia di endorfine facili (persino col rischio paradossale che masticando un pregiatissimo fegato di unicorno pastellato, ti dicano che… mmnn… buonino ma sapeva poco di cotoletta).
Mi direte che voi non siete lettrici di questo tipo, ci credo e sarei tentata di dirvi che non lo sono neanche io. Sono difficile di gusti, eppure… eppure mi sono accorta che ho smesso di “aspettarmi” qualcosa.
Se lo trovo eureka, ben venga. Ma se non lo trovo… pazienza. Scelgo i libri da leggere abbastanza con il lanternino, ma le mie aspettative sono basse, per questi generi. E neppure sono soddisfatta di quello che scrivo io (direi fraschetta con le tovaglie di carta e oste col grembiule unto), per dirla tutta.
Non sono i lettori il problema, ma le aspettative. Si siedono a tavola e si aspettano di mangiare schifezze. Quindi, chi ci tiene alla linea, alla salute o alla reputazione, manco ci prova a ordinare.
Anche lettori che amano il genere, col palato fino e che apprezzano – e ce ne sono – va a finire che le aspettative le hanno basse.
Proprio per questo, scrivere romance e fantasy che siano gourmet è una prova di talento magnifica, di fronte alla quale resto incantata.
Una cosa che non ho capito se mi infastidisce o mi fa ridere sono quei romance che vengono spacciati per altri generi e allora tutti li leggono e d ecco! diventano per magia letteratura. Come dire, vado al ristorante costoso e prendo hamburger zozzo. Dicono che sia chianina vattelapesca muflonata. Sarà vero? Buono, però.
(Amalia Frontali: QUI per dare un’occhiata alla sua Pagina-Autore su Amazon).

Federica Soprani: Fantasy e Romance. Una guerra tra poveri?
Ho letto molti pareri interessanti sull’argomento, e rischierei di ripetere concetti già espressi da altri. Credo che il problema nasca da una lato per la pretesa di etichettare ogni cosa, che negli ultimi anni ha preso piede in modo preoccupante soprattutto nel nostro Paese. Non solo nell’editoria, beninteso, ma anche nell’editoria, creando delle inutili ghettizzazioni – e auto ghettizzazioni… – che non recano alcun beneficio a nessuno, se non, forse, a qualche fenomeno che si ritrova a primeggiare nel ghetto personale che si è costruito intorno.
Io parto sempre dal presupposto che esistono libri scritti bene e libri scritti male, e questo è l’altro lato della faccenda. Ci sono i gusti personali, la formazione, l’educazione letteraria, e su questo non ci piove. Personalmente sono cresciuta leggendo di tutto, ma il fantasy ha avuto più spazio nelle mie letture rispetto ai romance. Buon per me, questo non mi ha impedito di apprezzare alcuni romance storici che erano nettamente superiori a certi fantasy. La questione è che finché gli scrittori, soprattutto quelli che pubblicano in self o con piccole case editrici, perderanno più tempo a farsi la guerra tra loro, per questioni di genere letterario o per qualsiasi altra frivolezza, che non a migliorare la propria scrittura, chiunque abbia l’interesse a portare avanti questa assurda dicotomia trionferà.
Cerchiamo di scrivere bene, e leggere bene. Magari c’è un genere che ancora non abbiamo scoperto di amare, pronto a stupirci.
(Federica Soprani: QUI per dare un’occhiata alla sua Pagina-Autore su Amazon).

Giuditta Ross: Su questo argomento posso portare la mia esperienza anche da libraia se non da lettrice e scribacchina. Come libraia tendo ad acquistare, oltre i soliti noti, quello che rispecchia il mio gusto, e io sono un’amante del romance e del fantasy. Meglio ancora se sono ben mescolati. Ma, ahimè, nel mio paesino di provincia non si vende romance, neanche un po’, e non me lo spiego se devo dare credito ai muneri dell’editoria che parla del romance come del genere più acquistato. Si vende qualche fantasy in più, ma solo per i bambini o i ragazzini e quasi sempre come sforzo per andare loro incontro, perché le “vere” letture sono altre. Eh sì, un bel po’ di bigotti dalle mie parti. Più volte mi sono morsa la lingua nel rispondere a clienti che “…io leggo tutto eh, ma non le storie d’amore. Quelle bleah…”
Come lettrice so che ci sono libri ben scritti e libri in grado di toccare ognuno di noi a prescindere dal “genere”. Una consapevolezza che è venuta col tempo però; a diciotto anni, tutta pregna di letteratura e ideali, avrei dato un’altra risposta, ne sono quasi certa. Come autrice ho scritto fantasy e romance, sono quello che mi piace leggere e mi diverte immensamente scrivere. I giudizi approssimativi sono fastidiosi, tuttavia essere “di nicchia” ha il suo fascino.
(Giuditta Ross: QUI per dare un’occhiata alla sua Pagina-Autore su Amazon).

Lucia Eva Sistro: Mi viene da ridere se penso che cencio parla male di straccio, quando poi entrambi vengono scherniti dalla scopa o dal detergente di turno. Tutti servono per pulire il pavimento, ma è la qualità di ognuno di loro a fare la differenza.
Pensino ciascuno a vedere i propri difetti!
Da lettrice non discrimino nessun genere (maledetta parola), vado dove mi portano la curiosità o il bisogno del momento.
(Lucia Eva Sistro: LETTRICE).

Eugenia Franzoni: Romance vs Fantasy… ma perché? Per fortuna il mondo è bello perché è vario – o “avariato” – e ognuno dovrebbe essere libero di leggere quello che vuole. È come con gli uomini (o con le donne): ce ne sono di bruttissimi per una persona che poi sono bellissimi per un’altra. Poi, certo, come per gli uomini e le donne, ce ne sono alcuni che sono oggettivamente più belli di altri, o altri che compensano la bruttezza (i refusi?) con altre caratteristiche, ma perché dare una valutazione tanto tranchant su qualcosa che, alla fine, è soggettivo?
Poi, certo, se una persona è brutta fuori e anche antipatica e cattiva, a volerle bene non sarà tanta gente, ma per fortuna c’è speranza per tutti (e anche qualche lettore soddisfatto pure da un libro scritto peggio)!
(Eugenia Franzoni: LETTRICE).

Sarah Bernardinello: Generi bistrattati entrambi, indubbiamente, da chi li considera non all’altezza di una “certa” letteratura. Che poi chi scrive romance guardi allo stesso modo chi scrive fantasy, e viceversa, be’… Sono considerati letteratura d’evasione, fatti per passare qualche ora leggera, ma non sono d’accordo. Nel romance si possono toccare temi attualissimi (scrivendo MM, penso alle persone che si trovano a lottare con la propria sessualità, con i pregiudizi della gente, ecc.); Nel fantasy, il mondo costruito può semplicemente essere una metafora della realtà odierna. Ora, che questi due generi si guardino in “cagnesco” è forse da attribuire al fatto che sicuramente il romance vende di più, a prescindere da cosa ne pensi la gente, mentre il fantasy, come in molte hanno già considerato, è da sempre attribuito alla letteratura per ragazzi, cosa che è stata ampiamente messa in discussione come falsa. Io scrivo entrambi, leggo entrambi, e mai una volta mi sono sentita divisa in due, oppure autrice di serie B. Tutto sta nella sensibilità delle persone e nel guardare al mondo con una prospettiva più ampia, senza indossare i paraocchi. Che poi uno preferisca un genere o l’altro, de gustibus e, come sappiamo, lì non si discute. Mi sa che sono andata fuori tema, come al solito.
(Sarah Bernardinello: QUI per dare un’occhiata alla sua Pagina-Autore su Amazon).

Katia Galli: Io da lettrice, prediligo il fantasy, mae  altri generi, mi sono spesso trovata di fronte a gente che non apprezza il romance. Ammetto che anche io in passato non mi ci avvicinavo nemmeno sotto tortura, semplicemente perché non mi attirava, ma non mi sono mai permessa di giudicare chi lo leggeva, perché i gusti sono gusti. Da quando, cinque anni fa, ho scoperto i self, mi si è aperto un mondo, e ho avuto il piacere di leggere romance di ogni “sfumatura”. La gente dovrebbe aprire un po’ più la mente così da arricchirsi anche personalmente.
(Katia Galli: LETTRICE).

Concludiamo con Sonia Morganti: Romance vs Fantasy, ossia quella selvaggia nostalgia dell’asilo che attanaglia il cuore dei polemici da tastiera.

I libri si dividono in due categorie: quelli scritti bene e quelli scritti male. Ed entrambi possono piacere o non piacere, per motivi soggettivi e persino variabili in un lasso di tempo piuttosto breve. A chi non è capitato, almeno una volta, di restare conquistato da un libro non gradito in precedenza, magari appartenente a un genere che non riteneva consono ai suoi gusti?

Se poi vogliamo andare per luoghi comuni, io scrivo prevalentemente storico puro, che per una parte dei lettori è “che pa…”, per un collega simpatico come la cartavetro nelle mutande è “novellizzazione di fatti accaduti”.
Ho scritto anche un distopico e avrei voluto scrivere di fantascienza, ma il mondo editoriale non apprezza nemmeno la mia tendenza a cambiare epoca e punti di vista, figuriamoci genere!
Fatto sta che, quando avevo un distopico tra le mani – romanzo che segue la vita del protagonista tra i suoi 25 e i 35 anni – mi mandavano in fiera a inseguire bambini di 12 anni che non avrebbero capito assolutamente nessuna delle tematiche affrontate: “Far West” era e resta un libro distopico per adulti.
Per quanto mi riguarda, so quel che mi piace leggere, ma cerco sempre di sperimentare, perché sono curiosa e perché amo imparare. E mi trovo d’accordo con la filosofia di Oakmond Publishing: “L’ossessione contemporanea della catalogazione, della suddivisione precisa in generi e sottogeneri, sembra essere diventata imprescindibile. […] Un noir spesso racconta anche una storia d’amore, un romanzo storico può essere allo stesso tempo un thriller psicologico o un giallo. […] Una bella storia ben scritta è quello che c’interessa…”
Il tempo che si passa a criticare le scelte narrative altrui potrebbe essere impiegato in attività più piacevoli (mangiare cioccolata, coccolare un animale, bere vino, accoppiarsi, costruirsi un camaleuco per “archeologia sensoriale”… e io di comprare il vino mi sono dimenticata) e anche più arricchenti, come leggere. Leggere fa sempre, sempre bene.
(Sonia Morganti: QUI per dare un’occhiata alla sua Pagina-Autore su Amazon).