Le cover dei romance e la raffigurazione dei maschi, oggi.
È proprio questo l’uomo che piace alle giovani donne? Muscoloso, tatuato, con capelli spesso improbabili?
L’argomento è stato suggerito da Viviana Giorgi per uno dei mercoledì di Babette.
Ebbene sì, anche da Babette ogni tanto succede che la discussione prenda fuoco. Se poi ci sono di mezzo cover, pettorali e tatuaggi il rischio diventa quasi certezza e si finisce fuori tema. Ma andiamo con ordine.
Il tema del mercoledì era (sembrava) ben chiaro: IL MANZO SCOLPITO E TATUATO (detto anche GNOKKO e in questo caso rigorosamente col K) PIACE DAVVERO ALLE GIOVANI DI OGGI?
Solo che invece di disquisire sulla appetibilità o meno di tartarughe tatuate e chiome scolpite al laser, la discussione ha subito virato verso un altro tema, ovvero l’uso del manzo discinto come stratagemma per abbindolare la lettrice e pilotare le vendite.
Ci è voluto un po’ per arginare la marea di commenti e gli inevitabili contrasti che ne sono derivati, e riuscire a posteriori a mettere insieme le varie voci non è stato facile (alcuni interventi erano troppo lunghi da riportare integralmente, ma se volete leggerli potete prendere un frammento del testo che vi interessa e usarlo per fare una ricerca nel gruppo FB di Babette. In questo modo troverete il post originale da leggere con calma).
Prendiamo prima il tema ufficiale. MUSCOLI E TATUAGGI SONO FONDAMENTALI PER IL MANZO/GNOKKO DEL TERZO MILLENNIO?
GIOVANNA BARBIERI – Mi spiace, ma il maschione semi-nudo (tanto da far intravedere l’inguine) e iper tatuato, depilato e molto muscoloso l’ho sempre trovato volgarotto (questione di gusti, eh).
Spero sempre che il trend cambi e si ritorni a qualcosa di diverso.
Nei miei romanzi avrei potuto mostrare guerrieri o soldati muscolosi e semi-nudi ma ho deciso di non farlo (i POV maschili e le scene un po’ hot non mancano, comunque, state tranquille). Ci sono solo donne e tutte vestite in foggia medievale o rinascimentale.
SARA BENATTI – “È proprio questo l’uomo che piace alle giovani donne?” Non lo so, perché sono un individuo singolo non a capo di una ricerca statistica. So che a me, dal punto di vista estetico, piace da sempre (quindi anche quando ero una giovane donna… e pure quando ero una ragazzina) una grande varietà di uomini, come potete dedurre dalle mie rare incursioni nel giovedì gnocchi.
Giusto l’ultima volta ho messo una elegante vecchia gloria, un ragazzone pulitino vestito da contabile, un tatuato e un tizio a torso nudo che di improbabile non aveva soltanto i capelli ma pure la barba, bicolore…
MONICA PORTIERO – A parte gli addominali e il fatto che non sono più una giovane donna, i tipi con la cresta li lascio nel pollaio. Non disdegno i tatuaggi, ma devono essere in numero non elevato. E poi, diciamolo, alcune cover sono eccessive…
DONATELLA PELUSO – A me il tatuato con muscoli definiti e un po’ di barba, altrimenti detto macho, piace. Mi piace dal vivo, perché è un gran bel vedere e chi vi dice il contrario ve sta a di’ na cavolata, sentite a me… e mi piace sulle cover, sempre che la cover rispecchi il contenuto del libro. Mi inca… volo però se all’interno del romanzo il macho non c’è, perché in quel caso sì chela cover è mera strategia di vendita, ma di quelle terra terra. In tutti gli altri casi, Dio benedica i manzi. (amen, n.d.r.)
MARI THORN – Dunque si diceva: IL MANZO PIACE? (e non il Manzo Vende!) Risposta: OVVIO CHE PIACE.
Lo dimostrano le cover (ormai non ne vedo di diverse tranne rarissime eccezioni) e soprattutto lo dimostrano i commenti alle cover o nei Giovedì-Gnokki sparsi qui e là su FB. La questione vera però è: questo maschio da cover esiste nella realtà? Di tatuati è ormai strapieno (con risultati spesso discutibili), ma in quanto a fisico… Abito in un posto di mare e vi assicuro che in spiaggia non c’è traccia di nulla che assomigli anche solo a mezza cover!
Quindi la conclusione è che… il MANZO piace ma non si trova. Quindi, non resta che sbavarci virtualmente. Detto questo, non ho niente contro lo gnocco protagonista, moderatamente discinto e tatuato perché anche io e la socia ne abbiamo uno, ma per scoprire se sia sexy o meno dovete leggere la storia, tanto per tutto il resto avete sempre il giovedì, no?
COLETTE KEBELL – Quella che prima era un’oscura pratica per fanatici, il bodybuilding, fatta da individui con qualche rotella fuori posto (diciamoci la verità: gente che passa ore in una palestra buia a sollevare tonnellate di ferraglia un contributo alla società davvero non lo dà), diventa ora qualcosa di interessante. E i giovani, che si sa sono influenzabili, seguono. Quando due correnti diverse si incontrano ecco la fine della civiltà come la conosciamo. Il bodybuilding e il … tatuaggismo? Come quelle bombe che vediamo a volte nei film americani: il liquido rosso a sinistra è innocuo da solo, così come quello blu nel flacone sulla destra. Ma provate a mischiarli e BOOM! Lo stesso è accaduto coi due fenomeni sopra. E i giovani, influenzabili, ci sono cascati.
Questi poveri teenagers coi brufoli si mettono a sollevare ferri e a farsi tatuare. A migliaia.
Quegli approfittatori dei fotografi, ormai capitalisti infami, scoprono il trend e prendono in mano la Nikon, sperando di fare un paio di dollari con l’industria dell’intimo. E via di corpi tatuati in mutande. Altro che Calvin Klein, la nuova bonanza è in chi scrive romanzi rosa. Migliaia di autori sfornano libri ogni giorno, ecco dove sono i soldi! E da qui nascono foto stock di soggetti tatuati con addominali improbabili. Qualsiasi cosa pur di vendere due foto.
Inutile dire che la povera autrice di romance ci cade con entrambe le scarpe. Trova la foto del manzo pensato per l’intimo e la mette in copertina. Rimane il problema della metropolitana. Che come sempre è stracarica nelle ore di punta. Ora, se è socialmente accettabile andare in metropolitana con un libro con sopra il disegno di uno scamiciato e di una donna in rosso che guarda all’orizzonte, certe copertine d’oggi fanno pensare all’anticamera di Youporn. Aprire il catalogo Amazon pieno di petti tatuati genera ancora un certo imbarazzo, specie in una metropolitana affollata. Non solo. Una volta si aveva la libreria a casa e certe copertine venivano relegate sullo scaffale della camera da letto. Oggi sono tutte sull’iPad o sul Kindle. Insomma, anche in una semplice discussione letteraria tra amiche bisogna tirar fuori il “device” e far vedere cosa si sta leggendo. Probabilmente anche la nostra interlocutrice ha l’iPad zeppo di tatuati, ma chi fa il primo passo? E se poi mi trovo una che legge solo storici, che figura ci faccio? Le vendite dimezzano e le autrici aggiustano il tiro, dopo aver sospirato sulla fotografia di Jason Momoa scamiciato, come se fosse un ultimo addio.
Finalmente leggere in metropolitana non sarà più un imbarazzo.
Ed ora il tema ‘derivato’: SE AMAZON PULLULA DI MANZI/GNOKKI DECAPITATI E DISCINTI È LA PROVA CHE IL NUDO TATUATO VENDE DI PIÙ?
THOMAS DRI – Vedo i “muscolazzi” (come li chiamo io… Cioè petto nudo tatuato, depilato e a volte pelo semi rasato) in netta diminuzione soprattutto nel mercato internazionale (parlo del rosa ovviamente) a favore di un lui un po’ più “coperto” o di una coppia o anche solo di lei (in netto aumento e in seconda posizione dopo la coppia…)
GIOVANNA ROMA – Sono favorevole alla rappresentazione dell’uomo muscoloso/tatuato (con moderazione) in copertina, così come quella della donna. L’importante è la coerenza tra personaggi, periodo storico e vicende narrate.
In #Cassia (del #darkRomance #DeceptiveHuntersSerie) c’è una bionda, perché è la protagonista del libro. Qui nel #WarRomance #ValiOgniRischio in copertina troviamo un soldato. Sì, avremmo potuto spogliarlo, nel libro non mancano le occasioni, però ci tenevo che la copertina rappresentasse una scena in particolare e che si distinguesse dalle altre dello stesso genere.
CLAUDIA PIANO – Le cover con i “manzi” mezzi nudi dilagano sul web in maniera sconcertante. Per carità, è sempre un bel vedere. Il bad-boy ha sempre intrigato anche le fanciulle dal cuore più puro. Chi non ricorda qualche “cattivo” compagno di classe che ci ha fatto battere il cuore?
Spero solo che il bad non sia davvero bad, ma che la sua sia solo una facciata che nasconde sofferenze e magari insicurezze. Allora condivido il fascino. Sapere che l’amore può guarire, questo mi piace. Ma quando i cattivi superano certi limiti, non lo posso tollerare e mi auguro che sia lo stesso per tutte le donne, soprattutto se il male è rivolto contro di noi. Quello mai. I miei romanzi contemporanei hanno delle cover molto diverse da quelle in questione, vi piacciono? Sono targate RCG Romance Cover Graphic e rappresentano pienamente i miei “lui”. Dolci, romantici, seppur con le loro debolezze e imperfezioni. Devo dire che anche i lettori sembrano apprezzarle soprattutto la cover di Cuori Confusi che riscuote sempre un certo successo.
STREUSA MAYBE – Oddio, Fabio, me lo ricordo vagamente! Non mi sono mai piaciuti i manzi supermuscolosi, se sono atletici bene, ma il troppo stroppia. In ogni persona ho sempre guardato la faccia innanzi tutto, ma nelle cover dei romanzi non mi attrae neanche quella, temendo che possa influenzare la mia immaginazione sui personaggi. Preferisco cover evocative, un po’ come la mia di “Un’altra metà”, dove lei è di spalle e per metà appunto.
RAFFAELLA VELONERO – Mi piace molto l’argomento cover. Io guardo le cover e l’immagine in modo un po’ diverso. Per me l’immagine ha la funzione di tag, deve comunicare velocemente qualcosa al pubblico di riferimento. Le ragazze con cappello hanno una funzione, quella di comunicare al lettore che genere vi troverà, cioè il New Adult e Young adult, senza fraintendimenti; così avvicinandosi e prendendo in mano proprio quel romanzo saprà che è ciò che vuol leggere. Stessa cosa il fondo giallo dei gialli mondadori con il cerchio con l’illustrazione. In quest’ottica io inserisco anche il “manzo” o “toracione” che sia. Tutti questi elementi sono un tag, e nello specifico il “manzo nudo” è un modo per dire: “troverete un personaggio maschile forte e alpha, in un contesto romance; acquistatemi se è quello che cercate”. È un modo semplice per comunicare e fare marketing e si basa su precise regole usate in tutto il commerce. Orbene, quando il contenuto non rispetta i presupposti comunicati attraverso la cover, allora per me la cover è sbagliata e il pubblico sarà scontento. Ci sono poi cover creative, dove si comunica l’idea, che spiccano e ammiccano dalle vetrine, ma sono molto più complesse da realizzare, occorrono il guizzo, la creatività, il genio. Non sempre c’è il tempo o le si riesce a realizzare, per cui va benissimo affidarsi alla consolidata “cover-tag” in mancanza di quella che io definisco “cover-idea”. Lo scopo, in fondo, è lo stesso, vendere e far sì che il libro venga letto e possibilmente ricordato. Certo che una cover originale aiuta parecchio a far ricordare un libro…
MARIA MASELLA – premesso che:
1) delle cover mi importa poco e in modo fluttuante e imprevedibile (parola usata spesso dai miei editori, eppure sono precisa e affidabile).
2) Le uniche cover decenti (cioè coerenti con il romanzo) le ho avute quando non c’era un manzo in copertina. Non ho mai saputo descrivere gli ommini (la mia generazione li spogliava a luci spente). Come ho promesso più volte, nei prossimi romanzi metterò anche le misure vitali.
3) Ogni genere ha i suoi codici.
4) Quando acquistavo i primi romance Mondadori (all’usato di piazza Colombo) oscillavo fra il ridere e il vergognarmi.
5) Il giorno in cui valuterò un uomo in funzione della sua “tartaruga” o un romanzo in funzione della sua cover è giorno spero lontano.
Ecco! Ho finito le premesse e non ricordo più la conclusione.
P.S.: ho trovato la faccia per Ardini (il resto è all’altezza). Nota: soltanto le babettes giovani dentro come me riusciranno a dargli nome e cognome, le altre sono fuori. Ah, gli ommini di una volta!
CRISTINA ROBIN – La raffigurazione del maschio da copertina che prediligo prevede una figura elegante, raffinata e vestita. L’uomo muscoloso e mezzo nudo mi attrae meno, forse perché depriva la mia fantasia di quell’alone di mistero che per me è seduttivo. Diciamo che preferisco l’aura di assertività e controllo data da un abbigliamento elegante e costoso, all’esuberanza regalata da un bel petto nudo.
A onor del vero, però, un maschio a petto nudo e tatuato – da self – l’ho avuto anch’io. E ho amato quella cover in modo esagerato. In quel caso era la postura dimessa, in contrasto, a creare l’attrattiva, non la nudità.
ELLA S. BENNET – Il maschio “macho” e tatuato sulle cover? Come ogni altra immagine messa in copertina suppongo rappresenti in qualche modo la storia. Di conseguenza, non sempre leggo la sinossi perché probabilmente il romanzo non è nelle mie corde di lettrice, soprattutto se anche il titolo sembra darmi un’indicazione in quel senso. Quindi, per quanto mi riguarda, questo tipo di cover non mi disturba, anzi, mi dà – spero – un’informazione.
Preferisco altre copertine, più romantiche, perché amo storie in cui il sesso è appena accennato, sono molto più interessata alla dialettica e alle interazioni fra i protagonisti.
Questione di gusti, come sempre.
N.B. L’immagine di copertina è stata reperita nel web (Sky Sport).
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