In Cappadocia le mongolfiere sono popolarissime. Le condizioni atmosferiche, con aria più fresca e stabile al mattino, permettono voli sicuri e piacevoli. Il paesaggio, con la sua geologia particolare e la mancanza di ostacoli naturali, permette alle mongolfiere di scendere a bassissima quota, offrendo una vista spettacolare sui camini delle fate e le valli.

L’appuntamento è prima dell’alba. Il pullman porta una quarantina di turisti cui l’eccitazione ha fatto sparire la sonnolenza fino a una valle immersa nell’oscurità. La luce dei fari di alcuni pickup illumina un corpo enorme e misterioso: è una mongolfiera gigantesca, sdraiata sul terreno come un animale misterioso e possente.

Aspettiamo trepidanti, mentre quel pallone gigantesco si gonfia. Il processo è lento. Abbiamo il tempo di guardarci attorno e… restiamo senza fiato. «Ma quante sono?» si lascia sfuggire Pietro, che è alto come una pertica e ha una visuale più ampia della nostra. Compio un giro su me stessa: sono decine. E decine.

Man mano che l’alba si avvicina, i palloni ormai gonfi cominciano a dondolare, spinti da una brezza fredda e leggera. Veniamo accompagnati a una specie di grande cesto di vimini, diviso in scompartimenti. Si sale, mediante una scaletta, e veniamo sistemati in gruppi di tre. Nella nostra mongolfiera siamo in diciotto. Ci guardiamo, divisi tra l’agitazione e la contentezza.
Sale a bordo il nostro comandante con un assistente. Da terra, qualcuno molla gli ormeggi. Si parte.

La mongolfiera si sposta lungo il terreno e si innalza. Fino a 800 metri. Il paesaggio scorre sotto di noi. Gli «Ah!» e gli «Oh!» si sprecano. Aumentano di numero e di volume quando anche le altre mongolfiere si alzano nel cielo. Sono un centinaio: uno spettacolo sbalorditivo. Fatichiamo a dividere la nostra attenzione fra questi enormi palloni sospesi e la valle che scorre sotto di noi.

Il paesaggio è ricco di cavità e grotte. È caratterizzato da piramidi di terra di origine vulcanica, chiamate camini delle fate. Fotografo a tutto spiano, senza curarmi di rendere al meglio le immagini. Stasera, sceglierò le migliori per il diario di viaggio.

Il volo dura quasi due ore. Siamo congelati, nonostante l’abbigliamento caldo che indossiamo. Un sospiro di delusione accompagna il lento ritorno sul terreno. Da terra, vengono lanciate due funi; poi, altre due; e la mongolfiera viene accompagnata con sicurezza su un carrello.

Scendiamo, scambiando fra di noi frasi di pura gioia. Un brindisi con dell’aspro vino locale, l’ennesima mancia e si ritorna al pullman. Coccolo il mio iPhone con il suo tesoro di immagini.