Mi è capitato quest’anno di visitare ben due dimore di Giosuè Carducci. La casa in cui visse dal 1890 fino all’anno della sua morte, 1907, a Bologna, e la “casa delle vacanze” a Castegnato Carducci in provincia di Livorno.

La casa-museo Carducci a Bologna si trova in Piazza… Carducci (ça va sans dire!), al numero 5. Qui il Poeta visse in uno splendido appartamento al primo piano (all’ammezzato, non visitabile, ci sono la cucina e gli alloggi per la servitù), dal 1890 fino alla morte, avvenuta nel 1907.
All’Università di Bologna aveva cominciato a insegnare già nel 1860 e nei successivi trent’anni aveva spesso cambiato casa. Questa fu probabilmente quella dei suoi sogni: lontana dal traffico della Bologna dentro le mura, tanto grande da poter ospitare i volumi della sua biblioteca personale (più di quarantamila!) e la numerosa famiglia: la moglie Elvira e le tre figlie dai nomi molto “simbolici”: Laura, Beatrice, Libertà. Il figlio Dante era morto all’età di tre anni nel 1870, come ci ricorda la ben nota poesia Pianto antico.

«Entrando nella casa si ha l’impressione dell’uomo dotto dai numerosi libri che ovunque si incontrano, e dell’uomo modesto dall’assenza assoluta di ciò che costituisce il lusso o semplicemente l’agiatezza. Le sedie stesse, i tavoli, i mobili potrebbero essere quelli di un bravo borghese». Così scriveva Albano Sorbelli, allievo di Carducci e, a partire dal 1904, direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio. Proprio lui si occupò di riordinare l’imponente libreria del Maestro e il suo archivio letterario.

A interessarsi dell’abitazione del poeta, fino a innalzarla a monumento, fu la regina Margherita che Carducci, ardente risorgimentista e repubblicano (!), rispettava grandemente. Margherita, a sua volta, aveva la massima ammirazione per Giosuè e acquistò da lui, ormai malato e bisognoso di sostegno economico, la ricca biblioteca, lasciandogli l’uso delle stessa “vita natural durante”. Nel 1906, la sovrana acquistò dai proprietari l’intero villino, compreso il giardino. Infine, pochi giorni dopo la morte del Poeta, la regina Margherita fece dono della casa-biblioteca alla città di Bologna, a condizione che la stessa venisse resa fruibile al pubblico.

Per fortuna, aggiungo. Infatti è una delle case più belle che abbia mai visto in termini di “arredo librario”, se così si può dire. Vi sono libri ovunque, anche nell’ingresso, nel corridoio, nella camera da letto del Poeta, in quella della moglie Elvira, nello studio, nella sala da pranzo, nel salotto buono e nella biblioteca, naturalmente.

Tutte le stanze, insomma, sono “invase” dai libri, di autori classici ma troviamo anche “best seller” stranieri: francesi, tedeschi, inglesi, soprattutto nell’ingresso.

La biblioteca è il luogo che ospita invece tre grandi generi tradizionali: il lirico, il narrativo e il drammatico.
Le pareti qui sono tappezzate con carta da parati celeste a motivi floreali policromi di gusto settecentesco, in armonia con il soffitto decorato. I ritratti presenti, stampe e fotografie, raffigurano personaggi illustri frequentati da Carducci ora nella vita, ora nelle opere: Francesco Crispi, Quintino Sella, Ludovico Antonio Muratori a Giacomo Leopardi nel celebre busto di Giulio Monteverde.

Lo studio è il luogo più vissuto dal padrone di casa, la stanza in cui egli trascorreva gran parte delle sue giornate, in compagnia degli amici più fidati: Qui, troviamo i suoi libri e le sue carte, ma anche opere di consultazione: vocabolari, glossari, enciclopedie.
L’ampio ambiente accoglie un insieme variegato di manufatti (fotografie, medaglie e pergamene, attestati e cimeli) che rievocano episodi salienti della biografia sentimentale e intellettuale di Carducci.
Sul tavolo da lavoro ricoperto di tela americana si trovano gli strumenti del «grande artiere» (penne, calamai, nettapenne …).

All’interno della casa è conservata anche la raccolta epistolare che  rappresenta la sezione più consistente della silloge dei manoscritti: ben 9.320 (sic!) i corrispondenti di Carducci. Per citarne alcuni: Pascoli, De Amicis, D’Annunzio, Hugo, Zanichelli, Sansoni, Garibaldi, Cairoli, Crispi, A. Labriola, Turati.
Immagino che oggi Carducci avrebbe spopolato sui social e sarebbe diventato un influencer coi fiocchi e controfiocchi: già a fine Ottocento, in epoca non sospetta, si parlava a Bologna di era carducciana per l’impegno e la veemenza del Poeta nel portare avanti le sue idee risorgimentali e repubblicane.

Tanto ancora potrei scrivere di questa casa-biblioteca ma non voglio dilungarmi oltre, sperando di darvene un’idea più precisa con le foto che ho scattato.
Rimane il ricordo di un arredo sobrio e funzionale nella parte “maschile” della casa, molto più civettuolo e “ninnoloso” nella parte “femminile” di Elvira che andava matta per le suppellettili in ceramica, le porcellane, i centrini, i guéridon, le specchiere, i pensili ad angolo, le tende colorate, eccetera.
Fra gli armadi di Elvira vi sono anche “finti mobili” per comunicare con la cucina ubicata nel sottostante mezzanino.

Visibili al pubblico la pergamena del Nobel conferito al Poeta nel 1906 e che lui non poté ritirare personalmente perché da anni su una sedia a rotelle e… la sedia a rotelle stessa.
Il pianterreno del villino ospita un Museo che ripercorre la storia bolognese dalla Rivoluzione francese sino alla fine della Prima Guerra Mondiale.

La “casa delle vacanze” a Castagneto Carducci in Via… Carducci (ça va sans dire di nuovo), consiste di due soli vani: una camera da letto e lo studio.
Splendida l’ubicazione nel borgo fra vicoli stretti che si affacciano su colline popolate da pini e cipressi alti e schietti

L’arredo delle due stanze è molto funzionale, immancabili i “libri delle vacanze” e gli oggetti di scrittura.

P.S. Piccola nota curiosa. Vi sono stata in visita con il marito e i due nipotini (entrambi scolaretti delle elementari), che hanno fatto tante domande alla simpatica guida sulle strane penne, i calamai ecc., ma una l’hanno riservata a noi nonni, fuori dalla casa: “Non abbiamo visto il bagno. Dov’era?”. Siamo tornati indietro e mostrato l’angolo toilette in camera da letto: brocca, bacinella, comoda di legno…

I romanzi di Maria Concetta Distefano puoi trovarli QUI.