Non sono una blogger.
Non sono una influencer.
Non vado in trend-topic.
Non sono mai stata virale (oddio, magari quando ho avuto il Covid…)
Non riesco a star dietro agli orari, le giornate, le occasioni, gli anniversari, i temi che potrebbero consentirmi di essere più “visibile” sui social network. O magari, semplicemente, non mi va. Ho di meglio da fare? Dipende dai punti di vista. Leggo, molto. Scrivo, spesso. Mi informo, studio, approfondisco. Non che questo mi renda migliore di altre o altri, sia chiaro. Però la curiosità e la voglia di scoprire cosa hanno da raccontare le persone che scrivono mi spingono a sperimentare, a spingermi là dove influencer, blogger, content creator difficilmente vanno. Perché?

Perché anche quando si definiscono divulgatori/trici, anche quando aderiscono a “movimenti” per fare più visibilità a (qui aggiungete un genere narrativo di vostro gusto) italiano, alla fine la visibilità non vogliono darla, quanto piuttosto riceverla. Ed ecco che, dovendo scegliere tra il libro X e il libro Y, tra lo scrittore Caio e la scrittrice Sempronia, il vero discrimine è “quanto già famoso/a sei?”
Perché è semplice: se parlo del libro/autore di cui tutti parlano, alla fine chi ne parla includerà anche me nel novero delle persone che contano. E cosa contano? Visualizzazioni, reazioni, like, condivisioni. In una parola: cuoricini.

Sì, come la canzone sanremese dei “Coma cose”, vituperata, derubricata a tormentone, elevata a vertice di disimpegno da chi non si è preso la briga di leggerne il testo. Mi permetto di estrarne una citazione:
Ma dove scappi senza/ Cuoricini, cuoricini/ Per l’autostima/ Cuoricini, cuoricini/ Che medicina/ Cuoricini, cuoricini/ Ma che tolgono il gusto Di sbagliare tutto…
Il gusto di sbagliare tutto che, alla fine, equivale a:
leggere cose di nicchia; scoprire idee e modi di raccontarle che non siano “mainstream”; uscire dal già visto, già sentito, già letto e riletto.

Come ormai sapete, ho la fortuna di gestire una rubrica sul Radiocorriere TV dove, a mio giudizio, scelgo di chi parlare basandomi sulle motivazioni che spingono le persone a scrivere, senza inseguire l’uscita importante, il nome di grido, la casa editrice potente. Serve? Non lo so. So che io, comunque, a fare una minima differenza ci provo.

E da questo mese vi metto in calce i libri che sto leggendo con un aggettivo che li qualifichi, sempre a mio giudizio:
“Il Regno profondo” di Giovanni Gaetani (Rudis Edizioni) “acerbo”
“I tre Re” di Giorgio Smojver (Delos Digital) “suggestivo”
“Sonata per la morte di un Dio” di Giacomo Arzani (Acheron Books) “folle”
Voi cosa leggete?

Se vi va, scrivetemi su laurazgcostantini@gmail.com
Leggervi sarà un piacere e uno stimolo.
Grazie e ci si rilegge a maggio.

Se volete interagire con me vi aspetto:
su FB sono Laura ZG Costantini
su Instagram sono laurazgcostantini
su TikTok sono LauraZG63

Se poi vi viene la curiosità di dare un’occhiata ai miei libri, fate click QUI.

 

Il primo articolo di “Le donne contano e raccontano” lo trovate QUI.

Copertina creata con Canva e immagini inviate da Laura Costantini.
Nel testo: immagini inviate da Laura Costantini.