Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con se stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell’ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa quasi impossibile, perché Vani non ha mai preso una padella in mano. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vàzquez Montalban, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto.

TITOLO: Scrivere è un mestiere pericoloso.
AUTRICE: Alice Basso.
GENERE: Giallo.
SERIE: Stand Alone.
EDITORE: Garzanti.
PREZZO: euro 3,99 (eBook); euro 9,40 (cartaceo).
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Il parere di Viviana Giorgi: è un SÌ.

Vanni Sarca, ghostwriter che odia la compagnia, il Natale, l’ipocrisia e cucinare, riceve l’incarico dal suo odioso editore di scrivere proprio una specie di ricettario (che verrà poi firmato da una blogger, odiosa anche lei, ma molto famosa). A dettare le ricette a Vanni sarà l’anziana Irma, che da sempre lavora nella casa dei Giay Marin, una delle famiglie più in vista dell’alta società torinese.
Irma, per quanto molto vecchia e un po’ stordita, si rivelerà una donna capace di incantare Vanni con i suoi racconti. Peccato però che, fra tartufi e bonnet, confesserà di essere stata lei, cinque anni prima, a uccidere Adriano, uno dei due eredi della famiglia. Allora fu il fratello Aldo, dichiaratosi colpevole, a essere condannato per l’omicidio.
Vanni non crede che Irma sia un’assassina. Chiede aiuto al commissario Barganza, amante come lei di Marlow e Simenon, ma anche esperto di cucina. La vera colpevole, dopo una serie di colpi di scena, si rivelerà essere l’ipocrisia dell’alta società.
Ironia, scrittura priva di fronzoli inutili, citazioni precise di romanzi, musica e film, un pizzico di romanticismo, che non guasta mai, fanno di “Scrivere è un mestiere pericoloso” una lettura divertente, di quelle che non ti fanno chiudere il romanzo prima della parola fine.

La Pagina-Autore di Viviana Giorgi