Sono anni che vivo a tentoni
schivando l’Amore, il Vuoto
e altri burroni,
ma la fine dell’età bugiarda
tarda ad arrivare.
Titolo: Addio è solo una parola.
Autrice: S. M. May.
Genere: Romance contemporaneo.
Editore: Rizzoli, Collana YouFeel (21 maggio 2015).
Prezzo: euro 2,49 (e-book).
La mia valutazione: cinque stelline.
Mai guardare il mondo dall’alto senza toccarlo. Dopo anni trascorsi a lavorare in un piccolo studio legale di Colonia, nella vana speranza di diventarne socia, l’avvocatessa Maira Puhl non può immaginare quale grossa sorpresa il destino abbia in serbo per lei. Manfred Stein, il socio anziano di uno dei principali studi della città, la convoca per farle un’offerta irrinunciabile: le cederà parte delle quote se lei in cambio collaborerà con suo figlio e lo convincerà a riprendere il suo vecchio ruolo. Lukas Stein era una giovane promessa del foro, prima di rimanere gravemente ferito in un incidente, e da due anni rifiuta di uscire di casa e di affrontare impegni e responsabilità. Maira accetta la sfida e giorno dopo giorno inizia a confrontarsi e a collaborare con Lukas. Un uomo ricco, arrogante e pieno di cicatrici, e una donna pratica, ambiziosa e indurita dal lavoro. Entrambi convinti di non avere più spazio per quella debolezza chiamata amore. Un romanzo di cadute e risalite, di promesse infrante e sentimenti che non è possibile mettere a tacere. Un racconto che tiene incollati fino alla sentenza finale.
Ho recensito “Nuvole”, la trilogia di Lara Haralds e “Secret Funding” e ho distribuito stelline come piovesse. Anche questa volta le stelle, cinque, mi scivolano dalle mani, quasi dotate di vita propria.
M. May è nata con il romanzo breve e ne è padrona indiscussa. Trame avvincenti, personaggi scolpiti con il cesello, ambientazioni accurate: ne scaturiscono storie che vorremmo non finissero mai. Con, ciliegina sulla torta, un lieto fine che non è mai scontato, bensì il risultato di conflitti e lotte.
La storia è inusuale, il luogo anche. Dopo racconti-fotocopia e New York in tutte le salse, ecco una vicenda particolare, che si svolge in Germania, a Colonia. Con un prologo che ci disorienta, ci spiazza, ci diverte.
Maira Puhal Rechtsanwaeltin (avvocatessa) lavora per lo Studio Legale di Lars “Ken” Von Armin, donnaiolo sessantenne che stipendia cinque segretarie di bella presenza che non lavorano e sorridono soltanto. A fianco di Maira, Nigel, ugualmente schiavizzato. In pratica, i due sorreggono il traballante edificio e sperano di sopravvivere al carico spaventoso di lavoro.
La nostra quasi quarantenne avvocatessa (basta con le verginelle diciottenni che diventano abilissime bajadere in dieci pagine!) lavora come una “macchina da guerra” per un numero spaventoso di ore ogni santo giorno; non ha tempo per gli amici; non ha tempo per l’amore. Capito il tipo? Non possiamo che augurarle di cascare come una pera nelle braccia (possibilmente muscolose) di un baldo coetaneo.
Mica facile!
Una sterzata a questa vita arriva con un misterioso appuntamento da parte del titolare di uno dei più prestigiosi Studi Legali di Colonia. Cosa mai vorrà da Moira il famosissimo principe del Foro Manfred Stein?
Dopo una contrattazione serrata, Moira ottiene il 10% (più un bonus per un ulteriore 5% a missione compiuta) delle quote dello Studio Legale a patto che…
Mica facile!
Un compito non da poco: persuadere il figlio di Manfred Stein, Lukas, a tornare a lavorare con il padre. Cosa mai è successo? Lukas è rimasto vittima di un terribile incidente. È quasi incapace di camminare e una cicatrice gli deturpa il viso. Giovane stella dello Studio paterno, da due anni si è rinchiuso in casa e non vuole uscirne. Lavora a stento a qualche pratica rognosa, che gli altri avvocati gli rifilano.
La nostra Maira non si perde d’animo e parte lancia in resta per l’avventura che le cambierà la vita.
Da questo momento in poi, dovete immaginare il resto della storia, che viaggia su binari completamente diversi da quelli cui siamo abituate: qualche schermaglia, molto sesso, tarallucci e vino. Nossignore! Il viaggio verso il lieto fine è particolare, difficile, con alti bellissimi e bassi strazianti. Non siamo MAI sicuri che il lieto fine arrivi davvero, ma quando arriva… ci godiamo una scena semplice, eppure perfetta.
Alla fine, ci rendiamo conto che in poco più di cento pagine, S.M. May ci ha servito una storia con i fiocchi, ricca di pathos, di sottile ironia, di amore. Un centro perfetto per la prima storia “etero” della nostra giovane autrice. Un bell’esordio nella Collana YouFeel, con un romanzo di alta qualità.
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