Nove lune e mezza è un film del 2017 diretto da Michela Andreozzi.
Livia, violoncellista, e Tina, vigile urbano, sono due sorelle che convivono con i rispettivi fidanzati Fabio, osteopata, e Gianni, anch’egli vigile urbano. Sotto consiglio del loro ginecologo Nicola, Livia, perfettamente in grado di avere figli ma assolutamente contraria alla maternità (tanto da chiedere insistentemente la chiusura delle tube), decide di fungere da madre surrogata per conto di Tina, che invece non riesce ad averne. Così per tutto il tempo della gestazione, la prima dovrà nascondere il pancione mentre la seconda dovrà simulare la gravidanza. Entrambe le donne si ritrovano quindi a vivere una serie di situazioni assurde che coinvolgeranno anche gli altri membri della famiglia.
Il parere di Roberta Moscato.
Mi è capitato di vedere questo film su Netflix qualche sera fa; è del 2017 e tratta il tema della maternità. L’ho trovato illuminante, soprattutto per chi non si è trovato ad affrontare percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita o l’adozione, e che a distanza di tempo ancora non riesce a darsi pace per quei figli che “non vogliono arrivare”.
Tenetevi forte perché si parla di maternità surrogata.
Due sorelle, Livia e Tina, convivono con i rispettivi fidanzati. Sotto consiglio del loro ginecologo, Livia decide di fungere da madre surrogata per conto di Tina, che non può avere figli.
Per tutto il tempo della gestazione, Livia nasconde il pancione mentre Tina simula la gravidanza. Le due sorelle si ritrovano a vivere una situazione che coinvolge gli altri membri della famiglia che, però, vengono tenuti all’oscuro.
La maternità surrogata è una pratica diffusa nel resto del mondo, ma assolutamente vietata in Italia; è anche un gesto d’amore che una sorella fa nei confronti dell’altra con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono.
Mi piacerebbe che questo film aiutasse a far entrare in empatia quelle persone che sanno solo puntare il dito contro su qualsiasi aspetto:
chi di figli non ne vuole;
chi di figli ne vorrebbe, ma non arrivano;
chi immagina che la scienza abbia fatto passi avanti e sia ormai infallibile, o che un percorso di adozione fili liscio come l’olio;
chi si affida alla maternità surrogata per poter realizzare quel piccolo miracolo che si chiama “vita”.
Lingua originale: italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 2017
Durata: 90 min
Genere: commedia
Regia: Michela Andreozzi
Soggetto: Michela Andreozzi, Alessia Crocini, Fabio Morici
Sceneggiatura: Michela Andreozzi, Alessia Crocini, Fabio Morici
Produttore: Isabella Cocuzza, Arturo Paglia
Produttore esecutivo: Massimo Monachini
Casa di produzione: Paco Cinematografica, Neo Art Producciones
Distribuzione in italiano: Vision Distribution
Fotografia: Giovanni Canevari
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Effetti speciali: Pasquale Catalano
Musiche: Pasquale Catalano
Scenografia: Mauro Paradiso
Costumi: Gemma Mascagni
Trucco: Federica Emidi, Peter Nicastro e Alessandra Venzi
Interpreti e personaggi
Claudia Gerini: Livia Palumbo
Lillo: Gianni Venti
Giorgio Pasotti: Fabio Rota
Michela Andreozzi: Tina Palumbo
Stefano Fresi: dott. Nicola Pentino
Alessandro Tiberi: Vanni Palumbo
Paola Tiziana Cruciani: Teresa
Nunzia Schiano: Maria Di Domenico
Claudia Potenza: Costanza Semeraro
Graziella Marina: Antonietta Sciarrillo, la nonna
Massimiliano Vado: Manfredi Albiano
Nello Mascia: Antonio
Arisa: partoriente
Elda Alvigini: hostess
Vittoria Schisano: segretaria
Michele Savoia: il portiere allegro
Credits: per la scheda-film mi sono servita di Wikipedia.
Roberta Moscato ha studiato Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università. Vive ad Ancona e lavora come Digital Creator.
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