“La mia prima reazione alla lettura della sceneggiatura è stata che sembrava all’apparenza un altro script futuristico, e pensai che ne avevo appena girato uno e volevo cambiare aria. Ma pensandoci meglio trovai che non era veramente futuristico. È ambientato 40 anni nel futuro, ma potrebbe accadere in qualsiasi epoca. E così cominciai ad immaginarmelo collocato nel passato – per quanto riguarda l’aspetto – e quello che stiamo veramente facendo è un film vecchio di 40 anni collocato 40 anni nel futuro” . (Rutger Auer)

Nella storia del cinema ci sono alcuni film che per una serie di motivazioni riescono a resistere all’implacabile usura del tempo. Il genere fantascientifico ha offerto al pubblico pellicole indimenticabili come “2001: odissea nello spazio”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e recentemente il controverso e ambizioso “Interstellar”. “Blade runner” del regista britannico Ridley Scott è uno dei rari esempi di un film pensato e realizzato tra mille difficoltà e che nel suo primo anno di programmazione fu addirittura un flop al botteghino. Eppure a distanza di oltre tre decenni è diventato un ‘cult movie’, un classico che riesce ancora ad affascinare ed emozionare intere generazioni.

Genesi di un noir futurista

51kfq6pyadl-_sx323_bo1204203200_Il film di Ridley Scott girato nel 1982 è da sempre considerato dalla critica specializzata come uno dei migliori esempi del genere ‘science fiction’. La scelta del soggetto fu già una scommessa temeraria. Il cineasta Ridley Scott (che aveva girato film come “I duellanti” e “Alien”), aveva individuato una storia originale e futurista nel romanzo “Do androids dream of electric sheep?”,  dello statunitense Philip K. Dick. Questo scrittore, poco conosciuto e apprezzato in vita, divenne improvvisamente famoso e amato dopo la sua morte nel 1982, prima che fosse realizzato il film “Blade Runner”. Hollywood userà in seguito altri suoi romanzi come “Total Recall” e “Minority Report” diretti rispettivamente da Paul Verhoeven e Steve Spielberg.

Philip K. Dick è stato successivamente rivalutato come un autore precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del ‘falso’, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino. Lo scrittore è oggi considerato uno dei più importanti autori di fantascienza e, più in generale, uno dei più grandi scrittori della letteratura statunitense del secondo dopoguerra; le sue opere sono caratterizzate da un’inquieta indagine sui temi della realtà (con riprese originalissime delle riflessioni filosofiche sull’ontologia), della simulazione e del falso, della teologia cristiana (in special modo la meditazione paolina e luterana, ma soprattutto di origine gnostica), della storia e della società degli Stati Uniti, e più in generale su quel nodo di idee e problematiche noto come postmoderno o tardo capitalismo.

L’odissea delle riprese

Tutta la critica specializzata da molti anni parla di “Blade Runner” come un capolavoro del genere, un film visionario, affascinante, innovativo dal punto di vista estetico e concettuale. Decisiva fu anche la colonna sonora realizzata dal pluristrumentista greco Vangelis, che aveva vinto nel 1981 l’Oscar per “Momenti di gloria”. Eppure quando fu realizzato ci furono grandi problemi e difficoltà finanziarie che il regista Ridley Scott affrontò con coraggio e determinazione.

c341dc4b2b5331e881afb3b5179a5aa3_lRidley Scott si circondò di grandissimi artisti per le riprese. Chiamò Jordan Cronenwenth per la fotografia, il quale si occupò anche delle scenografie, e il maestro degli effetti speciali Douglas Trumbull (2001: odissea nello spazio). Per il cast furono scelti Harrison Ford nella parte del detective Rick Deckard, Rutger Hauer nei panni del capo dei replicanti, Daryl Hannah, Sean Young e Joanna Cassidy quali affascinanti e temibili androidi che popolano il film.

I principali problemi che affrontò Ridley Scott riguardarono la sceneggiatura che a suo avviso nella stesura originale non era efficace. Ci furono forti tensioni tra il regista e gli scrittori Hampton Fancher e David Webb Peoples. Dopo molte correzioni, revisioni e litigate Scott riuscì a far scrivere una sceneggiatura degna del grande romanzo di Philip K. Dick.  Le altre problematiche riguardarono l’aspetto finanziario. Il produttore Michael Deeley e le compagnie di produzione The Ladd Company e Sir Run Shaw erano concordi per un film a “costi contenuti”. Il regista invece voleva fare le cose in grande, soprattutto per l’aspetto visivo, scenografico e dei costumi. Il film era ambientato a Los Angeles nel 2019 e quindi erano necessarie realistiche ed imponenti scenografie per rendere la storia credibile. Ridley Scott lottò strenuamente per portare il budget dagli iniziali 13 milioni ai 15 milioni di dollari. Alla fine delle riprese le spese complessive arrivarono ad oltre 28 milioni di dollari, una cifra per il 1981-82 decisamente considerevole. Nonostante ciò dal marzo del 1981, inizio delle riprese al giugno del 1982, uscita del film, Ridley Scott, dovette combattere strenuamente ogni giorno per avere finanziamenti e metri di pellicola in più. Le ultime scene del film, le splendide panoramiche delle Montagne Rocciose, furono un ‘regalo’ di Stanley Kubrick che le aveva filmate per “Shining”. Ridley Scott aveva impiegato tutta la pellicola disponibile.

Nonostante il parere favorevole della critica specializzata, “Blade Runner”, fu un insuccesso dal punto di vista degli incassi. Nel primo anno di programmazione gli introiti furono minori del budget investito per la realizzazione del film.

Ironia della sorte, dal 1982 ad oggi, il film è stato riproposto molte volte in tv, diffuso prima in Vhs e poi in dvd in varie versioni con scene aggiuntive. “Blade Runner” è diventato uno dei cult-movie più amati dal pubblico di tutto il mondo. Il suo stile visivo innovativo e originale ha fatto scuola. È uno dei classici del cinema contemporaneo.