Tristan, studente universitario, è entusiasta dell’idea del suo amico Alexander Merlin, aspirante druido, di passare a Stonehenge la notte del solstizio di primavera per un esperimento magico.
L’incantesimo riesce: la Torre-che-canta è davanti ai loro occhi, splendida emanatrice di armonia.
Quando Tristan ci cade dentro, però, l’entusiasmo scema, lasciando il posto a un vago senso di inquietudine.
Uscito dalla torre, il giovane scopre con terrore che il mondo dov’è arrivato non è il suo.
O, forse, non lo è ancora.
Mentre si guarda attorno incontra Mador, abiti medievali e sorriso sensuale. Il nuovo venuto potrà aiutarlo a tornare a casa?
E… Un momento! Cosa ci fa lì un certo Merlin?
L’epoca di re Arthur non era una leggenda?
Titolo: La torre che canta.
Genere: Fantasy male to male.
Editore: Self-Publishing.
Prezzo: euro 1,10 (eBook).
Copertina: Federica Soprani.
Illustrazione interna: Le Peruggine.
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OoO
Con “La torre che canta”, Fernanda Romani ci sorprende. Nota per i suoi fantasy ampi, strutturati e densi di world building, questa volta l’autrice sceglie la misura breve: appena cento pagine. Eppure, in questo spazio ridotto, non rinuncia alla cura per l’atmosfera, né alla magia che da sempre accompagna le sue storie.
Tristan è un universitario curioso, entusiasta. Accetta di buon grado la proposta dell’amico Alexander Merlin – un nome che è già tutto un programma – di celebrare il solstizio a Stonehenge. L’incantesimo funziona, la torre appare, ipnotica e armoniosa. Ma la meraviglia iniziale si dissolve presto. Tristan cade nella torre, e il mondo in cui riemerge non è il suo. O forse lo è, ma nel futuro? O nel passato? Il confine sfuma.
Qui entra in scena Mador, figura sensuale, ambigua e irresistibile. L’incontro tra i due innesca la miccia di un racconto che si muove tra realtà alternative, attrazione crescente e il mistero di un tempo dove re Arthur potrebbe essere stato più che una leggenda.
Lo stile è fluido, calibrato, senza fronzoli. L’autrice sembra divertirsi nel giocare con i cliché del fantasy e del romance M/M, smontandoli con leggerezza per poi ricomporli in modo nuovo. Il risultato è un piccolo romanzo che si legge d’un fiato, ma resta in testa. Un “riposo intellettuale”, come lo definisce lei stessa, dopo la fatica di un’opera monumentale in attesa di pubblicazione.
La copertina di Federica Soprani accompagna con eleganza il tono sospeso del testo; l’illustrazione interna firmata da Le Peruggine restituisce un momento chiave con forza e delicatezza.
Con “La torre che canta”, Fernanda Romani ci regala un racconto dal sapore antico e moderno insieme, dove amore, identità e mistero si fondono in un piccolo incanto.
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