Fresca fresca di pubblicazione (l’appuntamento autunnale con Antonio mariani, “il commissario”, è stato ancora una volta rispettato), abbiamo fra le mani -ehm…- abbiamo con noi Maria Masella, la regina del noir genovese.

Due righe per presentarti?
Vorrei spiegare, perché è una questione complicata. Il file con le domande per l’intervista si concludeva con le istruzioni per l’uso, inclusa l’indicazione di salvare INTERVISTA NOME E COGNOME. Giusto! Sensato! Il problema è che io sono Maria Luisa Masella, non Maria Masella. A volte mi chiedono se scrivo sotto pseudonimo e resto muta (una delle poche occasioni in cui riescono a zittirmi). Risolto questo ostacolo, vado sul sicuro. Anni 75, giorno e mese di nascita? Li ho regalati a un mio personaggio seriale (Mariani e le ferite del passato). Altezza? Scarsa. Peso? Abbondante. Ho sempre amato leggere (anche per impicciarmi nelle vite altrui); ho cominciato a scrivere prima di tenere la penna in mano. Mio padre mi leggeva una storia e volevo continuarla io (prepotente già da allora). Ovviamente, ho frequentato il liceo scientifico e poi mi sono laureata in matematica e l’ho insegnata fino alla pensione. Perché ovviamente? La fantasia l’avevo e volevo acquistare il rigore. Ho cominciato a pubblicare nel 1985 o 1986: non me lo ricordo.

Che genere scrivi?
Soprattutto due filoni. Da una parte giallo-noir-thriller e dall’altra romance, ma ho fatto incursioni in fantascienza, fantasy, horror. Anche romanzi non di genere. Mi piace proprio l’atto fisico di scrivere. Quando insegnavo, mi occupavo volentieri dei verbali del Collegio docenti, dei Consigli di classe, del Consiglio d’Istituto.

Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Da quando ho scoperto un PC, 1987, PC. Ma niente di raffinato. Uso Word.

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Scrivo quando capita. E non dipende da “ispirazione” o “blocco” o questioni simili. Ho una vita di cui la scrittura è una parte. Scrivo non più di due ore al giorno, non è importante che siano di fila o in un momento particolare. Comunque, scrivo anche quando non scrivo: raccolgo informazioni, immagini e suggestioni.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Coinvolgimento da 1 a 10? 1 è il minimo e 10 il massimo? Nei noir: oscillo fra 8 e 9, con qualche punta 10. Nei romance: fra 7 e 8.
Ma questo in prima stesura (vedi domanda seguente), mentre nella fase di revisione cerco di essere distaccata il più possibile.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Prima stesura (la grossa) sturm und drang, seguo l’istinto; seconda (la prima revisione) riordino. Durante la grossa mi scrivo annotazioni nei commenti, del tipo: “Marri, questo dovrà andare dopo o prima o modificato”. Così in revisione scorro i commenti!

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura? O metà e metà?
Con case editrici.

Ti servi di beta reader e di un/una editor, prima di mandare il testo alla casa editrice?
Al massimo faccio leggere a un’amica per sapere se la storia funziona. Soltanto per “Tracce di Ada” e “Tunnel” ho avuto una editor.

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri? Se sì: quali sono i tuoi preferiti? Perché? Quali riscontri hai notato?
Uso i social per contatto umano. Soltanto Facebook. Non so usare gli altri e non ho voglia di imparare. Riscontri? Boh!

Hai una newsletter? Se sì, ogni quanto invii un aggiornamento?
Niente newsletter. Madre indegna: mando i miei figli nel mondo senza cestino della merenda e senza maglietta della salute.

Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
Il mio primo sito web l’avevo realizzato io e mi ero divertita. Per quello attuale mi sono rivolta a un professionista. Il guaio è che non lo aggiorno. È faccenda che mi annoia e mi deprime. È probabile che lo uccida.

Progetti per il futuro?
Sono appena usciti un’antologia horror con un mio racconto e il Mariani 2023, “Un caso freddo”. A luglio 2024 (o prima) uscirà per Mondadori la nuova puntata della famiglia Martelli (l’ho scritta questa primavera fra un noir e l’altro). Ai primi di novembre, ci sarà un mio racconto nell’antologia dedicata a Marco Frilli; un altro sarà nell’antologia natalizia a scopo benefico. Sto lavorando a Maritano 6. Ho scritto un noir, durissimo, ancora più di Tunnel, ma non riesco a decidermi a mandarlo per il mondo. Sì, purtroppo scrivo tanto: in media due noir e un romance storico all’anno e racconti vari.

Appena uscito per i tipi della Fratelli Frilli Editori, il nuovo Noir di Maria Masella: UN CASO FREDDO. UN’INDAGINE DEL COMMISSARIO ANTONIO MARIANI.

Il commissario Antonio Mariani è appena ritornato da due settimane di ferie quando gli viene affidata un’indagine che, secondo il questore, verrà presto archiviata come “caso irrisolto”. In una cantina sulle alture di Sestri Ponente è stato ritrovato il corpo di un uomo di una settantina d’anni. Non ha documenti, è stato ucciso, ma l’omicidio non è recente, risale a circa due anni prima, come stabilisce il dottor Torrazzi. È quindi un “Caso Freddo”. Come il freddo che prova Antonio quando sente il nome della via e poi quando entra nella cantina. Riesce a dare un’identità al morto e con cocciutaggine ne ricostruisce il modo di vivere modesto. Perché quell’uomo, dalla vita semplice, è stato ucciso? Perché è stato sepolto in quella cantina lontana da dove viveva? Il commissario è convinto che quell’omicidio sia soltanto un dettaglio di un quadro molto più ampio e complesso e che per fare luce sia necessario allargare le indagini; quindi, si muove da Genova a Savona e poi a Pavia. Alcuni colleghi collaborano, altri no. E ci sono quelli che lo ostacolano. A ogni passo avanti la possibile ricostruzione dei fatti cambia, perché non è più una sola indagine ma aumentano e si riverberano in un gioco di specchi. E Mariani soffre perché, una soltanto è ufficialmente sua ed è quella che sembra destinata a restare irrisolta.

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