Care amiche, gentili amici, oggi ho una grossa sorpresa per voi. È venuta a trovarci una delle regine del romantic suspense americano (e non solo): Lisa Marie Rice.

Grazie di essere qui con noi, Lisa Marie. Due righe per presentarti?
Ciao a tutte. Eccomi qua. Sono Lisa Marie Rice e forse mi conoscete come scrittrice di thriller rosa. Sono americana, ma abito nel Bel Paese e adoro l’Italia.
Un po’ di storia: ho studiato alla Scuola Interpreti di Firenze e per tanti anni – decenni — ho fatto l’interprete in simultanea. Lavoravo per la Commissione Europea, per il Parlamento Europeo, per le agenzie dell’ONU. Vivevo a Bruxelles, che non è male come città, ma non è Firenze.
Ora abito un po’ più a sud, a Matera, anch’essa città bellissima, antica e affascinante. Perché Matera? Be’, come dicono i francesi, cherchez l’homme. Mi sono innamorata di un materano e mi sono trasferita qui, facendo inorridire le amiche. Ma tutto è bene ciò che finisce bene, e abbiamo un figlio fantastico, regista in erba, anche lui con un romanzo nel cassetto.
Ho sempre voluto scrivere, sempre, sempre. E a un certo punto mi sono messa a scrivere seriamente. Un romanzo, due, tre, quattro, cinque. Mandandoli a varie case editrici, senza successo. Poi una grande casa editrice ne ha accettato uno. L’editor mi ha detto, “ Mi piace proprio tanto questo romanzo, ne avresti un altro nel cassetto?” E così ho pubblicato cinque romanzi in un anno.
Ora sono a cinquanta libri pubblicati.

Che genere scrivi? Oppure, svolazzi di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Scrivo un genere che amo moltissimo: il romantic suspense/romantic thriller. Secondo me, questo genere coinvolge sia il cuore che la mente. Due personaggi devono risolvere un problema grave, innamorandosi nel frattempo. Mi piace perché, avendo lavorato per tanti anni in istituzioni internazionali, ho avuto modo di vedere come funziona il mondo (funziona male) e ho visto che la civiltà è tenuta insieme con spago e sputo. Il genere thriller geopolitico mi piace moltissimo.
Per quanto riguarda l’aspetto del romance, della storia d’amore, mi piace il genere perché mette alla prova sia l’uomo che la donna. Adoro i libri rosa dove si forma una coppia salda, vera. Due che si sposeranno e passeranno una vita insieme. Sono un po’ all’antica. E se trovi un uomo che si frappone tra te e una pallottola, quest’uomo rimarrà al tuo fianco anche quando avrai un tumore alla mammella, no?
Detto questo, ho anche sperimentato un po’, con un giallo comico ambientato a Siena durante il Palio, Murphy’s Law, e una commedia romantica, Don’t Think Twice. Ho scritto una trilogia fantascientifica apocalittica, la serie Ghost Ops.
Mi piacciono molto la fantascienza e i romanzi post apocalittici, forse ne scriverò un’altra serie.

Come scrivi? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Essendo gli americani molto pragmatici, al liceo negli Stati Uniti ho imparato a battere a macchina molto presto e da allora non so più scrivere a mano. Quando penso, le mie dita si muovono, battendo i pensieri a macchina sull’aria. Sono anche velocissima alla tastiera e non devo guardare. Non posso più scrivere a mano. Ho difficoltà anche con le firme! Venendo in Italia, ho lavorato tantissimo con una Olivetti Lettera 32, facendo traduzioni e trascrizioni, poi con una IBM Selectric e poi definitivamente con il computer. Tecnologia a tutto spiano!

Quando scrivi? Allodola, o gufo?
Allodola, allodola, mille volte allodola! Negli anni di ‘apprendistato’, mi alzavo alle 4.30 del mattino per scrivere, poi andavo a lavorare. Dopo le ore 20, posso solo guardare la TV. La mattina è per il lavoro, la sera per rilassarmi. Mio marito, quand’era studente in medicina, studiava fino alle 2 di notte, io non potrei mai.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Buona domanda. Sono sempre super coinvolta quando scrivo. Anzi, spesso, senza volerlo, inserisco quello che mi succede nella vita privata in un romanzo. Guardando indietro, e rileggendo i miei libri, ricordo benissimo quello che mi succedeva mentre scrivevo, perché il testo riflette ciò che sentivo, la musica che ascoltavo, i film che vedevo, i miei pensieri.
Io sento molto i miei personaggi. Per me sono vivi, i sentimenti che provano sono veri, i pericoli veri. I miei personaggi sono anche uomini e donne un po’ idealizzati. Coraggiosi, integerrimi, leali, intelligenti. Forti. Non si fermano davanti ai problemi. Quando amano, amano sul serio. Li sento molto vicini.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Scaletta, assolutamente. Non necessariamente ferrea, ma l’arco narrativo deve starci. Quando scrivi per le case editrici americane, per vendere il tuo libro, per firmare il contratto, devi scrivere una sinossi abbastanza ferrea. Altrimenti non firmi. Mi sono abituata a iniziare un romanzo sapendo più o meno dove vado a parare. Ci possono essere variazioni, ma il tono e i ‘beats’, le battute della storia, ci sono.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Fino alla pandemia ero completamente metodica. Anche per necessità. Quando scrivi per una casa editrice e ti dicono che un romanzo di 90.000 parole dev’essere consegnato entro il 1° maggio, tu consegni un romanzo di 90.000 parole entro il 1° maggio, senza se e senza ma.
Poi sono diventata indie, e alcuni libri li ho scritti più velocemente e alcuni più lentamente. Poi è arrivata la pandemia e per due anni non sono riuscita a scrivere. Non ho la minima idea del perché.

Leggi molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Dovessi definirmi, mi definirei una lettrice, prima di tutto. I libri mi hanno accompagnato per tutta la vita. Da bambina e da ragazza vivevo di fronte alla Biblioteca della Contea e se non avevano un libro che volevo leggere, lo ordinavano e arrivava il giorno dopo. Questo ai tempi in cui il governo credeva nelle biblioteche pubbliche. In Italia, trovare da leggere in inglese (sempre in inglese) non era facile, ma c’era un libraio a Firenze sotto i portici con una bancarella di libri usati, molti in inglese, e il bancarellista ricomprava il libro quando l’avevo letto e glielo riportavo. Ora ho 3000 libri sul mio Kindle. La lettura è il piacere più intenso del mondo, apre mondi nuovi, ti consola e ti accompagna. Non capisco proprio chi non legge.

I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Non so cosa dirti dei concorsi.
Personalmente non ho mai partecipato a un concorso e capisco che ci sono un sacco di svantaggi. Ma alcuni scrittori sono stati scoperti grazie a dei concorsi, e per me qualsiasi cosa aiuti uno scrittore ben venga.

Progetti per il futuro?
A me l’elemento romance piace molto e credo che piacerà sempre. Trovare l’amore mi sembra una tematica molto importante nella vita delle persone. Però nel futuro credo che mi cimenterò con la fantascienza. Il mondo sta cambiando molto velocemente, non sempre per il meglio, e vorrei scrivere una serie dove i miei salvano il mondo (come nella mia serie Ghost Ops). Vorrei sperimentare un po’ con i toni – drammatici, comici. Per chi scrive, il mondo è infinito!

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