Buongiorno, Anita! Tirarti fuori dalla Redazione è stato difficile. Peggio di un’ostrica!
Ehm… Sì… Forse. Se potessi sciogliere quella lenza!? L’amo mi si è impigliato nel maglione.
Ecco qui. Libera. Cominciamo?

Cosa vuol dire essere un’editrice?
Per la maggior parte del tempo, imprecare. Contro te stessa, contro la vita, contro il mondo, contro il telefono, WhatsApp, Gmail e i video di TikTok.
Ecco, in definitiva, il riassunto della giornata tipo di un’editrice media.

Dai, non farla troppo tragica. Solo rogne? Nessuna soddisfazione?
In realtà, scherzi a parte, l’editoria è un campo che ti dà grosse batoste, ma anche grandi soddisfazioni. Una persona che conosco mi ha detto una volta che i libri sono quanto di più vicino all’indelebile ci sia, perché una volta scritti esistono, esistono quelle storie e resteranno per sempre – o almeno si spera – nel cuore di chi le legge. Mi sono sentita un po’ Jim Carrey in “Una settimana da Dio”, in quel momento. Per poi realizzare che è molto, molto più complicato.

Lo Stand di Words Edizioni al Salone Internazionale del Libro (Torino)

Lo immagino. La prima complicazione? La più importante? 
Innanzitutto, hai la responsabilità di fare delle scelte, e di fronte alle scelte non siamo tutti così bravi (soprattutto se sei del segno dei Gemelli e l’indecisione cronica te l’hanno affibbiata le stelle, mica l’hai scelta tu). E se le scelte che fai non pagano? E non intendo in termini economici, ma in termini umani e di soddisfazione dell’autore, del lettore e di tutte quelle persone che dipendono da quella scelta. E poi sì, anche in termini economici, perché la baracca non si tira avanti da sola.

Un sì o un no che decidono tutto…
Ecco, scegliere non è mai facile. Dire un sì o un no e immaginare l’impatto che avranno sulla vita di altre persone è la definizione dell’ansia, a mio parere. E comunque, se andate sul dizionario illustrato, dal 2019 la definizione dell’ansia è la mia foto.

L’editrice con Laura Nottari (a destra, opportunamente imbavagliata)

Ansia, eh? Fin dall’arrivo del manoscritto?
Lo sai come si trasforma un embrione, un manoscritto, in un libro che andrà, si spera, a occupare un piccolo spazio (oddio, se compri Laura Nottari non sarà per niente piccolo) all’interno della libreria di qualcuno? Con tanto lavoro, tanta ansia, tanto olio di gomito, tante imprecazioni, tanta ansia, tanto spirito di adattamento alle altre persone e, sì, tanta ansia. L’ho detto che noi editori viviamo di ansia? No, perché è così.

Meno male che non lavori da sola, allora. Così l’ansia la puoi… ehm… spalmare su tutti gli altri. A proposito: chi sono i tuoi collaboratori? Le tue collaboratrici?

Hai ragione: un editore non esiste senza una squadra. E se lo dico io che vengo sempre tacciata di incapacità cronica al lavoro di squadra, deve essere vero per forza.
Words Edizioni non è Anita Sessa. È anche Margherita Maria Messina, che si occupa del marketing e delle relazioni con le librerie (e anche qui, vi assicuro che c’è un grosso mix di ansia e imprecazioni, perché organizzare presentazioni probabilmente è un girone dell’Inferno dantesco che Dante ha preferito dimenticare lui stesso). E poi è il comparto editor e correzione di bozze, con Maria Cristina Ferrando, Silvia Zucca, Aina Sensi, Sofia Mazzanti, Manuela Riccobono e un po’ la sottoscritta a fare le nottate sui libri (per poi, ogni tanto, notare l’irriducibile refuso piazzato in prima pagina dopo la pubblicazione). Ed è il reparto grafico, con Sarah Rocchia e Angela D’Angelo, che non mi consegnano mai una cover se non rasenta prima la perfezione che cerchiamo tutti. Ed è la distribuzione, ma anche un po’ i corrieri che si sobbarcano il trasporto dei pacchi a destra e a manca, o i blog che ci sostengono dal primissimo giorno (pure quelle blogger che ci chiedono i cartacei per rivenderli su Vinted). E il santo che mi ha affittato una stanza così che, dopo tre anni, Words Edizioni potesse finalmente avere una sede fisica (un piccolo grande traguardo).

La postazione di lavoro (non è MAI così ordinata) dell’editrice

Una bella squadra. Quasi tutta al femminile (strizza l’occhio). E che mi dici degli autori e delle autrici che si affidano alla Words Edizioni?
Words è soprattutto un mix di talento e speranza, quello che ognuno dei nostri autori si porta dietro come una copertina di Linus. E guai ad abbandonarlo, guai a perderselo per strada. Guai a dimenticare il lavoro che viene fatto giorno dopo giorno, notte dopo notte. Guai a smettere di sognare quelle storie che oggi, dopo tre anni insieme, posso permettermi il lusso di pubblicare anche a scatola chiusa. Perché – e lasciami questo momento di presunzione – quando c’è il talento da un lato e chi sa riconoscere il talento dall’altro, ma soprattutto chi col talento sa lavorarci, nel mezzo – il risultato non può che essere un buon libro, a prescindere dal genere e da tutto il resto.

A questo punto, dopo la squadra e gli autori, devi parlarmi dei lettori di Words Edizioni. 
Quelli su cui si regge tutto: i lettori. Che con un libro piangono (abbiamo Laura Vegliamore e non abbiamo intenzione di porre rimedio a questa cosa), ridono, si emozionano, sognano e vivono anche, magari storie che la vita reale non regalerà mai loro l’opportunità di vivere. Ecco, se riesci in questo, se vedi brillare gli occhi di chi acquista un libro Words Edizioni, allora forse è davvero così, davvero stiamo creando qualcosa di molto vicino all’indelebile.

La presentazione dei romanzi di Laura Vegliamore (sì, quella che “fa piangere”)

Indelebile. Il sogno di ogni editore.
Indelebile, sì. Nonostante la spocchia, gli sgambetti, le invidie che non hanno motivo di esistere, le monostella tattiche della concorrenza, gli autori snob, la vita, il mondo, il telefono, WhatsApp, Gmail e i video di TikTok. Così come indelebile è l’emozione che arriva a noi, che amiamo i libri sin da piccoli, che le nostre prime letture sono state Shakespeare e Dumas, e che un bel giorno abbiamo detto “Al diavolo le bugie sulla partita IVA, io apro una casa editrice”.
Allerta spoiler: non esistono bugie sulla partita IVA.

Grazie, Anita. Buon ritorno al lavoro.
Grazie a te, Babette, e ai lettori del Blog. Ci si vede nel Gruppo Facebook.

Per conoscere meglio Words Edizioni:

Il sito della Casa editrice.

La Pagina Facebook.