Flumeri & Giacometti, con aria furba e soddisfatta, si presentano alla mia porta. Timeo Danaos et dona ferentes… ma come si fa a resistere a un “regalo” del genere?

Regalo? Quale regalo?

La Premiata Ditta si dà all’erotico!

Ha inizio, oggi, un Hot Tour che, nella prima fase, vedrà coinvolti quattro Blog.

Questo il calendario:

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Babette Brown ha il compito -divertente- di intervistare
Elisabetta Flumeri & Gabriella Giacometti

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Fuori dai denti: che cosa vi è venuto in mente?

A noi piacciono le sfide. E abbiamo scelto questo lavoro proprio perché ci ha dato e ci dà la possibilità di metterci alla prova. Sempre. Il momento che smettessimo di farlo non avrebbe più senso continuare a scrivere. Non è detto che vada sempre bene, ma dagli errori si impara e poi ci si lancia in una nuova sfida. Ci piace sperimentare. Dopo anni di melo televisivo, abbiamo finalmente avuto la possibilità di scrivere commedia. Ma non vogliamo fossilizzarci. Ci siamo cimentate di nuovo nel melo, adesso abbiamo in ballo una serie gialla con due colleghe molto in gamba e nel frattempo…perché non l’erotico? Avevamo in mente una storia che calzava a pennello e l’abbiamo buttata giù. E più andavamo avanti più ci piaceva…

Ditemi la differenza fra romanzo erotico e “pornozozzo” (rubo la definizione a Linnea Nilsson, autrice di “Le orge della Contessa” e altre prelibatezze).

Ti rispondiamo in sintetiche pillole.
Pornozozzo:
– Freddo elenco di dettagli anatomici
– Nessuna partecipazione o empatia
– Nessuna evoluzione emotiva
Erotico:
– Prima di tutto una buona scrittura, capace di evocare più che di spiattellare
– Coerenza emotiva
– Ripercussioni psicologiche sui protagonisti
Abbiamo appena letto il libro di Lidia Calvano “Un puzzle a due pezzi”: ecco, quello è un ottimo esempio di ciò che intendiamo.
Se vogliamo rifarci ad esempi letterari: Anais Nin per tutti.
L’erotico non è un genere di per se stesso, è un modo di trattare una storia. Come il comico o la comedy. La storia è quello che conta. La crescita emotiva e i conflitti. Le scene di sesso non vanno distribuite a caso qua e là come il prezzemolo. Devono essere contestualizzate, rispondere all’esigenza della storia e portare avanti la trama. Altrimenti risultano noiose e ripetitive e a volte risentono di quella che, in gergo tecnico, si chiama comicità involontaria.

Chi di voi due scrive le scene di sesso?

Ehhhhhhhhh… questo non si può proprio dire! Ti immagini che succederebbe sulla pagina Facebook? E nelle richieste di amicizia…?

Che cosa si prova a scrivere una scena di sesso? E: vi scappa mai da ridere?

Sinceramente, ti può scappare da ridere prima, in fase scaletta “porco giuda” – così abbiamo soprannominato le nostre scalette da combattimento, quelle che leggiamo solo noi e dove scriviamo cose a volte irripetibili – ma non mentre scrivi la scena. È lo stesso che per una qualunque scena d’amore: se non ci credi, non funziona. Se scrivi con supponenza, con ironia, con distacco, non funziona. Chi legge se ne accorge subito e chiude il libro.
Ergo, devi essere la prima a crederci, a sentire e vivere sulla tua pelle quello che stai scrivendo, provare le stesse emozioni dei protagonisti… sì, anche fisiche se la vogliamo dire tutta! Solo così riesci a essere credibile. Ci siamo chieste, e abbiamo chiesto, perché si legge tanto l’erotico. La risposta che alla fine ci siamo date è che si tratta di un modo per vedere realizzate le proprie fantasie, anche quelle che non confesseremmo a nessuno. Tutti ne abbiamo. Scriverle e leggerle in un certo senso significa metterle in pratica.

Perché usare lo pseudonimo?

Per un problema di riconoscibilità del prodotto. Flumeri & Giacometti, all’estero in particolare, sono autrici di commedie romantiche soft. Isabella Greco è il nostro alter ego… hard!

Quatte quatte, le nostre due malandrine si allontanano nella notte… Tocca aspettare, adesso. Ne vedremo -no, leggeremo- delle belle!

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 13441664_10208467236351340_951418983_o“Le chiamano feste dei sensi. All’insegna della trasgressione. Tutto è lecito. Tutto è permesso.”

Anna ha sedici anni quando incontra Edoardo, timido, introverso, innamorato come solo un adolescente può esserlo. Ma la tenera amicizia che sta nascendo tra loro è spazzata via dall’arrivo del fratello maggiore, Filippo bello, viziato e irresistibile. Fino al giorno in cui uno schianto in autostrada cambia drammaticamente il loro destino.
Oggi il marchese Edoardo Crivelli d’Adda è un imprenditore del sesso. La Blue Velvet, l’agenzia che gestisce insieme al socio Lorenzo, promette di esaudire ogni desiderio dei suoi clienti.
Le donne impazziscono per lui perché sa realizzare tutte le loro fantasie, anche quelle più inconfessabili.
Cinque anni nella Legione Straniera, dove Edoardo ha imparato a uccidere e obbedire, lo hanno completamente cambiato. È convinto di aver sepolto per sempre l’adolescente timido e impacciato che è stato, ma quando incontra di nuovo Anna, infiltrata in una delle ‘feste’ della Blue Velvet, il passato riemerge prepotente, con il suo carico di sofferenza, frustrazione, rabbia.

«Sono un assassino e una puttana. E adesso mi vuoi ancora? O ti faccio paura?»
Se aveva pensato di poter condurre il gioco, si era sbagliata.
«Ti voglio e mi fai paura» mormorò.

Anna lo vuole, disperatamente, incondizionatamente, e per lui è disposta a mettere in gioco tutto.

Quel corpo meraviglioso le ricordava le antiche statue degli dei. Un dio che si concedeva senza darsi. Un dio che non avrebbe mai potuto avere. Che non sarebbe mai stato suo. Perché era di tutte e di nessuna.

Ma innamorarsi è l’unico rischio che Edoardo non ha intenzione di correre.
Eppure Anna è un’ossessione più forte della sua volontà, dei suoi incubi, del suo ferreo autocontrollo.
Ma un’ossessione può trasformarsi in amore?
La storia di una passione violenta, fragile e disperata, a cui è impossibile opporsi.

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Grafica di Elira Pulaj

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L’avventura continua…