A volte, nel parapiglia di quella rete che si rivolge ai naviganti ubriacandoli di contenuti, emerge una proposta misteriosa. Nulla è troppo specificato, ma l’argomento è chiaro: la proposta rimbalza di bacheca in bacheca, si crea un piccolo caso, la curiosità cresce, molti vorrebbero saperne di più. Eppure quella domanda semplice non vuole svelare troppo e resta sospesa come una lanterna rischiarando il percorso a chi nutre sana curiosità, a coloro che si informano, agli intraprendenti.

“Ami i gatti? Anche noi e abbiamo un’idea per aiutarli, vieni a scoprirla al Brunch felino che stiamo organizzando”.
Questa, in sintesi, è la misteriosa proposta che per giorni ha scosso la rete individuando coloro che i gatti li amano davvero. Coloro che pur di incontrare altri animalisti riuniti dal desiderio di aiutare gli amici a quattro zampe, hanno deciso di accogliere un invito sibillino lasciandosi stupire.

DSC_9854Il Brunch felino si è tenuto il 15 novembre a Bologna, nella palestra di via Saliceto, dove sei ragazze bolognesi accomunate dall’amore per i gatti (e per gli animali in generale) hanno accolto quella Bologna che non sta con le mani in mano, quella che ha a cuore ogni randagio e ogni richiesta di aiuto, quella che si spende giorno dopo giorno per salvare anche il più sfortunato componente di una numerosa cucciolata, quella che “non li lascia per strada” e spesso se li porta a casa.
Feed a cat read a book è il nome del progetto che viene svelato davanti a una platea incuriosita e propositiva.

Nasce alcuni mesi fa come idea modesta e di poche pretese quando la sottoscritta, da anni attiva nel mondo dell’editoria, decide di scrivere qualche breve racconto che veda protagonisti i gatti. Certo, si potrebbe proporre una raccolta di racconti a un editore, devolvendo una parte del ricavato alle oasi feline, ma qualcosa mi frena.
Ed è proprio quella parola, “ricavato”. Un ricavato economico che spesso coinvolge troppe figure: autore, editore, distributore, tipografo. Quanta parte del ricavato spetta realmente alle oasi? Come fare per ottenere un ricavato destinato interamente ai gatti e di reale e immediata utilità per gli stessi? L’emergenza è oggi, è domani, è ogni giorno e il denaro appare più come una “promessa di aiuto” che come un aiuto concreto in tempi rapidi.
Dunque l’idea, ricorrere al buon vecchio baratto: un racconto in cambio di cibo per gatti, sabbia per lettiere, farmaci veterinari da banco. Questa è l’idea che all’epoca dei fatti mi frulla per la testa, idea di un singolo, idea in piccolo e di potenza limitata, idea che racconto fortunatamente ad alcune amiche. Saranno loro a schierare le forze per garantire al progetto un’evoluzione strepitosa, saranno loro a fondere competenze in svariati campi.

Marilisa Mainardi, Giorgia Loi e Francesca Bernardoni dell’associazione culturale Diciottoetrenta sposano l’iniziativa e si attivano perché diventi virale e tocchi tante realtà che quotidianamente si battono per salvare gli animali. Mentre Annalisa Bonetti (grafica e illustratrice) scende in campo armata di colori per dare ai racconti una veste accattivante, Ivana Bonafede (educatrice, volontaria e cat sitter) sparge la voce fra i contatti che ha conosciuto negli anni attraverso la sua attività di volontariato.
Dall’iniziativa in via di definizione di un singolo alla cooperazione fra sei teste pensanti e agguerrite, dalle “poche copie per pochi gatti” al “tante copie per tutti i gatti”: così nasce la squadra di Feed a cat read a book, così si arriva all’ideazione di quel Brunch felino che il 15 novembre ha mosso la Bologna a quattro zampe.

DSC_9903Fra una fetta di torta, un tè e una stretta di mano, si avvicendano in quella palestra tutti gli esponenti delle realtà di volontariato cittadine. Il canile – gattile di Trebbo di Reno, l’oasi felina di Bologna, l’oasi felina della Certosa di Bologna (ebbene sì, anche il cimitero ha i suoi ospiti a quattro zampe), Verde Gattopolis, Fratelli di Zampa e molti ancora, tutti attenti alle sorti di certi “sfortunati viandanti”. Ancora più incredibile è la risposta dei singoli volontari e degli esercenti poiché tutti sono invitati ad esporre in negozio il proprio quantitativo di copie pur di raccogliere cibo per gatti: aderiscono negozi di articoli per animali, locali quali il Milky bar e il Black Cat Pub, arrivano volontari da Porretta Terme e dal Veneto, la libreria Liberamente di Ravenna decide di ospitare i racconti a sua volta, Radio Bologna Uno diventa media partner e mette in onda lo spot di Feed a cat ogni giorno, Radio Città del Capo ospita un’intervista alle ragazze a cura di Mauro Alberghini, il blog di Babette Brown ci concede uno spazio, la rete continua a parlarne. In breve si crea una cordata di solidarietà attorno a questi primi sei racconti presentati.

Molte per ora le realtà che hanno aderito all’iniziativa decidendo di ospitare “i sei racconti che diventano cibo”. Molto lo stupore e la gratitudine da parte di sei ragazze che hanno partorito l’idea “in casa” riponendo fiducia nella sensibilità di chi le circonda. Ancora lungo il percorso di Feed a cat che nei prossimi mesi proporrà occasioni di incontro per garantire linfa sempre fresca al progetto e per permettere a ognuno di conoscerlo più a fondo.
A Brunch concluso resta nel cuore una tenera certezza che cresce guardando i gattini e gattoni che girano per le nostre case (incluso un grande cane nero incrocio fra lupo e Labrador che non è gatto, ma è certamente membro delle nostre famiglie): questi animali sono qui, non conoscono il freddo oltre la finestra, hanno smesso di lottare per sopravvivere quando hanno trovato chi lotta per la loro vita. Là fuori ce ne sono tanti altri ai quali non è toccata per ora la stessa fortuna, eppure è consolante sapere dell’esistenza di sei libri coraggiosi a spasso per l’Emilia Romagna e non solo. Questi libri si propongono di alleggerire il carico dei gatti più sfortunati traendoli in salvo da una condizione che nessuno dovrebbe conoscere: la fame.
Come se la solitudine non bastasse.

Maria Silvia Avanzato
feedacat.readabook@gmail.com