Ho conosciuto Massimo Vacchetta una domenica pomeriggio in occasione di Mastercat, una mostra/concorso per gatti. Si è rivelato una persona speciale, con un immenso amore verso gli animali, in particolar modo i ricci.

È proprio grazie a questi piccoletti spinosi che, un giorno, la sua vita è stata completamente rivoluzionata.

Di professione veterinario specializzato in bovini, in questi ultimi anni, grazie alla sua particolare devozione verso i ricci, ha creato un Centro a cui ha dato il nome della prima riccetta salvata, Ninna.

Il Centro La Ninna, a Novello in provincia di Cuneo, accoglie moltissimi ricci in difficoltà, malati e disabili. Le spese sono molte e, per questo motivo, il Centro ha un continuo bisogno di essere sostenuto sia con donazioni che con l’aiuto di volontari.

La scorsa estate ospitava più di 150 ricci, tra cucciolate abbandonate e adulti. C’è da sottolineare che, una volta guariti, tranne per gravi motivi di salute che ne impediscano la liberazione, gli animaletti vengono rilasciati in natura.

Massimo non si risparmia e dedica tutte le sue energie a prendersi cura dei suoi piccoli pazienti che, senza di lui, non avrebbero nessuna speranza. A me piace definirlo “l’angelo custode dei ricci” o, come gli ho detto una volta, “la Madre Teresa dei ricci”.

Pochi mesi fa, una sua amica, Antonella Tomaselli, gli ha proposto di raccontare la sua “storia d’amore” con questi piccoletti e si è resa disponibile a scriverla per lui. Ne è nato un libro “25 grammi di felicità” che, in soli tre mesi, ha scalato tutte le classifiche di vendita ed è stato già acquistato da importanti case editrici in Germania, Olanda e Francia.

Leggendo il libro, ho conosciuto la piccola Ninna, Ninno, Minerva, Trilly e tanti altri; ho riso, mi sono commossa e, alla fine, mi sono ritrovata a “centellinare” le pagine perché non volevo che finisse. Consiglio a tutti di immergersi in questo emozionante mondo sconosciuto a molti.

Rimango convinta che questo pianeta abbia un enorme bisogno di persone come Massimo, con il cuore predisposto per aiutare i più deboli. Spero che il suo messaggio di sensibilizzazione e di amore voli lontano, perché tante altre piccole Ninne possano essere salvate.

Per chi desiderasse conoscere il Centro, ricordo che ha una pagina Facebook.

“Ma perché lo fai? Cosa ti rendono i ricci?” “Mi rendono felice.” “Te ne potresti occupare tu per questi due giorni?” Inizia più o meno così l’amicizia tra Massimo, veterinario specializzato nei bovini, e un riccetto orfano. Il cucciolo ha pochi giorni, è tutto rosa, e ha sul dorso una corona di aculei bianchi e morbidi, un po’ scomposti. Pesa solo 25 grammi e pigola piano: ha fame, o freddo, o forse si sente solo. Un pianto tanto disperato che scalfisce la corazza di abitudini e apatia che Massimo si è costruito. È così che Ninna – sì, perché il riccetto spettinato si rivela una femmina – stravolge la sua vita con la forza della sua personalità. È curiosa e appena “annusa” novità si affaccia dal suo rifugio; è giocherellona, e si diverte a rovesciare con il naso la ciotola dell’acqua; è affettuosa e lo lecca pazza di gioia dopo una lunga assenza. Però è anche un animale selvatico e reclama la sua libertà: la gabbia le va sempre più stretta e la sua felicità è fuori nei boschi. In questo libro, Massimo Vacchetta racconta lo straordinario incontro che lo ha aiutato a uscire da un periodo buio e gli ha dato un nuovo scopo: creare un centro di recupero per i ricci, una specie minacciata dalla nostra disattenzione, e aiutare gli esemplari in difficoltà. Come Trilly l’impenitente dongiovanni, o la fragile Lisa che ha conquistato tutti con il suo sguardo, o Zoe che ha saputo resistere a ogni colpo. Animaletti feriti, maltrattati, indifesi, ma in grado di trasmettere una grande voglia di vivere.