In una bella giornata di sole, abbandoniamo la città di superficie – siamo a Istanbul – e ci inoltriamo in una struttura sotterranea: la Cisterna Basilica, o Palazzo Sommerso. Un’esperienza affascinante.
Il caldo lascia il posto a una piacevole frescura; gli occhi spaziano in ogni dove, attirati dalle luci cangianti. Una passerella recintata permette di camminare sull’acqua e raggiungere ogni angolo dell’enorme struttura (140 x 70 metri).
Molte persone, chiuse in un religioso silenzio… finché non arrivano due scolaresche e allora gli strilli e le corse (qualcuno ha visto gli insegnanti? Io no, a meno che non siano quei simpatici individui che se ne stanno per conto loro a chiacchierare in un angolo riparato).
La magia va a farsi benedire, finché un custode non caccia un ululato (non saprei come altro descrivere l’urlo inumano che prorompe da quella bocca spalancata) e il silenzio (relativo, per carità!, ma meglio di niente) torna a regnare nell’augusto luogo.
Il ritorno alla superficie e alla luce accecante di Istanbul è traumatico.
La Cisterna Basilica (detta anche “palazzo sommerso”) è la più grande cisterna sotterranea ancora conservata a Istanbul.
Fu costruita nel 532 dall’imperatore Giustiniano I, che ampliò una struttura risalente all’epoca della reggenza dell’imperatore Costantino.
La cisterna era alimentata da un acquedotto, che portava acqua dalla foresta di Belgrado e poteva contenere fino a ottanta milioni di litri d’acqua.
Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani (1453), l’acqua servì per irrigare i giardini del palazzo di Topkapı, residenza dei sultani. In seguito, la cisterna cadde in disuso.
Fu riscoperta tra il 1544 e il 1550 dall’olandese P. Gyllius nel corso di ricerche archeologiche sulle rovine di Bisanzio. Fu restaurata una prima volta durante il sultanato di Ahmed III (1723) e una seconda volta durante il sultanato di Abdulhamid II (1876-1909).
La struttura, fortemente degradata, è stata oggetto di restauro nel 1987 e rivalutata turisticamente tanto da assurgere a monumento simbolo di Istanbul.
Un’altra massiccia ripulitura è stata effettuata nel maggio del 1994, mentre nel 2018 è stata avviata un’ulteriore opera di restauro e consolidamento, terminata nel 2022. Con l’occasione, è stato disegnato un nuovo percorso di visita della cisterna e riprogettata l’illuminazione (anche con il contributo di due studi romani, “Insula architettura e ingegneria” e “Studioillumina”).
La cisterna si presenta come un vastissimo spazio sotterraneo di circa 140 metri per 70, in cui trovano spazio 336 colonne, disposte in dodici file, alte 9 metri e distanziate l’una dall’altra di 4,80 metri. I capitelli sono un misto di stili, risultato del riutilizzo di materiali provenienti da altri siti.
I muri perimetrali sono di mattoni e hanno uno spessore di 4 metri. La malta utilizzata nella costruzione è impermeabile.
Due enormi teste di gorgone fanno da base (rovesciate) a due delle colonne di sostegno della volta. Vi è inoltre una colonna con decorazioni a goccia proveniente dal Forum Tauri.
Curiosità…
La Cisterna Basilica appare in due videogiochi: Assassin’s Creed – Revelations e Dracula 5 – Il retaggio del sangue.
La struttura compare anche in alcune scene dei film “Inferno”, tratto dal romanzo di Dan Brown, Agente 007 – Dalla Russia con amore e The International.
Credits: grazie a Wikipedia per le notizie (ho dovuto rinfrescare gli appunti presi durante la visita).
Le fotografie sono tutte del mio sacco (e si vede…!), compresa l’immagine che compare nella cover dell’articolo (rielaborazione Canva con altra immagine free).
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