I TRECENTO DI FORT CANBY, di Joseph M. Newman

I trecento di Fort Canby (A Thunder of Drums) è un film western del 1961 diretto da Joseph M. Newman.

Una trama super classica. Un giovane tenente arriva in un fortino nel far West. Subito cominciano gli scontri con il comandante. L’azione è data dagli scontri con i nativi. Il capitano mette alla prova il tenente che si fa notare per coraggio e determinazione.

Vidi questo film in una riedizione, credo all’inizio degli anni Settanta, e mi rimase impresso. È il genere di western militare che preferisco, non per nulla fu scritto da Bellah che era uno specialista. Il titolo A Thunder of Drums è stato tradotto con I 300 di Fort Canby: curioso, vero? E perché 300?
In una delle riedizioni, poi, hanno messo in primo piano Bronson che ha una parte minuscola. Resta comunque un piccolo grande film che si regge soprattutto su Richard Boone, un westerner dimenticato, ma che a mio avviso aveva tutte le carte a posto.

I SEDUTTORI DELLA DOMENICA, di autori vari.

I seduttori della domenica (Les séducteurs) è un film del 1980 suddiviso in quattro episodi diretti da Bryan Forbes, Édouard Molinaro, Gene Wilder e Dino Risi.

Padrone di casa. L’autista di un nobile inglese si fa passare per il datore di lavoro allo scopo di affascinare le donne che trasporta al castello del lord.
Il metodo francese. Un uomo d’affari americano si trova a Parigi per firmare un contratto con una grossa società. Nel frattempo, cerca di sedurre la segretaria dell’amministratore delegato.
Skippy. Un paziente psichiatrico trova una donna che lo aiuta a risolvere i suoi problemi sessuali.
L’agenda di Armando. Un anziano seduttore ritrova la vecchia agendina telefonica e cerca di contattare le donne della sua vita.

Ho recuperato questo vecchio film sulla figura del seduttore in contesti differenti. Per me i migliori sono Roger Moore (con l’ottimo Denhom Elliott) e, ovviamente, Ugo Tognazzi che cerca di recuperare vecchie passioni.
Episodio divertente quello con Lino ventura un po’ a disagio nei panni del seduttore e, malgrado Gene Wilder, quello americano mi pare appartenente a un altro film, più malinconico.

La Pagina-Autore di Stefano Di Marino