20 giugno: segnatevi la data, perché arriva il nuovo romance male to male di Sarah Bernardinello: Tutta colpa di Ophelia.
Adam Easton ha tutto ciò che possa desiderare: un lavoro che ama, buoni amici, una bella casa. Ed è vivo, dopo che un’imboscata ha messo fine alla sua carriera nei Marines.
Però è solo, e deciso a rimanere tale, perché innamorarsi di qualcuno comporta sofferenza, quando i legami si rompono. E poi ha tutto, o crede di avere tutto.
Jacob Hunter, un marine in servizio attivo, è convinto che l’attraente sconosciuto che vede ogni mattina durante la sua corsa al parco sia qualcosa di irraggiungibile.
Non ha tempo per le relazioni, gli basta qualche toccata e fuga, perché il suo lavoro lo porta troppo distante dal Paese perché un legame affettivo possa sopravvivere. Ma questo è quello che crede lui.
Perché entrambi gli uomini hanno fatto i conti senza Ophelia. E Ophelia sa cosa vuole.
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E se volete conoscere meglio l’autrice… aspettate l’intervista che stiamo preparando!
Abbiamo chiesto all’Autrice di parlarci del nuovo romance. E di Ophelia, ovviamente. Chi sarà mai?
Amo gli animali, sono una gattara, in fondo, ma non avevo mai inserito un animale in un romanzo a meno che non fosse un paranormal/shifter. Finché non mi sono figurata lei, Ophelia, un Bull Terrier di quasi tre anni, perfetta compagna di avventure di Adam Easton, uno dei protagonisti umani del romanzo. Come al solito, non pianifico niente, ma lei a un certo punto è comparsa così, nella mia mente, e ha ottenuto il suo posto senza grandi sforzi.
Come ho detto, non pianifico, ma immagino, e le scene principali del libro erano lì, chiare e limpide, pronte per essere scritte, così come a causa di Ophelia nasce tutto (da qui il titolo).
Come è nato il libro? Diciamo che è stata colpa di L. A. Witt e del suo racconto Il professore e il marinaio (se vi capita, leggetelo, è molto carino). Un ex marinaio, finito il periodo di ferma, diventa insegnante di matematica… L’unica somiglianza che troverete, naturalmente. Il mio protagonista ha lasciato il servizio attivo per ben altri motivi, e diventare insegnante di grammatica e letteratura inglese è il naturale compimento degli studi iniziati ben prima di arruolarsi. Metti che sia un appassionato di Shakespeare, e che debba dare un nome a un batuffolo di pelo, e il gioco è fatto.
Diverso è il personaggio di Jacob Hunter. Marine in servizio attivo, zone calde del globo da difendere, una licenza e una corsa mattutina per tenersi allenato. Un uomo che non può e non vuole legarsi a causa del suo lavoro. Qui entrano in scena il destino, il fato, Ophelia e una innata simpatia.
Piuttosto semplice, vero? E invece no.
L’idea c’era, i protagonisti pure. Avrebbe potuto essere semplice e lineare, ma poi come sempre i personaggi prendono in mano le redini e fanno quello che gli pare. È stato un viaggio lungo e irto di ostacoli, soprattutto per quanto riguarda la necessità di documentarmi. Il romanzo è ambientato in Virginia, ad Alexandria, città vicina ad Arlington, famosa per il Cimitero Militare Nazionale e per essere sede del Pentagono, e dove ha sede una base dei Marines. I marines si addestrano a Quantico, famosa per ospitare l’Accademia dell’FBI e dove è situata una delle più grandi basi del mondo del Corpo dei Marines. E fin qui, tutto bene. Poi c’era l’Afghanistan. Un Paese disastrato, con i contingenti di molti Paesi ancora presenti per aiutare la popolazione e i corpi di polizia e militari a sollevarsi per ricominciare (cosa che nell’ultimo anno è stata spazzata via, come sappiamo). Essendo ambientato qualche anno fa, l’ambiente sociopolitico è diverso.
Ecco. Questo è il libro a grandi linee, un lungo viaggio verso un unico obiettivo che è l’amore. Ophelia salva Adam dal suo periodo più buio, salva Jacob semplicemente chiedendo carezze, e fa sì che entrambi scoprano che insieme si è più forti. E io? Io ho amato scriverlo e amato i miei protagonisti e i comprimari. E amato Ophelia, perché il suo cuore è più grande di quello di molti esseri umani.
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