Rambo: Last Blood è un film del 2019 diretto da Adrian Grunberg. La pellicola è il quinto capitolo della saga cinematografica su John Rambo, iniziata nel 1982 col film Rambo. Il titolo del film è un riferimento al titolo originale dell’adattamento cinematografico del romanzo Primo sangue (Wikipedia).
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Anno: 2019
Durata: 89 min
Genere: azione, avventura, thriller
Regia: Adrian Grunberg
Soggetto: Dan Gordon, Sylvester Stallone
Sceneggiatura: Matthew Cirulnick, Sylvester Stallone
Produttore: Avi Lerner, Steven Paul, Kevin King Templeton, Les Weldon
Produttore esecutivo: Christa Campbell, Boaz Davidson, Jeffrey Greenstein, Lati Grobman, Jeff Gum, Ariel Vromen, Jonathan Yunger
Casa di produzione: Campbell Grobman Films, LionsGate, Millennium Films, NYLA Media Group, Balboa Productions
Distribuzione in italiano: Notorious Pictures
Montaggio: Todd E. Miller
Effetti speciali: Richard Van Den Bergh, Aleksander Aleksiev
Musiche: Brian Tyler
Scenografia: Franco-Giacomo Carbone
Costumi: Cristina Sopeña
Trucco: Ralitsa Roth
Interpreti e personaggi:
Sylvester Stallone: John Rambo
Paz Vega: Carmen Delgado
Yvette Monreal: Gabrielle
Sergio Peris-Mencheta: Hugo Martínez
Óscar Jaenada: Victor Martinez
Adriana Barraza: Maria Beltran
Louis Mandylor: sceriffo
Sheila Shah: Alejandra
Diana Bermudez: Juanita
Doppiatori italiani:
Massimo Corvo: John Rambo
Barbara De Bortoli: Carmen Delgado
Veronica Puccio: Gabrielle
Alberto Bognanni: Hugo Martínez
Christian Iansante: Victor Martinez
Mattea Serpelloni: Juanita
Rambo è un eroe dolente. Tutta la sua epica, al di là di esplosioni e pose plastiche con archi, pugnali e M60, è una disperata battaglia per essere ciò che non è. Una battaglia persa. L’incipit travolgente di questo quinto episodio è più che evidente. Nessuno salva nessuno, come diceva Sergio Altieri e non cito il Wolf a caso.
Detto questo Last Blood è, purtroppo, una occasione sprecata. Siamo lontanissimi da John Rambo che era innovativo e al tempo stesso riassumeva tutto quello che c’era stato prima. Diciamo comunque che è un buon film da vedersi in tv. C’è una gran voglia di West e questo va benissimo. Sly è perfetto nella maturità (avanzata!) e la regia è più che funzionale; le scene d’azione sono avvincenti, per quanto sparse e in alcuni tratti inutilmente violente sino a sfiorare il grottesco in un film che (sic!) ha un impianto realistico. Ottime location e alcuni momenti di tensione (Rambo braccato nei vicoli messicani). C’è il giustificato sospetto che la trama fosse quella di un altro film cui è stato appicciato il Personaggio con un finale anche troppo affrettato benché efficace. I momenti più deludenti sono quelli che riguardano i personaggi secondari che avrebbero potuto avere un peso ma che vengono abbandonanti per strada, una volta esaurita la loro funzionalità. Segnatamente la giornalista e il padre della ragazzina. Per il resto, come dicevo, un buon film anche coraggioso in un momento di appiattimento buonista, ma che zoppica per trovare l’avvio. Anche i famigerati fratelli messicani sono un po’ buttati via e molti tra i loro sgherri (il moicano e quello con l’AK placcato d’oro) avrebbero meritato uno “svolgimento” più approfondito.
Alla fine credo che chi va a vedere Rambo voglia un bel film d’azione e questo si presentava con un’ambientazione messicana più che allettante. Mi ha ricordato un po’ tanti e troppi film di Bronson in cui tutto si risolveva in un già visto al risparmio delle energie. Anche le scene d’azione, malgrado alcuni momenti topici, sanno di vecchio. È proprio la parte stunt e più bassamente action che credo sia sotto le aspettative per il franchising.
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