Theresa “Mac” MacLeod ha imparato che nella vita i guai la seguono ovunque vada e che fare l’archeologa non è solo una professione per lei, è una ragione di vita. Mac è disposta a tutto pur di salvare la sua ultima scoperta dalle avide mani dei trafficanti. Quello che le serve è solo una buona dose di scaltrezza e qualcuno che le regga il gioco al Museo Nazionale di Scozia.
Sin dal primo sguardo, Sean Campbell intuisce che Theresa porta con sé una buona dose di grattacapi e anche qualche probabile sciagura. Quando poi capisce che sta tramando qualcosa con la famigerata Amalia Rossetti, non ha più alcun dubbio: il karma sta preparando per lui una piccola apocalisse personale.
Tra teste mummificate, tesori nascosti, tombe antichissime e inconvenienti del mestiere, il direttore dell’equipe di restauro riuscirà a resistere al desiderio sempre più ardente che prova nei confronti dell’avventurosa archeologa?

Titolo: Non c’è due… senza il kilt.
Autrice: Giuditta Ross.
Genere: Romance contemporaneo.
Serie: Under the kilt, volume III.
Editore: Triskell Edizioni.
Prezzo: euro 4,99 (eBook); euro 15,00 (cartaceo).
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I romanzi di questa serie mi piacciono soprattutto per le protagoniste: toste, intelligenti, non hanno bisogno di essere salvate dal Principe Azzurro. Anzi, non è escluso che siano loro a partire, lancia in resta, e tirare fuori dai guai l’amato bene.

Non che Sean Campbell sembri un agnellino bisognoso di protezione, intendiamoci! Bellissimo, con l’aria di avere un bastone infilato in un posto innominabile,  rende di ghiaccio tutto ciò che tocca e/o guarda. Però… Già a sentire il suono di quel nome+cognome scozzese si rimane secche. Se poi, diamo un’occhiata più da vicino al capo del Dipartimento di Conservazione del Museo (in tempi non sospetti -6 agosto 2019- scrivevo “… anche se un pensierino l’ho fatto per Sean Campbell…), capiamo subito che la nostra eroina, Theresa MacLeod -detta “Mac”- avrà pane per i suoi denti. Sì, quello con la crosta dorata e croccante, da sbranare a morsi golosi.

Da nemici ad amanti? Uno dei miei cliché preferiti, lo confesso. Se mescoliamo nel calderone della storia d’amore una testa mummificata, due ladri alla Stanlio e Ollio, un viscido lestofante e il Clan MacLeod al completo (no, non mi posso dimenticare nemmeno di Amalia e Rowan)… bene, cominciamo a sospettare che il filone romantic-suspense sia proprio quello che ci vuole per scaldare queste uggiose serate di fine dicembre – inizio gennaio.
Giuditta Ross ci ha fatto sospirare questo terzo volume, ma ne è valsa la pena.

 

Giuditta Ross è, prima di qualsiasi altra cosa, una sognatrice, un’irriducibile latitante della realtà. Giuditta è una lettrice affamata, una divoratrice di emozioni.
A tenerla con i piedi per terra ci sono un marito, una figlia e una coppia di gatti che fanno a turno per reclamarla al presente.
I suoi pensieri, preda di ispirazioni improvvise, vagano fin troppo spesso tra le faccende quotidiane e qualche scena di quel libro che piano sta prendendo forma, con risultati spesso improbabili.
È una seguace dell’immaginazione, una schiava della fantasia, un’adepta del sogno a occhi aperti.
In fondo, Giuditta non è che il frutto di un sogno che incredibilmente si avvera.

La recensione del Blog al primo volume della Serie, “Sotto il kilt… niente”.

La recensione del Blog al secondo volume della Serie, “A qualcuno piace in … kilt”.