Nessuno torna indietro è un romanzo di formazione della scrittrice italiana Alba de Céspedes, pubblicato per la prima volta nel 1938 in Italia da Mondadori. Il regime fascista tentò di censurarlo ma, grazie all’amicizia dell’autrice con Arnoldo Mondadori, ciò non avvenne.
Il romanzo narra le vicende di Emanuela, Xenia, Silvia, Vinca, Anna, Valentina, Augusta e Milly, otto studentesse universitarie che alloggiano a Roma nel collegio femminile Grimaldi gestito dalle suore. Tutte le ragazze sono accomunate da una voglia di emancipazione non comune per la società dell’epoca, accompagnato da un desiderio di affermarsi autonomamente. Nonostante ciò, il corso degli eventi aprirà loro destini diversi. (Wikipedia).
Il romanzo si trova solo nel mercato dell’usato.
TITOLO: Nessuno torna indietro.
AUTRICE: Alba De Céspedes.
GENERE: Romanzo di formazione.
EDITORE: Mondadori.
Un romanzo che rappresenta una pietra miliare della letteratura italiana, uscito nel 1938, in piena dittatura fascista, e tradotto in 22 lingue. Il regime tentò di impedirne la pubblicazione e la diffusione, ma Mondadori riuscì a non farsi sopraffare. Tutto questo allarme era causato dalle vicende raccontate nel libro: la storia di alcune ragazze arrivate a Roma per studiare e ospitate in un convitto di suore.
Prima di tutto, il libro, pur essendo ambientato in pieno Ventennio, non parla di politica ma della condizione femminile. Le protagoniste sono giovani, ansiose di vivere e felici di essere lontane da casa; ricche o povere, tutte loro non sopportano le limitazioni della società in cui vivono e Roma rappresenta l’evasione ideale. Il romanzo segue le loro vite finché non lasceranno quasi tutte il collegio, alcune seguendo la propria strada, altre ancora in cerca di un obiettivo. Ci sarà chi farà scelte dolorose in nome del lusso e della bella vita, chi metterà a frutto i propri studi, chi si farà travolgere dagli eventi e chi deciderà di rinchiudersi nei propri limiti.
Il linguaggio della narrazione è un po’ datato, ma vivido e pieno di pathos. L’autrice indaga la psicologia di ognuna delle ragazze e anche di altri personaggi femminili, mentre quelli maschili vengono mostrati solo attraverso i fatti. É un mondo tutto femminile quello che ci viene raccontato, un susseguirsi di speranze, sogni e progetti all’interno di una società che relegava la donna ad “angelo del focolare” ignorando i suoi desideri e le sue ambizioni. L’autrice riesce a mostrarci tutta l’ipocrisia e l’arretratezza dell’Italia di quell’epoca e a costruire una storia senza eroine, solo esseri umani, dotati di fragilità e difetti, a volte sgradevoli, altre volte imperdonabili.
Un’ottima lettura. Lo consiglio.
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