Melice Redding ha capito. Dopo dieci anni trascorsi in carcere per difendere Richard Bell, ha capito che non vale la pena di morire per lui, e ha scelto di combattere.
I passi da compiere sono chiari: trovare Richard, preparare la propria difesa al meglio, e aspettare fino alla data del processo.
Il destino della detenuta sembra roseo, eppure l’attesa si rivela più complicata del previsto. Ci sono troppi spettri del passato a intralciare il riscatto di Mel, troppa rabbia da frenare e neppure un Guardiano d’Anime a proteggerla da quella follia. Perché i desideri sono più forti delle buone intenzioni, e nessuno scorpione muta la propria natura.
M.T.V.M. è innanzitutto una conferma: Michela Monti è una buona narratrice. Riesce a invogliare il lettore a leggere attraverso un uso sapiente della suspence e del cliff-hunger, ha creato personaggi che intrigano lettrici e lettori. Uno su tutti Gabriel, eroe bello e dannato.
In questo secondo volume seguiamo di nuovo le vicende di Melice che, reduce di aver scoperto il proprio passato, deve mettere in piedi la sua nuova difesa per cercare di uscire finalmente dall’incubo ReBurning). Il romanzo è bipartito, in modo forse non del tutto armonico.
Nella prima parte torniamo a immergerci nel futuro distopico che Michela Monti ha creato, vivendo insieme a Melice, la tremenda condizione di essere in carcere con la consapevolezza certa della propria innocenza e la ricerca disperata di prove e argomenti a favore della propria innocenza.
Nella seconda parte, invece, il romanzo diventa un vero e proprio legal thriller.
È proprio questa seconda parte a essermi sembrata più compiuta ed equilibrata. Colpi di scena, subdoli esercizi di potere, manipolazione emotiva: del repertorio di questo genere non manca nulla e l’autrice lo sa ben maneggiare.
Due elementi fanno da collegamento tra le due parti del romanzo, la guerra contro i pericolosissimi Irregolari, che coinvolgerà persone molto vicine alla nostra protagonista, e lo sconfinato amore per la figlia, che Melice vorrebbe finalmente riabbracciare.
Tra tutti i personaggi ho particolarmente apprezzato il modo in cui in questo nuovo volume l’autrice si è concentrata sulle altre detenute, che forse in 83500 rimanevano più sullo sfondo.
Lo stile di Michela Monti è piano, scorrevole e ben si adatta anche a un pubblico giovane.
M.T.V.M mi è piaciuto, anche se il romanzo risulta meno omogeneo del precedente. Il mondo creato dall’autrice è claustrofobico, angosciante, ma anche molto interessante… forse per questo mi sarebbe piaciuto saperne di più.
Il mio giudizio? Quattro stelle su cinque.
#copiafornitadaeditore
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