Il Turco (El Turco) è una miniserie televisiva turco-ungherese, diretta da Uluc Bayeaktar, con protagonisti Cal Yaman e Greta Ferro. È ispirata al romanzo El Turco: Un’avventura inedita durante il secondo assedio di Vienna dello scrittoreOrhan Yeniaras.
Piera Nascimbene (QUI se volete fare amicizia con lei) esprime un parere positivo: «Forse andrò controcorrente ma, dato che a me è piaciuta, vorrei parlarvi di questa prima stagione della miniserie turco-ungherese “Il Turco”.
Anzitutto, ho amato il periodo storico poco conosciuto e sfruttato, quello europeo successivo alla Guerra del Trent’anni, quando, dopo la devastazione precedente, i Turchi assediarono Vienna. Proprio qui inizia la storia di Balaban, un Giannizzero accusato di tradimento che riesce a fuggire e, ferito, arriva nei pressi di Moena dove viene curato da una donna che tutti gli abitanti del paese considerano una strega.
Il vero traditore, invece, è Mete/ Marco che Balaban ha sempre amato come un fratello. Balaban riesce a catturarlo non senza aver subito dolori e perdite.
Quello che mi è piaciuto è che la miniserie abbia tratto origine da una leggenda che gli abitanti di Moena ancora ricordano e che la storia risulti credibile. Non è una vicenda leggera e credo che chi l’ha portata sullo schermo abbia fatto un gran lavoro.
Mi ha ricordato, per alcuni tratti, “L’ultima valle”, un film che non è mai stato riproposto dalla tv e che meriterebbe di essere rivisto.
Spero che a breve esca la seconda stagione e che risulti ben fatta come la prima.»
Non è d’accordo Stefania De Prai Sidoretti (QUI i suoi libri): « Dopo i primi tre quarti d’ora ho mollato. Forse avrei dovuto perseverare, ma il fatto che lui stia per essere decapitato dal padre-comandante mi ha lasciata perplessa. Il punto di forza dei Giannizzeri era che non avevano famiglia. Strappati alle loro famiglie cristiane da bambini, convertiti all’Islam, non potevano nemmeno sposarsi. La loro unica famiglia diventava così essere un reparto di élite dell’esercito turco e la fedeltà al Sultano, loro protettore, assoluta. La rappresentazione come similnazisti degli Ussari alati polacchi, (che con la loro carica salvarono Vienna difendendola dall’attacco degli aggressori ottomani) mi ha lasciato basita. Non si capisce anche perché e a che titolo dovessero essere la longa manus dei cattivi nella valle di Moena, se questa allora faceva parte del principato vescovile di Trento (un antico stato ecclesiastico esistito per circa otto secoli dall’inizio dell’XI secolo al 1803 all’interno del Sacro Romano Impero, ma come entità semi-indipendente). Mai vista la Chiesa mollare a chicchessia i suoi domini per darli a signorotti vari. E poi, dai, ti danno un paese e tu inizi quasi sterminando gli abitanti che sono la tua forza lavoro? Insomma, la vicenda mi ha puzzato di revisionismo storico, dove i turchi (invasori) sono i buoni e soldati cristiani (difensori) i cattivi. Un rovesciamento manicheo della storia senza nessuna sfumatura. E infatti lo sceneggiato è tratto dal romanzo di Orhan Yeniaras “El turco” nel quale un Giannizzero è il fulgido eroe contro gli oscurantisti cristiani a caccia di streghe.
E poi la recitazione della strega Gloria! Sembra da circolo parrocchiale e con quella vocetta mi ha tolto ogni pathos. Ovviamente, è solo una mia personale impressione.
P.S. per me il solo Giannizzero eroico resta Dago dell’omonima serie a fumetti ideata da Robin Wood e Alberto Salinas. Un capolavoro.»
Perplessa Catia P. Bright (QUI i suoi libri): «Concordo sull’ambientazione interessante e sull’originalità della storia. Per ora, ho visto le prime tre puntate e ho riscontrato due grossi problemi: un enorme buco di trama tra la seconda e la terza puntata; la protagonista femminile che, ahimè, ha una recitazione da primissime armi e, soprattutto, è incapace di doppiarsi. Perlomeno nella versione italiana avrebbero dovuto assegnarle una doppiatrice professionista che avrebbe di sicuro giovato alla causa. Dovrei vedere le ultime tre puntate ma, nonostante il mio amore per Can, ancora non mi è tornata la voglia…»
Copertina: immagine free e locandina della serie. Elaborazione: Canva.
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