Debutto folgorante della cantante jazz veneta caratterizzato da creatività e feeling.
“Per me, la voce piano piano è divenuta uno strumento di comunicazione del mio animo, delle mie emozioni e del mio corpo. Col senno di poi, posso affermare di avere scoperto una strategia per entrare in vibrazione col mondo mio e quello degli altri. La mia voce mi ha salvata!” (Francesca De Mori)
Le voci femminili nel jazz italiano
Il linguaggio del jazz, pur non essendo nella tradizione musicale e canora del nostro Paese, ha acquistato sempre più importanza negli ultimi decenni. Il “bel canto” radicato nel profondo della canzone italiana (ricordiamo almeno Mina, Ornella Vanoni, Milva e Mia Martini) ha trovato pian piano un suo spazio nel jazz. Grazie ad artiste del valore di Ada Montellanico, Rossana Casale e Maria Pia De Vito, anche la musica improvvisata italiana si è tinta “di rosa”. In questo contesto si inserisce anche Francesca De Mori che, dopo una lunga gavetta fatta di intensi studi e tanti concerti, è arrivata al suo debutto discografico con “Altre Strade” per l’etichetta Sound Lab di Fausto Dasé.
“Altre strade”, il jazz sposa la canzone d’autore
Per un essere un debutto, “Altre strade” sin dal primo ascolto impressiona per l’eccellente qualità delle composizioni, la raffinatezza degli arrangiamenti, la purezza del suono e l’intensa e potente voce di Francesca De Mori. Altra caratterista originale di questo folgorante debutto è il tentativo pienamente riuscito di fondere il linguaggio del jazz con la tradizione della canzone d’autore italiana. La melodia del “Bel Paese” è in totale osmosi con l’improvvisazione e gli spunti solistici della tromba, del pianoforte, del contrabbasso e degli archi.
L’album si apre con il brano che dà il titolo al cd, introdotto dalle percussioni e del pianoforte. La voce e un suggestivo sottofondo di archi arricchiscono questo pezzo sino all’arrivo di un virtuoso solo del pianista Salvatore Pezzotti. La seguente “L’Isola” vede l’intercedere della batteria, del piano e della voce, grande protagonista di un brano intenso e melodico. La track successiva, “Liberamente”, è una composizione brillante sostenuta da un’ottima ritmica. Si va avanti con “A che servono gli Dei”, con l’intercedere di contrabasso, pianoforte e batteria su cui la voce sensuale di Francesca De Mori ricama melodie accattivanti ricche di swing. Atmosfere più soft con “Come l’acqua”, in cui il raffinato contrabbasso di Daniele Petrosillo “annuncia” la voce struggente di Francesca De Mori in uno dei momenti più riusciti dell’intero album, grazie anche al sapiente impiego di violino, violoncello e viola. Anche in questo brano il pianoforte di Pezzotti ‘disegna’ un breve ma intenso solo. “La ruota del tempo” conferma l’ottima scelta della scaletta. Atmosfere completamente diverse con “Il gioco delle illusioni”, in cui spicca una meravigliosa introduzione di Salvatore Pezzotti al pianoforte. Come ultimo brano Francesca De Mori ‘offre’ una chicca, una sorpresa per gli ascoltatori più raffinati.
Segue infatti una sorprendente quanto originale versione di “E ti vengo a cercare” di Franco Battiato, che si apre con i suoni suggestivi del quartetto d’archi per poi cambiare improvvisamente in jazz con pianoforte, batteria e contrabbasso. Francesca De Mori interpreta magistralmente la celebre canzone del compositore siciliano. L’arrangiamento jazzistico (di Salvatore Pezzotti, ndr) è a dir poco innovativo per un brano caratterizzato da una melodia cantabile in cui il piano si rende ancora una volta protagonista.
Degli otto brani che compongono il disco di Francesca De Mori, cinque sono inediti mentre “L’Isola”, “A che servono gli Dei” e “E ti vengo a cercare” sono reinterpretazioni.
La magia sonora del debutto di Francesca De Mori è dipesa senza ombra di dubbio da un gruppo di musicisti di altissimo livello come il contrabbassista Daniele Petrosillo, autore delle canzoni e dei testi tranne per “Altre strade”, scritta insieme alla cantante e Salvatore Pezzotti arrangiatore degli archi. Ottima la sezione ritmica oltre che dello stesso Petrosillo, di Rino DiPace che alla batteria ha impiegato in alcuni brani inusuali ritmi complessi come il 5/4 e il 7/4. Di grande impatto anche gli interventi di Raffaele Kohler alla tromba. Completano la band Serafino Tedesi e Paolo Costanzo al violino, Andrea Anzalone al violoncello e Matteo Del Soldà alla viola. Infine lo strumento per eccellenza: la potente voce di Francesca De Mori che caratterizza questo cd, un debutto musicale e artistico davvero sorprendente e da non perdere.
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