La dottoranda in astronomia Kate Dibiasky scopre una nuova cometa. Il suo insegnante, il dottor Randall Mindy, ne calcola la traiettoria e scopre che quella massa di roccia di circa 9 chilometri di diametro colpirà il pianeta Terra dopo sei mesi. I due, insieme al dottor Teddy Oglethorpe, presentano la sconvolgente notizia alla presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean, ma scoprono che quella non intende occuparsi del problema. Kate e Randall partecipano anche a un programma televisivo, ma il loro tentativo di comunicare la scoperta alla popolazione non ottiene il risultato sperato. Anzi, Kate diventa lo zimbello del web.

Quando la Presidente Orlean viene coinvolta in uno scandalo a luci rosse, decide di occuparsi della cometa, ma solo per deviare l’attenzione dei media e degli avversari politici dal fatto increscioso che la vede coinvolta. La notizia diventa così ufficiale e la NASA organizza il lancio di una serie di ordigni per colpire e deviare la cometa. Solo così si potrà salvare il pianeta.

L’imprenditore tecnologico Peter Ischerwell (che è anche il principale finanziatore della campagna della presidente) scopre che la cometa è composta da quantità enormi di materiali preziosissimi per l’industria. Si pianifica quindi la frantumazione della cometa, in modo da recuperare i pezzi dopo la loro caduta nell’Oceano Pacifico.
Kate e Teddy abbandonano l’operazione. Randall, all’inizio, sembra appoggiare l’amministrazione grazie alla nomina a consulente scientifico della Casa Bianca e alla relazione con una famosa giornalista televisiva. Successivamente, deluso, abbandona Washington.

Il mondo impazzisce: alcuni chiedono la distruzione della cometa; altri ne negano addirittura l’esistenza; altri ancora pensano ai vantaggi economici che potrebbero derivare dal progetto di Ischerwell.
Fatto sta che il piano fallisce, così la presidente, l’imprenditore e un numero di circa duemila ricchi americani fuggono nello spazio a bordo di un’astronave, alla ricerca di un pianeta abitabile.
Randall torna a casa, dalla moglie e dai figli. Insieme a lui, ci sono Kate, Yule (un ragazzo che si è innamorato della studentessa) e Teddy. Trascorreranno le ultime ore della loro vista cucinando una cena, che mangeranno in serenità, intorno a una tavola addobbata come per un giorno di festa.
La cometa colpisce infine il pianeta portando morte e distruzione.
22.000 anni dopo la catastrofe, l’astronave atterra su un pianeta alieno ricco di vegetazione. I passeggeri, destatisi dal sonno criogenico, escono dai moduli e, mentre ammirano il panorama, vengono attaccati da alcuni animali simili a struzzi. La prima a morire è la presidente.
Alla fine dei titoli di coda, Jason, il figlio della presidente Orlean, sbuca da alcune macerie. Ha con sé un cellulare e l’inseparabile borsa firmata. Tutto intorno è desolazione. Jason si chiede se sua madre tornerà. In fondo, gli aveva detto che stava andando al bagno, non che aveva intenzione di filarsela all’inglese…

Titolo: Don’t Look Up.
Regia, soggetto e sceneggiatura: Adam McKey.
Distribuzione: Netflix.

Interpreti:
Leonardo Di Caprio: dottor Randall Mindy.
Jennifer Lawrence: Kate Dibiasky.
Rob Morgan: dottor Clayton “Teddy” Oglethorpe.
Timothée Chalamet: Yule.
Cate Blanchett: Brie Evantee.
Meryl Streep: Janie Orlean, presidente U.S.A.
Marc Rylance: Peter Ischerwell.

Una commedia nera sull’apocalisse. Una satira così feroce del potere, dei media e della credulità popolare da essere divertente. Si ride, ma è un riso amarissimo.

Cast stellare (e strapagato: 30 milioni a Di Caprio, 25 a Lawrence: beati loro!). Le interpreti femminili fanno la parte del leone, anzi della leonessa: Lawrence è una credibile studentessa, brillante, che parla con il linguaggio sboccato della sua generazione. È incredula di fronte al Potere che rifiuta la scienza per mantenersi in piedi. Meryl Streep interpreta una presidente bugiarda, pronta a vendersi al miglior offerente (in questo caso il miliardario Peter Ischerwell), voltagabbana a seconda delle opportunità che le si offrono. Cate Blanchett è la giornalista televisiva divora uomini che affascina il dottor Randall Mindy: amorale, alcolizzata, cinica.
Di Caprio è proprio come immaginiamo un astronomo: vive con gli occhi puntati sul cosmo e fatica a tenere i piedi per terra. Travolto dalla nomina a consulente scientifico della Casa Bianca e da quel vulcano sexy di Brie Evantree, perde la trebisonda, ma presto torna a miti consigli e, soprattutto, dalla famiglia. Splendida la scena in cui viene scoperto dalla moglie che gli lancia addosso tutte le medicine che il fedifrago assume: dallo Xanax al Cialis.
Seguite tutto il film, compresi i (lunghissimi, eterni) titoli di coda, perché alla fine c’è una scena di chiusura. E poi chiedetevi: è proprio fantascienza? Oppure il potere è davvero così ottuso? E la gente credulona? E…? La risposta è sempre sì. Il potere è ottuso, lo sperimentiamo tutti i giorni,  talvolta sulla nostra pelle; tende solo a perpetuarsi in eterno. La gente credulona? Non lo vediamo forse in ogni momento della giornata? Per strada, alla televisione, sui giornali. Non “sentite” che il film parla di ben altro? Della pandemia, del cambiamento climatico, della folle corsa alla devastazione delle risorse del nostro pianeta? La cometa-asteroide è tutto questo. E noi stiamo sperimentando l’indifferenza, l’ignoranza, e quell’illusoria speranza che fa dire a troppi “ci penseranno quelli che verranno dopo di noi”. Già.

Un’impressione personale? Troppa gente famosa e poca “ciccia” per tutti. Ho avuto l’impressione che il regista si sia focalizzato più sulle star che sulla storia. Timothée Chalamet è sprecato: gli  hanno fatto interpretare uno sbarbatello che ha due battute in croce! E poi, erano proprio necessari Ariana Grande e Kid Cudi? Certo, sono un “acchiappo” per il pubblico più giovane, ma risultano veramente di troppo, ininfluenti. Un riempimento.

Quattro stelline.