Per la Rubrica QuattroZampe, oggi parliamo di colonie feline in città.

Le colonie feline sono costituite da gruppi di gatti (alcuni molto numerosi) che stanziano in uno spazio, generalmente un giardino o una zona protetta e riparata.

La vita di queste colonie dipende dalla presenza dei volontari che ne hanno cura. Sono chiamati “tutor”, anche se il termine più usato è quello di “gattari”.

Colonia felina della Piramide Cestia (Roma)

Le amministrazioni comunali, di solito avvalendosi di associazioni che si occupano della protezione di questi animali, provvede alla sterilizzazione dei gatti delle colonie. È importante sapere che, dopo l’intervento, i gatti vengono microchippati e riportati nella colonia di origine.

I volontari accudiscono i gatti della colonia, ma si occupano anche di mantenere la zona in condizioni ottimali. Tramite l’Azienda Sanitaria Territoriale, curano i gatti malati, per poi reintrodurli nell’habitat conosciuto.

Ricordiamoci che se individuiamo una colonia felina e decidiamo di prendercene cura, dobbiamo contattare l’ATS per il censimento e il sopralluogo.

La normativa prevede che i gatti appartenenti a una colonia non possano essere spostati, a meno che il fatto non sia necessario per questioni di ordine sanitario o per la presenza di cantieri pericolosi. Lo spostamento deve essere attuato con il placet dell’Amministrazione competente.

Colonia felina del Castello Sforzesco (Milano)

A Milano ci sono più di 500 colonie feline, sparse in tutta la città accudite da volontari che le assistono ((Legge Regionale 33/2009, Lotta al randagismo e tutela degli animali d’affezione, art. 111).

Una colonia “storica” è quella del Castello Sforzesco: Rosy, tutor della colonia, è conosciuta in tutta la città.

Il Comune di Roma, attraverso l’Ufficio Diritti degli Animali, ha dato una veste ufficiale alle 400 colonie feline, garantendo assistenza veterinaria ai tutor e provvedendo al controllo demografico delle stesse.

Le colonie più famose, nella capitale, sono quelle di Largo di Torre Argentina (innumerevoli le foto dei mici fra le rovine) e della Piramide Cestia.
Il gatto randagio è considerato a Roma un cittadino a tutti gli effetti.

Colonia felina di Torre Argentina (Roma)

Il Comune di Roma ha pubblicato il decalogo dell’eco gattara perfetta:

1.    Distribuire il cibo ad ore fisse, in modo che i gatti consumino subito la loro razione

2.    Collocare le eventuali “stazioni di rifornimento”, ove possibile,  al riparo dal sole per evitare decomposizioni e cattivi odori.

3.    Versare il cibo in contenitori usa e getta.

4.    Rimuovere tali contenitori quanto prima.

5.    Usare, quando possibile, cibi secchi per evitare la formazione di cattivi odori.

6.    Provvedere sempre affinché ci sia dell’acqua a disposizione degli animali. gli operatori ecologici si impegneranno a non rimuoverla.

7.    Rinnovare spesso eventuali cassette e tenere il piu’ possibile pulite le eventuali coperture di lana per l’inverno.

8.    Laddove presenti, concordare con gli inquilini uno spazio apposito dove lasciare il cibo per i gatti di cortile e giardini condominiali. questo spazio dovra’ sempre essere tenuto scrupolosamente pulito.

9.    Evitare di lasciare il cibo sotto le automobili parcheggiate.

10.Ricordarsi sempre che queste regole non bastano se non si e’ provveduto alla sterilizzazione dei gatti, necessaria alla salvaguardia della salute, ad evitarne la crescita incontrollata e a mantenere la città in condizioni decorose.

Credits

Copertina: report-age.com

Gatti del Castello Sforzesco: nel cuore.org

Gatti di Torre Argentina: sham-newspaper.com

Gatti della Piramide Cestia: gay.it