Per tutta la vita Jack ha cercato risposta all’unica domanda che contasse davvero, senza però rendersi conto di essere impreparato ad affrontarne le conseguenze. La verità che ha scoperto è stata così devastante da spingerlo ad abbandonare la propria casa, l’università e l’unica donna che l’abbia mai amato.
Quando è fuggito da Tampa era un ragazzo stravolto, confuso e ferito.
Ora è un uomo che ha trovato la propria strada, ha intrapreso una nuova carriera e si è prefissato nuovi traguardi.
Eppure in Florida ha lasciato una buona fetta di sé, una parte così importante che gli risulta impossibile ricominciare davvero. Perciò, quando la vita gli offre l’opportunità di chiudere i conti con il passato, Jack non si tira indietro.
Fa ritorno nella sua vecchia città, da coloro che si è lasciato alle spalle.
Con l’obiettivo di ottenere giustizia.
Con l’intenzione di chiedere perdono.
Con l’illusione di poter avere una seconda occasione.

Titolo: Rise of the damned. Redemption Series, Volume Secondo.
Autrice: Mya McKenzie.
Genere: Romantic Suspense.
Editore: Self-Publishing. Data di pubblicazione: 27 aprile 2017.
Prezzo: euro 1,99 (e-Book); euro 10,99 (cartaceo).

La serie è composta da:

Vol 1: Ghost Love – 31 Gennaio 2017
Vol 2: Rise of the damned – 26 Aprile 2017
Vol 3: In the line of duty – Giugno 2017

Mya McKenzie è una scrittrice italiana. Sposata e con due figli, vive in un piccolo paese di campagna immerso nelle colline padovane.
Con una grande passione per la lettura, sopratutto di gialli e thriller, ha iniziato a scrivere il suo primo romanzo ai tempi dell’università. Dal 2010 ha trasformato la sua passione per la scrittura in un vera e propria attività, regalando alle sue lettrici emozionanti storie d’amore.
Nel 2014 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “A walk to home”, ma è stata la trilogia dedicata a Nicholas & Sienna a farla conoscere al grande pubblico.
A gennaio 2017 è tornata con una nuova serie, Redemption, di cui Rise of the damned è il secondo volume.

ESTRATTO

Il dolore sordo che provo al centro del petto non è nulla in confronto alla ferita che mi sto procurando alla mano. Sto sanguinando in tutti i modi umanamente possibili, ma non me ne frega niente delle gocce che stanno correndo lungo il palmo. Non è quella la ferita di cui mi preoccupo. Non è la mano a urlare il dolore più forte, così straziante da farmi desiderare di non essere più qui.
È la coscienza a non darmi pace.
È l’anima a chiedere clemenza per le colpe commesse.
È il cuore a elemosinare un po’ di sollievo.
L’uragano di emozioni che sconvolgono tutto il mio essere finisce per sopraffarmi. Le prime a cedere sono le gambe. L’attizzatoio mi sfugge dalle mani e scivola a terra dopo un frastuono infernale. Porta con sé qualche favilla infuocata e io resto paralizzato, a osservare queste minuscole particelle incandescenti fluttuare oltre gli alari e scendere sul pavimento come fossero soffici fiocchi di neve. Ne adocchio una in particolare, più grossa delle altre, che compie una misera parabola e precipita a piombo sulle frange del tappeto, a poco più di una spanna da dove mi trovo.
Resto a fissare le fibre avvizzire, fagocitate dal calore, come in una macabra allegoria di ciò che sta avvenendo dentro di me. Rimango lì, impotente e apatico, a osservare il tappeto incenerirsi poco alla volta, finché un piede calato con decisione non mette fine allo spettacolo cui stavo assistendo.
Sposto lo sguardo assente sulla donna che si è inginocchiata davanti a me e vedo le sue labbra muoversi, ma non colgo il significato delle sue parole. Sento le sue dita sfiorarmi il palmo, vedo il suo sguardo affranto posarsi sui miei occhi e, un attimo dopo, mi ritrovo stretto tra le sue braccia. Sta sussurrando qualcosa, ma la sua voce non mi raggiunge. Resto lì, rannicchiato, con le braccia molli, a fissare il nulla. Finché, le sue lacrime calde non mi scivolano sul collo, bagnandomi il colletto della camicia.
Ed è allora che accade. Qualcosa dentro di me si smuove, mi spinge a reagire. Sollevo le mani e le faccio scorrere sulla sua schiena, finché non l’avvolgo completamente. Chiudo gli occhi, lascio che il dolore fluisca assieme all’aria racchiusa in un profondo sospiro. E le permetto di entrare.

Vi ho già presentato per bene Jack nell’anteprima di Ghost Love, ciò che non sapete è che il poverello si è preso una bella “tranvata” nei denti. Ora, non potendo entrare nei dettagli per rispetto a chi deve ancora leggere il primo volume, mi limito a svelarvi che in questo secondo romanzo lo vedremo maturato.
Ha avuto due anni di tempo per riflettere, per capire che fare della propria vita, per decidere l’uomo che vuole diventare. Ha cambiato città, ha intrapreso una nuova carriera, ha fatto nuove conoscenze.
Ma non ha dimenticato coloro che che si è lasciato alle spalle e, quando il destino gli regala l’opportunità di sistemare le cose, Jack non si tira indietro.
Combatterà per ciò in cui crede, lotterà per coloro che ama.
Rise of the damned rappresenta il suo ritorno, la sua possibilità di riscatto.