La vita di Laura è perfetta: una laurea in tasca, un lavoro in un prestigioso studio di consulenza, un’amicizia, quella con Paola, che dura dai tempi dell’università, e un grande amore, Luca. Ma la vita è tutt’altro che perfetta. Così una mattina basta una piccola discussione, una scelta dettata dalla paura, una parola sbagliata e dopo poche ore Laura si ritrova a vivere lo strazio di una vita senza il suo compagno, che giace in coma a seguito di un incidente. È l’inizio di una lotta, contro la morte che assedia Luca e contro i sensi di colpa che divorano Laura. Un’unica certezza a cui aggrapparsi: la notte, la presenza di Luca nel loro letto, il suo respiro. Ovunque sia, infatti, Luca ogni notte la cerca, e i due si trovano, si amano, oltre ogni dubbio, al di là di ogni logica…
“Il filo che ci unisce” è il racconto tormentato ma ricco di speranza, del legame indissolubile e indistruttibile di due anime destinate ad appartenersi. Mood: Emozionante.
Titolo: Il filo che ci unisce.
Autore: Elisabetta Barbara De Sanctis.
Editore: Youfeel Rizzoli.
Genere: Romance contemporaneo.
Prezzo: € 2,99 (e-Book).
Lasciamo la parola all’Autrice.
Il filo che ci unisce trae ispirazione da un racconto erotico breve scritto di getto e pubblicato sul blog prima e in e-book poi. In seguito ai tantissimi messaggi con cui i lettori mi chiedevano di conoscere meglio i protagonisti e la storia del loro grande amore, iniziai a preparare la stesura del romanzo di Luca e Laura, cercando uno spunto di originalità tra le tante idee che avevo in mente. Sapevo che volevo raccontare una storia in cui il protagonista assoluto fosse l’amore e che, allo stesso tempo, facesse sognare i lettori, ma restando ancorata alla realtà. Un amore da favola, ma una favola “della porta accanto”.
Poi un giorno Laura si è materializzata nel mio studio e mi ha implorato di aiutarla: «Ti prego, aiutami! Sono disperata! Luca è in coma e non so se si sveglierà».
«E cosa posso fare io?».
«Racconta la nostra storia! Di’ a tutti che Luca ogni notte viene da me, anche se non so come sia possibile, ma tu puoi farlo, tu hai ascoltato quelle storie…».
Ho capito subito che Laura si stava riferendo alle NDE – Esperienze ai confini della morte – che avevo avuto modo di ascoltare dalla voce di chi le aveva vissute e su cui mi ero a lungo documentata. Non ho chiesto altro. Mi sono seduta al pc e ho iniziato a scrivere, lasciando che fossero le parole di Laura a vivere e a raccontarvi la storia di un amore così forte, così profondo, da riuscire a oltrepassare le barriere della logica fino a sfidare la morte. Un amore capace di donare la vita.
Elisabetta Barbara De Sanctis vive in provincia di Pescara e studia Psicologia. Nella scrittura le piace sperimentare fra vari generi e raccontare principalmente le infinite sfumature del mondo femminile, anche attraverso la poesia. È sposata, ha una gatta che adora viziare, ama i libri, è disordinata, si annoia facilmente e vive sempre divisa tra la realtà e un mondo di fantasia che pullula di storie e personaggi da raccontare.
Oltre al romance IL FILO CHE CI UNISCE (Youfeel Rizzoli), ha pubblicato SENZA PIÙ NOME (self-Publishing), due raccolte di poesie e alcuni racconti.
È socia di EWWA – European Writing Women Association.
«Chi l’ha detto che il dolore passa? Chi?» singhiozzò con voce rotta, annusando il cuscino. «Mi manchi Luca… torna da me, ti prego. Torna da me…»
Era ormai il suo mantra, la litania che recitava in ogni momento del giorno; sperava che, ovunque fosse Luca da due mesi, potesse sentirla e rispondere alla sua accorata preghiera. La sera si addormentava sapendo che lui l’avrebbe raggiunta; e lui arrivava, sempre. A volte la coccolava, altre parlava e scherzava con lei, ma spesso facevano l’amore, come era accaduto quella notte; notte di cui percepiva ancora l’odore fra le lenzuola, il profumo inconfondibile dei loro corpi, della passione che li teneva uniti al di là di ogni logica.
Il risveglio però era il momento inevitabile del distacco e ogni mattina la straziava, rinnovando quel senso di perdita all’infinito, dolore su dolore, sfidandola a sopportarne di più. Ormai da più di due mesi trascinava la giornata cercando di stordirsi; l’importante era arrivare alla sera, a casa, in quella camera, in quel letto. Lì c’era Luca. La notte cessava di essere un sogno e diventava l’unica realtà possibile: quella in cui loro come coppia, finalmente, esistevano.
«Forse sto solo impazzendo. Sì, è così. Non c’è altra spiegazione» sospirò, sistemando il cuscino e mettendo in ordine il letto in cui sarebbe voluta rimanere tutto il giorno e quelli futuri. Abbandonarsi allo strazio che le faceva dolere ogni muscolo e chiudere gli occhi: cosa poteva esserci di più allettante quando ormai sei precipitata e hai toccato il fondo della disperazione? Ma non era ancora il momento, purtroppo o per fortuna. Doveva resistere, doveva essere forte e doveva farlo per lei e per Luca, era l’unica cosa che le restava, un gancio di lucidità in un mare melmoso di nulla.
Commenti recenti