Questa settimana, la nostra recensora ha letto la duologia di Giorgia Penzo. Leggiamo che cosa ne pensa.

Red Carpet, di Giorgia Penzo
Un enigma da risolvere: tre stelline.
All’inizio
sono rimasta piuttosto perplessa, dal momento che il romanzo è senza dubbio un
paranormale molto anomalo. Innanzitutto avevo pensato di essere di fronte ad un
young adult, o come si chiama, cioè una di quelle storie, al momento molto alla
moda, con protagonisti giovani, prima di venire informata su quale fosse il
lavoro di Elizabeth. Poi ho sbagliato ad individuare la coppia protagonista:
fin quasi alla fine sono stata convinta, sulla base solo delle consuetudini del
genere, che ci sarebbe stato un lieto fine con Adam. Invece non c’è neanche una
vera e propria scena di sesso e i sentimenti di Elizabeth sono ambigui anche
nei confronti di Ryan e perfino di Shenzi, cosa che in seguito si chiarirà,
almeno fino ad un certo punto. Infine la scena di caccia è davvero
insopportabile, nonostante l’autrice sia stata molto attenta a non insistere
morbosamente su particolari trucidi. Ma anche così ce n’è abbastanza per
rendere perplessa una lettrice come me. Per cui mi sono riservata di esprimere
un parere definitivo dopo aver concluso il dittico (o, come dice la Penzo, la
duologia).
Il fatto è che
la vicenda non ha mai mancato di interessarmi, nonostante le molte improprietà
linguistiche, anche se (o forse proprio perché) spesso l’autrice adotta uno
stile documentario da enciclopedia della vampirologia. Adesso che ho letto
anche Asphodel, mi è ormai chiaro che Red carpet è solo un prologo,
incredibilmente lungo, del volume seguente. Non so perché l’autrice abbia fatto
questa scelta, ma personalmente ritengo che sarebbe preferibile tagliare questo
volume di almeno 150 pagine (non si è mai visto un prologo che duri molto più
di 300 pagine!) e forse guidare più velocemente chi legge ad individuare il
tema conduttore.
Asphodel,
di Giorgia Penzo
Alla
ricerca della soluzione di un enigma: quattro stelline
Questo volume
si rivela subito molto diverso dal precedente: quanto quello era lento, questo
è veloce, privilegia l’azione e i colpi di scena e (meglio tardi che mai) fa
capire subito che la storia d’amore che stiamo aspettando da un sacco di tempo
si svilupperà fra Elizabeth e Ryan. Credevamo di essere ormai esperti di
vampirologia. E invece no, non sapevamo almeno due fatti molto importanti (e
che non vi anticipo).
Non bisogna
aspettarsi sdolcinature e melensaggini amorose. Viene piuttosto delineato un mondo
fantasy complesso, anche se basato su pochi elementi. Non so perché mi sia
piaciuto questo volume: la storia d’amore non è centrale, i due protagonisti
(soprattutto Elizabeth) non eccellono per simpatia ed integrità, eppure
l’originalità della vicenda e le capacità narrative mi hanno avvinta. Certo
consiglierei un buon correttore di bozze che elimini gli infiniti refusi e
anche qualche errore o stranezza linguistica.