Eccoci al consueto appuntamento del sabato
con Matesi, che ha letto per voi quattro romanzi. Uno solo benedetto da cinque
stelline.

Un mascalzone tutto mio, di Johanna Lindsey.
La
giovane Rebecca Marshall tocca il cielo con un dito quando diventa dama d’onore
della regina Vittoria. Presto, però, si ritrova inavvertitamente immischiata
nella rivalità fra il capo dello spionaggio di Sua Maestà e una nobildonna che
usa le damigelle di corte come spie. Finisce così in una rete di inganni e
tradimenti, insieme all’affascinante marchese Rupert St John. Questi, agente
della Corona che conduce una doppia vita, è convinto che Rebecca lo stia
spiando: dapprima la seduce, ma quando si trova obbligato a sposarla, ha la
certezza di essere rimasto vittima di una trappola della scaltra ragazza.
Tuttavia, a mano a mano che Rebecca gli svela il proprio cuore, tutti i fermi
propositi di vendetta e di infedeltà di Rupert cominceranno a vacillare…

Quattro
stelline. Due protagonisti intelligenti: simpatica lei, un affascinante finto
mascalzone lui. L’autrice ha un grande senso del dialogo e la capacità di rendere
verosimili le continue litigate fra Rebecca e Rupert, scontate data la
situazione. Avrei detto che la Lindsey non sbaglia mai un colpo, se non ci
fosse il finale, un po’ sottotono.
Comunque una
lettura molto piacevole.
L’uomo giusto,
di Jess Michaels
Giunta al suo
ventinovesimo compleanno Vivien Manning, la più famosa cortigiana di Londra, fa
un bilancio della propria vita e si rende conto di non essere felice. Decide
quindi di cambiare identità e cominciare una nuova esistenza altrove. Prima di
partire, però, vuole porre la parola fine ad alcune questioni irrisolte, fra le
quali una riguarda Benedict Greystone. Ricco, aristocratico e affascinante,
Benedict è stato il suo ultimo protettore, e l’uomo di cui è ancora innamorata.
Ma lui lo ignora, e neppure sa che Vivien lo ha lasciato per il suo bene. Da
allora sono passati tre anni, e tutto quello che lei desidera è un’ultima notte
di passione da ricordare per sempre…
Due
stelline.Questa serie mi ha sempre lasciata perplessa, un po’ per il modo
troppo idillico in cui dipinge la prostituzione, un po’ perché una Margherita
Gautier che si redime e vive felice e contenta, con un po’ di buona volontà, si
può credere una volta (e difatti, a suo tempo, mi è piaciuto il primo volume),
ma non tre.
Mi
sfugge poi il motivo per cui l’autrice ha inserito la prima scena di sesso, mi
pare la sua più audace, se poi voleva sviluppare la vicenda in questo modo.
Certo nel finale si arrabatta per rendere la conclusione meno inverosimile, ma
naturalmente con scarso successo.
La trama è lenta
e non ben costruita, la narrazione infarcita di scene di sesso e talvolta non
molto interessante.
Il compagno
ideale, di Barbara Metzger
Fitz è viziato e
ingovernabile, un compagno totalmente inadatto a una lady, e di certo
inadeguato come chaperon. Ma lui la pensa in altro modo: del resto, il cane non
è forse incomparabile per amicizia, lealtà e dedizione? Difatti, quando la sua
padroncina viene mandata a Londra, Fitz la segue: può darsi che Miss Sonia,
laggiù, trovi un marito in grado di domarle lo spirito e tenerla fuori dai
guai. Incontra invece Darius Conover, disprezzato a causa di uno scandalo e al
quale non sono servite neppure gesta eroiche in battaglia per redimerlo agli
occhi della società. Ma ancora non aveva conosciuto Sonia e Fitz, due anime
appassionate e irriducibili, e determinate a conquistargli il cuore…
Cinque
stelline. Romanzo sorprendente, originale e anche molto divertente, dal momento
che spesso il narratore è il cane Fitz, un bastardino, come si indovina dal suo
nome, che, con un curioso effetto di straniamento, ci rappresenta la realtà dei
rapporti fra gli uomini, soprattutto fra gli uomini e le donne, nell’epoca
regency. Molto avvincente ed interessante soprattutto per chi ama l’ironia, ma
nell’assoluto rispetto delle regole del romance.
Era
parecchio che non ridevo tanto leggendo un libro.
P.S. Vari errori
di stampa: il più divertente “le frotte della società”, che non so proprio cosa
voglia dire.
Una svolta del
destino, di Carla Kelly
Rassegnato a una
vita di solitudine e con un passato di guerra che lo ha portato ad annegare i
propri fantasmi nell’alcol, Benedict Nesbitt “Nez”, duca di
Knaresborough, dà per caso un passaggio a Liria Valencia, una misteriosa donna
spagnola con un bambino. Dapprima restio ad aiutarla, Nez si rende via via
conto di come quella creatura, così pacata e di grande contegno, custodisca in
realtà un terribile segreto che ha profondamente segnato la sua vita. A poco a
poco la curiosità e l’affetto che lo legano sempre più a loro, e il proprio bisogno
di credere ancora nell’amore, apriranno orizzonti su una seconda, inaspettata
occasione…
Due
stelline. Non immagino neanche perché si sia scelto di pubblicare questo libro
da solo, anziché cominciare regolarmente dalla storia di Libby e Cook. Ma
soprattutto il romanzo mi è risultato davvero disturbante: infatti, dopo una
prima parte abbastanza convenzionale, più o meno tipicamente regency, la
vicenda ha una svolta davvero choccante e mette in campo tutti i toni del
tragico (una cosa da provocare crampi al ventre) e poi anche del teatrale e del
melodrammatico.
Insomma, né
romance né rosa: se cercate una lettura gradevole e rilassante, questo volume
non fa per voi.