Per la Rubrica “Biografie”, ecco a voi i ricordi di Paola Picasso, una delle indiscusse Signore del Rosa.

 Inutile dire a chi mi conosce che scrivere è  la mia grande passione. Ho cominciato a inventare delle favole la cui conclusione spesso mi sfuggiva e a sedici anni la rivista “Novella” pubblicò il mio primo racconto, regalandomi un entusiasmo che mi ha permesso di continuare a riempire fogli su fogli di storie di ogni tipo.

    Che io sia una romantica è indiscusso, la cosa strana è che a confermare la mia inclinazione sia stato il matrimonio con l’allora baldo comandante della pattuglia acrobatica nazionale “I Getti Tonanti”, un giovane pilota, ardimentoso e attraente che realizzò  le mie fantasie più ardite.

  Dalla nostra unione sono nati due figli, un maschio e una femmina con i quali temo di non aver mai tagliato il cordone ombelicale.

  Per qualche anno, dovendomi occupare di loro,  non ho lavorato. Scrivevo, ma per me stessa e perché non potevo farne a meno.

  Inventai delle favole e la maestra di mia figlia le lesse e mi spinse a pubblicarle; così tentai con la casa editrice “La Scuola” di Brescia, la più importante in campo didattico.

   Ho avuto fortuna e per anni i miei libri per bambini sono stati adottati come testi di letture nelle classi elementari del nostro Paese.

  Nel frattempo, ho scritto delle favolette per la De Agostini, romanzi per adolescenti pubblicati da Malipero, una commedia per bambini che è in scena da quattro anni a Saronno e ha vinto il premio della critica e del pubblico.

  Quando scoppiò il boom del Rosa,  cominciai a scrivere un romanzo al mese con la Olivetti, il che significa dover ribattere il testo due o tre volte. Tutti i piccoli editori, smaniosi di acchiappare una fetta di torta,  diedero il via a delle collane il cui primo testo è stato il mio.

  Passando da una CE all’altra: Omnia, Quadratum, Universo, Curcio,  Harlequin,  Mondadori, ecc… ho prodotto  più di centocinquanta testi, destando l’interesse dei media. Costanzo, Funari e altri conduttori mi invitarono a partecipare ai loro programmi e Costanzo pubblicò sulla prima pagina del Messaggero un articolo su di me.

    Nonostante  gli impegni vari: famiglia, casa e parenti,  sempre primi nella mia lista, non ho mai smesso di scrivere.

  Dopo i romanzi rosa e i romance storici,  mi sono presa  delle libertà e ho scritto dei romanzi intensi, attuali che hanno avuto delle recensioni esaltanti. “Il silenzio di Luca” (adottato come testo di lettura da due classi del liceo classico di Ostia Lido) e “Un palpito d’ali” sono stati ripubblicati in ebook da Aliberti, ma altri sono su Amazon e altri ancora stanno per uscire.

  So d’aver ricevuto  un dono, quello di una fantasia inesauribile e sono grata a Dio perché  nei momenti difficili, come dieci anni fa quando mio marito se n’è andato verso quei pascoli celesti che amava tanto, lavorare mi è stato d’immenso aiuto.

  Quando scrivo, vivo con i miei personaggi, sento le loro voci e li ascolto. Eroi ed eroine mi proteggono dalla malinconia,  mi pungolano per costringermi a raccontarvi di loro e non mi lasciano mai sola.

  Perfino la sera quando mi accingo a dormire, vengono a trovarmi e mi narrano le loro storie. Alcune le ricordo, altre no, ma qualche volta mi sveglio con la trama di un racconto  pronta da sviluppare.

  Oggi sono nonna di due fantastici nipoti, una femmina e un maschio che per distinguermi dall’altra nonna, mi chiamano “la nonna delle favole”.

 Da anni traduco per la Harlequin e le mie novelle, ormai migliaia, continuano a essere pubblicate da Quadratum, insieme a dei romanzi a puntate. Riassumendo, scrivere è  la mia vita.  Credo proprio che se la mia testa continuerà a funzionare, non smetterò fino alla fine del mio percorso terreno.

 L’autobiografia di Paola Picasso