tristezza si impadronì del suo cuore.
Sapeva che anche Baduilla, il suo re, nutriva gli stessi
sentimenti. Non erano stati i Goti a volere quella guerra. Non l’avevano
cercata. Erano stati l’imperatore e il vescovo di Roma a scatenare
quell’assurda contesa che aveva portato nella penisola solo lacrime, morte e
disperazione. I colpevoli avrebbero pagato.
Editore: Delos Digital, Collana Passioni romantiche.
Giustiniano per riconquistare la penisola italiana è selvaggia e crudele. Roma
è appena caduta e Augusta Perusia, dopo sette anni di assedio, è ridotta allo
stremo. Nella città che tenta di difendersi, le donne ricoprono tutti i ruoli
che una volta erano degli uomini. Così, la nobile Lucilla, figlia del console
Cipriano, ha il compito di partecipare a una sortita per procurare alla sua
gente le provviste di cui ha bisogno. Viene però scoperta e gravemente ferita
dai soldati goti. Il loro capo, il conte Oldegamo, si rifiuta di uccidere una
donna e la porta sull’isola Maggiore, nel lago Trasimeno, per affidarla alle
cure di una guaritrice. Mentre lotta per sopravvivere all’infezione causata
dalla ferita, Lucilla si accorge che un guerriero bello e misterioso veglia su
di lei. È Oldegamo che, conquistato dal coraggio della giovane, non perde
occasione per starle vicino. Quando la febbre scompare, Lucilla comprende i
sentimenti del conte, ma ha paura di ricambiarli. I lunghi anni della guerra
hanno scavato tra i due popoli un solco difficile da colmare. I due dovranno
affrontare numerose prove, sfiorando persino la morte, per coronare il loro
sogno d’amore.
Macrina Mirti si distacca dai consueti
periodi storici che fanno il bello e il brutto tempo nel “romance storico” e ci
porta nell’Italia del VI secolo d. C.
contrapposti l’imperatore Giustiniano e i Goti. In questa vicenda superiore di
morte e sofferenza, s’innesta quella minore (ma a noi ben più gradita)
dell’amore fra Lucilla, figlia del nobile latino Cipriano, e il conte Oldegamo,
condottiero goto, nipote ed erede del re Baduilla. Un amore reso difficile
dall’invidia e dalla gelosia, ma che alla fine trionferà. Com’è giusto che sia
in un romance che si rispetti.
vicende storiche, un po’ meno nella cartina geografica (è l’Aniene il fiume nel
quale Oldegamo viene gettato per l’ordalia, non il Tevere), anche se Macrina ha
saputo correggere velocemente l’errore nell’edizione messa online subito dopo.
Mi ha avvertita per tempo, ma io sono una vecchiaccia subdola e mi piace
prenderla in giro.
coloro (e sono tante) che non apprezzano le descrizioni esplicite di scene di
sesso fra gli innamorati. In questo campo, Macrina Mirti si muove con passo
leggerissimo, facendo sì che questo racconto sia alla portata di tutte le età.
inviatomi, ritengo che Macrina Mirti sia in grado di compiere il grande salto
verso un romanzo corposo. Di vicende e di pagine.
romantiche.
conquista dell’esercito longobardo ha derubato la giovane Domiziana, figlia di
un nobile latino, di tutto ciò che amava. L’unica persona che le sia rimasta
accanto è il capo dei “bellatores” di suo padre, il goto Neherem, che
darebbe la vita per proteggerla. Ma forse per Domiziana lui rappresenta un
pericolo maggiore di quelli da cui cerca di difenderla…
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