Macrina Mirti insegna italiano e
storia nella scuola superiore. È specializzata nella didattica dell’italiano
come lingua seconda e ha partecipato a moltissimi progetti per l’insegnamento
dell’italiano ai ragazzi stranieri.
Nel tempo libero dalla famiglia e dal
lavoro, si occupa di gatti, che sono la sua grande passione. Ama i libri, il
cinema d’autore e la cucina vegetariana. Le piace l’horror, ma non riesce a
pubblicarlo. Preferisce dedicarsi alle storie d’amore: ne sta vivendo una
splendida da ventotto anni.
del cuore” e “Il canto del cuore”, pubblicati da Delos Digital nella Collana “Passioni
Romantiche”, ho intervistato Macrina Mirti che ha cortesemente risposto a tutte
le mie domande.
dopo la morte di mia madre. Leggevo e scrivevo di nascosto, perché era proibito
fare qualsiasi cosa che non riguardasse i compiti e lo studio. Spesso mi alzavo
di notte, quando tutte nella camerata dormivano, e me ne andavo in bagno, mi ci
chiudevo, leggevo o scrivevo storie. Un paio di volte sono stata beccata e
punita. Sono ricordi che avevo rimosso dalla memoria, ma che un po’ alla volta
stanno tornando a galla.
in collegio, di notte, queste storie mi terrorizzavano. Scriverle, per me
rappresenta una catarsi. Peccato che nessuno le voglia pubblicare. Scrivo anche
crime. Dovrei uscire con un racconto nerissimo per la collana Crime della
Delos, ma ancora non so quando.
che comincia a frullarmi in testa e non mi fa dormire la notte. Sento il
bisogno impellente di appuntarla da qualche parte. Così, ho un cassetto della
mia scrivania pieno zeppo di foglietti scribacchiati frettolosamente. Ogni
tanto, quando sono in vena di fare pulizia, apro il cassetto e li riguardo uno
per uno. Molti li butto via. Qualcuno, invece, lo tengo e lo covo, come fa la
gallina con le uova finché non si schiudono.
SETTIMANA?
vacanze di Natale. Per il resto dell’anno, sono poco creativa. Posso ricopiare,
editare, sistemare cose che ho scritto durante l’estate. Se sono presa da
famiglia e lavoro, l’ispirazione latita.
romanzi horror (ma molto horror) che dovrei trovare il coraggio di pubblicare.
Sono ambientati in convento. Monache e fantasmi a piene mani. Scriverli è stato
liberatorio. Vedremo.
pseudonimo. Macrina è il diminutivo con cui mi chiamava mia madre quando ero
piccola. Mirti è un nome d’arte. Lo uso perché mi guadagno da vivere
insegnando. I genitori dei miei studenti non gradirebbero una prof che scrive
romanzi erotici. Il mio lavoro mi piace e m’impegna molto. Per anni sono
stata un’insegnante iperattiva e ho anche ricoperto incarichi di una certa
importanza sia a livello provinciale che regionale. Poi ho detto basta. Il
gioco non vale la candela. Purtroppo.
cuore dell’Appennino centrale. Per passione faccio la gattara. Da alcuni anni,
infatti, mi occupo di una colonia felina. Gli animali soli hanno molto bisogno
di aiuto e il loro affetto mi ricambia di tutti i piccoli sacrifici che faccio
per dar loro una mano.
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