La casa-museo Ilana Goor si trova in Israele, precisamente nella parte storica di Jaffa, vecchio quartiere portuale a sud di Tel Aviv. Il museo fu fondato nel 1995 e la sua eclettica collezione viene spesso definita una “giungla artistica” che comprende più di 500 opere non solo di Ilana ma di artisti vari.

In questo magico posto, tra una sedia iconica realizzata da Gerrit Rietveld, architetto olandese tra i più importanti del Novecento, e le sculture del britannico Henry Moore o dello svizzero Diego Giacometti, o tra una tela di Yaacov Agam (tra i più importanti esponenti dell’arte cinetica internazionale) e i lavori di tanti altri artisti israeliani, si mischiano le creazioni di Ilana. Lavori in ferro, legno, pietra, vetro, cuoio realizzati da una donna eclettica, artista autodidatta che da oltre 50 anni lavora la materia trasformandola.

La sua casa-museo (i suoi appartamenti privati sono al terzo piano) è un edificio di tre piani di epoca ottomana, costruito nel 1740 e da cui si domina l’intero golfo. Originariamente, la costruzione ospitava i pellegrini ebrei diretti a Gerusalemme, mentre nel XIX secolo era stato trasformato in fabbrica di saponi e profumi a base di olio di oliva.

Entrando al piano terra, sulla sinistra una intera parete del museo accoglie decine di foto che ritraggono l’artista israeliana con varie personalità. Capi di Stato e di governo, attori, intellettuali. Da Bill Clinton, ad Ariel Sharon e Yitzhak Rabin, fino al Dalai Lama.

A comprare le sue creazioni che valgono migliaia di dollari, ci sono stiliste e cantanti quali Donna Karan e Diana Ross e, fino a qualche tempo fa, anche Michael Jackson. Quando viveva a New York, Ilana Goor aveva come vicino di casa Andy Warhol, suo grande amico.

La sua carriera nasce per pura casualità. Nel 1957 lascia Israele, dove era nata nel 1936, e sposa un americano, Lenny Lowengrub da cui ha avuto due figli. Lui nell’industria teatrale, lei molto giovane e senza lavoro. Per riempire il tempo inizia a lavorare con la terracotta. Un giorno il direttore di uno dei più importanti musei di Los Angeles, vede a casa dei due coniugi i suoi lavori e, non sapendo chi li abbia realizzati, le chiede da dove provengano.

Le viene accordato un anno per preparare la sua prima esposizione. Da quella personale, nasce la fortuna di Ilana e la sua ascesa nel mondo dell’arte e dei gioielli.

Da quella personale allo State Museum di Los Angeles nessuno l’ha fermata più. Subito dopo, infatti, le furono richieste installazioni nei maggiori musei d’Europa, America, Giappone e Israele, naturalmente.
Poi, nel 1983 Ilana Goor cominciò la produzione di gioielli di design e fibbie venduti nei più importanti negozi e centri commerciali in America come Bloomingdale’s, Macy’s, Saks Fifth Avenue, ecc.

Dal 1986 Ilana introdusse una collezione di mobili in ferro e accessori e le sue opere, oltre ad aver vinto numerosi e prestigiosi premi di design, sono presenti in moltissimi musei del mondo.
Il 1994 segnò una svolta artistica molto importante perché Ilana cominciò ad assemblare artisticamente  (e a renderli oggetti di uso comune!) vecchi attrezzi agricoli per ridar loro una seconda vita che collegasse il vecchio e l’antico al nuovo e al presente.

La vita con Ilana raccontata dal marito americano Lenny Lowengrub nel libro THE 66 YEAR ROMANCE WITH ILANA GOOR è molto avvincente. Dal racconto di Lenny si deduce che i due sono una coppia di ferro e si sono sempre supportati a vicenda.
Il museo è davvero strabiliante.

Molto interessante l’installazione nella Monk’s room, così chiamata perché su un tavolo di un antico monastero, mentre The Morning After è una sorta di parodia dell’ultima cena: dopo esserci fatti fuori a vicenda, a banchettare saranno solo insetti e altri animali cosiddetti inferiori…
Per finire ecco alcune parole di Ilana Goor suoi lavori artistici:
“I don’t call them works of art, I call them stories. When you don’t know who you are, you make stories in which people are involved.”
(“Non le chiamo opere d’arte, le chiamo storie. Quando tu non sai chi sei, crei storie nelle quali la gente si sente coinvolta.”)
In questo senso la storia di Ilana Goor non è solo quella di un essere umano ma è la storia di una vita continuamente formata e trasformata  dall’incontro di un sempre mutevole Israele e il milieu di influenze da tutto il mondo che hanno contribuito a definirla.

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