perché ho discendenze portoghesi. A 24 anni, subito dopo la laurea, sono venuta
con amiche a fare un viaggio in Italia, e travolta dall’amore, non mi sono più
spostata. Vivo felicemente con il mio compagno da più di 20 anni. Ho scelto di
firmare con uno pseudonimo perché Fatima suona troppo religioso per gli
italiani. Alexandra (al maschile) sarebbe stato il mio nome se fossi nata bimbo
anziché bimba e Maio è la grafia portoghese del mio mese di nascita.
rappresenta?
fattori mi mettono spesso in agitazione perché vorrei essere più veloce e avere
più tempo da dedicare alla scrittura. Infatti mi stupisco sempre della
mia perseveranza ogni volta che riesco a completare un romanzo o un racconto.
Il genere che più mi rappresenta è quello romantico, anche se mi piace spaziare
tra i diversi generi letterari. In ogni storia che scrivo, surreale o
fantascientifica che sia, c’è sempre una storia d’amore – se non tra i
protagonisti, almeno come filo secondario – ma non di minore importanza – della
trama.
ispirazione da nessun autore in particolare, anche se sono convinta che tutto
quello che scrivo è frutto di quello che ho letto finora.
una storia surreale, pubblicato da Lampi di Stampa. Parlo di dieci anni fa. Da
allora ho scritto racconti rosa per alcuni settimanali femminili e altri miei racconti
sono apparsi in antologie. A Maggio del 2014 è uscito “Non andare via” un mio
racconto erotico, e a Gennaio di quest’anno, sempre per Delos Digital, “Lascia
che il vento ti pettini i capelli”, un romance.
in porto tra non molto. Intanto continuo a scrivere.
sorge all’improvviso mentre magari sto pensando a tutt’altro. In seguito
sviluppo pian piano l’idea iniziale, soprattutto prima di addormentarmi (a
volte capita di perdere il sonno quando mi lascio prendere dalle idee e
immagini che costruisco nella mente). Ma anche mentre faccio un lavoro manuale
mi capita di creare storie a occhi aperti. Poche volte mi sono lasciata
ispirare dalla realtà.
solitudine e silenzio per concentrarmi. Oggi, invece, dovendo scrivere in
qualunque momento trovi il tempo per farlo, sono costretta a scrivere sul
tavolo da pranzo della mansarda (un openspace) dove abito: mentre aspetto che
l’acqua per la pasta inizi a bollire, con la tv o lo stereo accesi, le campane
della chiesa che suonano il vespro, il cane che abbaia, il mio compagno che
parla… e via dicendo.
partendo da una idea centrale. In questo caso capita spesso che la trama si
sviluppi mentre la scrivo e i protagonisti decidano del loro futuro. Il secondo
metodo è iniziare a scrivere soltanto quando ho la storia completa nella mente.
Uso di solito il primo metodo per le trame più lunghe e il secondo per i
racconti. In entrambi i casi per prima cosa stendo la bozza di tutta la storia
senza badare alla correttezza delle parole o allo stile, col risultato che
alcuni passaggi risultano addirittura incomprensibili. Poi inizio ad affinare
questa versione, fino a farla diventare attraente agli occhi di chi la leggerà.
Non so esattamente quante revisioni del testo completo ci vogliono, ma direi
che mai meno di una decina. La revisione è la fase di scrittura che più mi
soddisfa.
l’attività di scrittrice?
cane da tenere d’occhio, una grande casa da curare, piante da bagnare e storie
da scrivere. Tutte queste certezze si aggrovigliano quotidianamente e insieme
formano la mia vita.
Maio ha una pagina su Facebook:
felice di conoscerti Fatima. E piacere di rincontrarti Alexandra. Emi
Ciao Emi! Ora conosci anche la mia "vera io". Babette e' stato un piacere trovarmi sul cavalletto! 🙂
Alexandra/Fatima